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lunedì, maggio 14, 2012

Dai risultati delle amministrative allo scenario politico
che verrà: intervista all'onorevole del Pdl Maurizio Paniz

Antonino Crivello intervista in esclusiva per La Perfetta Letizia l’On. Paniz, capogruppo del Popolo delle Libertà nella Giunta per le autorizzazioni a procedere della camera dei deputati. 

D - Si sono concluse da pochi giorni le elezioni amministrative in molti comuni d’Italia. Un dato è certo: il Pdl è in caduta libera e l’elettorato sembra non credere più in questo soggetto politico. Crede sia un normale assestamento dopo una fase politica lunga 10 anni che vi ha visti protagonisti o bisognerà rilanciare il partito dandogli una forma nuova, magari con un nuovo leader e accantonando definitivamente la figura di Berlusconi?
R - In realtà non si può dire che il Pdl sia in caduta libera. Certamente non ha vinto le elezioni, ma analogo insuccesso caratterizza tutti i partiti tradizionali: la Lega ha perso una quindicina di punti in alcune zone, l'UDC è scesa a minimi storici... (continua)
venerdì, maggio 04, 2012

Per uscire dalla crisi solo due ricette:
taglio della cattiva spesa pubblica e dura lotta all'evasione

Antonino Crivello intervista, in esclusiva per La Perfetta Letizia, l’onorevole Massimo Donadi, capogruppo per l’Italia dei Valori alla Camera dei Deputati

D - La scena politica delle ultime settimane è occupata da un problema parecchio spinoso per gli stessi politici, quello del finanziamento pubblico ai partiti. Le soluzioni proposte sono molte, ma oltre ai tanti proclami propagandistici, al momento non sembra esserci una posizione comune tra le varie parti politiche. Qual è la posizione del suo partito in merito alla questione? Crede che sia possibile trovare in tempi brevi una scelta condivisa, magari per dare un forte segnale al paese?
R - La nostra posizione è chiarissima e netta: l’Italia dei Valori ha depositato il referendum per l’abrogazione del finanziamento pubblico ai partiti e una proposta di legge di iniziativa popolare... (continua)
giovedì, maggio 03, 2012

Nello Spirito di Dio la risposta alla crisi,
la voglia di futuro e l’entusiasmo per evangelizzare

Si è da poco conclusa la 35° convocazione dei gruppi e delle comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo. Una convocazione ancor più significativa poiché svoltasi nel 40° della nascita di Rns in Italia

del nostro inviato Antonino Crivello

Al termine della 35° convocazione nazionale di RnS a Rimini si ha la chiara impressione di aver capito fino in fondo le parole del Beato Giovanni Paolo II: “Sì! Il Rinnovamento nello Spirito Santo può considerarsi un dono speciale dello Spirito Santo alla Chiesa in questo nostro tempo. Nato nella Chiesa e per la Chiesa”. Il leitmotiv di tutto l’incontro è stato ricordare e ripercorrere quarant’anni di cammino del Rinnovamento in Italia: dai video degli anni ’70 alle immagini delle più recenti convocazioni, fino alle parole di benedizione con cui la Chiesa... (continua)
martedì, febbraio 21, 2012

Italia, dobbiamo fare di più

Antonino Crivello intervista l'onorevole Rocco Buttiglione, vice-presidente della Camera dei Deputati, sull'attuale situazione politica ed economica dell'Italia, con uno sguardo al futuro morale, professionale e politico del Paese.

... (continua)
venerdì, febbraio 17, 2012

Maximo, il regista della Luce

Antonino Crivello intervista per La Perfetta Letizia Maximo, eclettico artista romano che, dopo un film con Claudia Koll, si è convertito e ha abbracciato la religione cristiana. Di questa esperienza ne parla nel suo libro "All’improvviso La luce - storia di una Conversione".

D - Maximo, raccontaci un po’ di te, o meglio descrivici chi eri prima del famoso film con la Koll, che ha sicuramente segnato un punto di svolta nella tua vita, e chi sei diventato dopo.

R - Ero senza ombra di dubbio un grande peccatore, un po’ come la Samaritana che sta per essere lapidata dalla gente ma che Gesù perdona. Ho nella mente l’immagine di quella donna peccatrice che bacia il suo piede: è così che mi sento. Non avevo fede. Conducevo una vita dissipata, dove il mio unico Dio erano il divertimento, la fama, i soldi... (continua)
martedì, novembre 15, 2011

Il governo Monti che verrà

L’attesa sembra destinata a finire: fra poche ore potremmo conoscere la lista dei ministri e capire meglio la composizione del nascente governo Monti. Solo tecnici, alcuni politici… cosa ci aspetta?

di Antonino Crivello

Dopo due giorni sono finite le consultazioni del premier in pectore: domani alle ore 11 è fissato un colloquio al Quirinale, segno che le consultazioni sono andate a buon fine e Mario Monti è riuscito a trovare un ampio consenso tra le forze politiche. Per il neo-senatore sono stati due giorni davvero densi e incerti: i politici come al solito hanno dato l’impressione di interpretare in modo sbagliato il momento che sta attraversando il nostro paese, continuando il solito ‘teatrino’ della politica e non riuscendo nemmeno... (continua)
domenica, novembre 13, 2011

La posizione dell'Idv nel nuovo governo Monti.
Intervista all'onorevole Borghesi

Per capire meglio il governo che verrà, abbiamo intervistato l'on. Antonio Borghesi. Dopo qualche giorno di incertezza, l'Italia dei Valori sembra avere deciso la linea politica da seguire, concorde alle altre forze del centrosinistra.

Quella appena trascorsa sarà ricordata come una delle settimane più intense della vita politica della seconda repubblica. Ancora oggi non si sa bene cosa succederà in parlamento, anche se il governo Monti sembra avere ormai un ampio consenso, dal Pdl al Pd passando per il Terzo Polo. Le posizioni dei partiti però non sono state chiare da subito. Abbiamo intervistato l'onorevole Antonio Borghesi per capire se il partito di Di Pietro ha sciolto ogni riserva sul governo nascente... (continua)
sabato, novembre 05, 2011

Un’ala di riserva, messa laica per Don Tonino Bello

Intervista in esclusiva a Michele Lobaccaro, musicista e compositore, in occasione del lancio del disco "Un'ala di riserva, messa laica per Don Tonino Bello"


Antonino Crivello intervista per La Perfetta Letizia Michele Lobaccaro, artista, musicista e compositore, in occasione del lancio del suo nuovo disco “Un’ala di riserva, messa laica per Don Tonino Bello”, un affascinante viaggio sulle note di musiche mediterranee ispirate dagli scritti di Don Tonino Bello. Un "concept-album" che riparte dall’uomo alla ricerca di Dio, della lotta quotidiana per il sociale, nella ricerca di trascendenza. L'artista presenta ai nostri microfoni il suo lavoro, l'idea che lo ha fatto nascere, l'attrazione per gli scritti di questo grande Vescovo... (continua)
martedì, giugno 07, 2011

Il Progetto Sicomoro della Prision Fellowship Italia Onlus

Il nostro redattore Antonino Crivello intervista Marcella Reni, già direttrice del Rinnovamento dello Spirito Santo e presidente della Prision Fellowship Italia

Prision Fellowship Italia (PFI) nasce dall’omonima organizzazione statunitense che quarant’anni fa diede il via ad una nuova idea di giustizia sociale attraverso il recupero profondo dei detenuti, arrivando al loro cuore attraverso l’evangelizzazione. Facilmente si intuisce la difficoltà di questo progetto, così come altrettanto facilmente se ne può intuire la bellezza e la necessità per costruire domani un mondo migliore. L’organizzazione, nel perseguire il suo scopo, ha avviato diversi progetti in tutto il mondo. In Italia, Prision Fellowship è una neonata realtà e ha trovato un eccellente inizio nel Progetto Sicomoro, che prevede una rieducazione attraverso l’incontro tra detenuti e vittime. Ovviamente questo incontro viene preceduto da un’attenta e minuziosa fase di ricerca dei giusti ‘attori’. Per maggiori informazioni si rimanda al sito ufficiale dell’organizzazione. Noi abbiamo ascoltato Marcella Clara Reni, presidente di FPI
... (continua)
giovedì, giugno 02, 2011

34° Convocazione nazionale del RnS

Da giovedì 2 giugno fino a domenica 5 giugno i padiglioni della fiera di Rimini ospiteranno l’annuale convocazione del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS). Un appuntamento, a cui aderiscono migliaia di persone provenienti da ogni parte della penisola.

del nostro inviato a Rimini Antonino Crivello

“Venite e vedrete” è forse la migliore indicazione per coinvolgere qualcuno in questa straordinaria partecipazione di fedeli, di credenti, di popolo. Nonostante le centinaia di testimonianze, gli articoli sui giornali e tutti gli altri contributi mediatici, non è possibile capire fino in fondo cosa sia questa convocazione finché non la si vive in prima persona. Innanzitutto è difficile immaginare una città come Rimini completamente invasa non da gioiosi bagnanti con costume e ombrelloni ma da un esercito di migliaia di persone che pregano, cantano, suonano
... (continua)
martedì, maggio 10, 2011

Il Cantico dei Cantici

Il nostro Antonino Crivello ci parla del "Cantico dei cantici", di Giuliano Vigini (edito dalle Paoline), un libro da consigliare per la capacità dell'autore di sviscerare e rendere accessibile il più grande inno all'amore della letteratura di tutti i tempi.

Giuliano Vigini, apprezzato dall'intero ambiente culturale cattolico per la sua rinomata preparazione e competenza nello studio biblico, ci offre anche questa volta una splendida opera, “Il cantico dei cantici” Nella presentazione del libro, a cura dello stesso Vigini, leggiamo: "Nel Cantico dei cantici Dio non parla. E' l'amore che parla di Dio. Dio è presente nell'irradiarsi dell'amore umano, specchio della bontà della sua creazione e del suo disegno di salvezza". Difficile non essere d'accordo con l'autore e trovare una definizione più corretta per questo Cantico, che davvero esprime la bellezza e la perfezione dell'amore come sentimento che lega uomo e donna. Attraverso la cura, la ricerca e la custodia di questo amore è possibile certamente lodare Dio per la grazia speciale che ha messo nei cuori delle genti fin dall'inizio della creazione. Forse, come ci ricorda Vigini, vivere questo amore è già di per sé un inno di lode al Padre.
... (continua)
domenica, aprile 10, 2011

La gioia di vivere

Dall’esperienza di Jocelyne Bélanger, consigli, tecniche, riflessioni ed esercizi per raggiungerla

del nostro redattore Antonino Crivello

Premetto che per approcciarsi a questo libro è necessario disporsi con il “giusto spirito”, occorre cioè la capacità di mettersi in gioco e di affrontare se stessi senza menzogne. Sin dalle prime pagine si evince che l’autrice espone le sue tesi avendo alle spalle una lunga carriera; gli esempi che vengono proposti, più o meno reali, risultano molto chiari poiché raccontano situazioni di vita quotidiana in cui quindi è molto facile identificarsi. La lettura del testo è abbastanza scorrevole, nonostante l’intervallarsi di veri e propri esercizi che sembrano frammentare un po’ il testo rendendolo meno lineare. Del resto l’autrice si propone l’ardito scopo di far raggiungere al lettore questa agognata gioia di vivere, ma non come una semplice emozione, una sensazione sfuggevole, bensì come uno stato permanente dell’essere umano. Ciò prevede pazienza e l’uso anche ripetuto in vari periodi degli esercizi proposti, che sono molto pratici
... (continua)
martedì, marzo 15, 2011

La questione meridionale nell'Unità d'Italia

«Che esista una questione meridionale, nel significato economico e politico della parola, nessuno più mette in dubbio. C'è fra il nord e il sud della penisola una grande sproporzione nel campo delle attività umane, nella intensità della vita collettiva, nella misura e nel genere della produzione, e, quindi, per gl'intimi legami che corrono tra il benessere e l'anima di un popolo, anche una profonda diversità fra le consuetudini, le tradizioni, il mondo intellettuale e morale.» (Giustino Fortunato, 1904)

del nostro redattore Antonino Crivello

Cosa sia con esattezza la ‘questione meridionale’ nessuno può dirlo. Il numero di problematiche nate da errate scelte politiche in vari momenti storici è così elevato che non si riesce a trovare una semplice definizione. E’ invece più facile dire quando inizia la ‘questione’: dal principio, fin dai primi anni della neonata Italia unita. Affronteremo in questo articolo se e come questa questione si è risolta ma è doveroso fare prima alcuni cenni storici.
... (continua)
domenica, maggio 02, 2010

La potenza di Dio che libera, guarisce e promuove nell'uomo una nuova cultura

Nel terzo giorno di lavori al congresso nazionale del R.n.s. il popolo di Dio riunito a Rimini sperimenta la potenza del Signore che consola, libera e guarisce. Questo popolo comprende però che insieme ai segni ed ai prodigi, che creano consapevolezza interiore, è necessario portare nel mondo una nuova cultura. Un nuovo pensiero culturale e sociale, una cultura di pentecoste.

del nostro inviato a Rimini Antonino Crivello

"Beati coloro che crederanno pur non avendo veduto". E' una delle più belle esortazioni del Vangelo. Eppure il Signore, mai avaro nell'elargire grazie e doni al popolo orante che invoca il suo nome, compie davvero segni e prodigi. Tangibili ma probabilmente inspiegabili, se non agli occhi della fede. E' questo il messaggio più forte che raggiunge coloro che, quasi increduli, vivono, magari per la prima volta l'esperienza di una preghiera di guarigione e di liberazione. Una cosi particolare preghiera ha bisogno di essere condotta con un carisma speciale. Questo carisma non manca di certo a Damian Stayne, fondatore della comunità "Cor et Lumen Christi" e instancabile predicatore e testimone di innumerevoli guarigioni in ogni parte del mondo. La sessione mattutina di questo sabato 1 maggio qui al Congresso Nazionale del Rinnovamento nello Spirito a Rimini è incentrata su questo particolare Ministero di guarigione.

Nonostante parli in lingua inglese, il carisma e l'espressività di Damian Stayne raggiungono il cuore prima ancora delle parole tradotte in lingua italiana. Damian è davvero un intercessore potente e l'assemblea, in un padiglione ormai stracolmo di gente, lo sostiene e, unendosi a lui, invoca il nome del Signore su ogni male, fisico e spirituale. Ogni richiesta fatta con fede non passa inascoltata dal Signore, ne è convinto il suo popolo ormai in festa, e così, al termine della preghiera, non mancano decine di testimonianze. Ognuno infatti, dopo aver ricevuto una grazia così grande com'è quella della guarigione, è chiamato a rendere testimonianza di Lui, cosi che Egli possa essere lodato.

Come ricorda il presidente Salvatore Martinez: "Non sia questo però il punto d'arrivo del cammino nel Rinnovamento. Che non sia la ricerca dei segni il fine ultimo del nostro essere cristiani. Non dobbiamo dimenticare che il popolo che Dio vuole è un popolo attento, preparato e pronto a portare il messaggio, la fede e la speranza cristiana in ogni attività sociale e in ogni parte del mondo". Vuole introdurre cosi la sessione pomeridiana incentrata sulla promozione di una cultura di pentecoste, sulla diffusione cioè delle "ragioni dello Spirito". E' questo il compito che il Papa ha affidato ai suoi fedeli. E' da questa diffusione che possiamo trovare rimendio al male del nostro tempo.

La riflessione pomeridiana ha per tema: "Il fare è cieco senza il sapere e il sapere è sterile senza l'amore". C'è sempre bisogno di spingeri più in là: lo richiede la carità nella verità" (Caritas in Veritate). A parlare vengono invitati quattro rappresentati di quattro sfere sociali completamente diverse della nostra società. Il moderatore della discussione è Domenico Delle Foglie, da tempo impegnato in "Scienza e Vita". Egli propone all'assemblea una grande sfida: vorrebbe cioè che gli uomini e le donne della sua generazioni riuscissero una volta e per tutte a far coinciliare ragione e fede. "Una sfida impossibile se non affrontata nella fede e nella fiducia del Signore" è l'esortazione che aggiunge nel breve discorso iniziale che dà il via alle tre diverse relazioni.

Il primo invitato a esporre pensieri e riflessioni sul tema è Francis Campbell, ambasciatore della Gran Bretagna presso la Santa Sede. Egli è convinto che le "minoranze creative" ,come ad esempio i cattolici, debbano trovare e attuare delle soluzioni alle crisi e alle sfide che la società ci propone in questo tempo. Dà testimonianza infine di quanto la Chiesa stia, da tempo immemore, portando soluzioni, anche materiali, tangibili, economiche, in ogni parte del mondo e con ogni tipo di mezzi. Proposte e idee in ogni attività sociale di rilievo, come l'ambiente o l'educazione. Nella seconda relazione sul tema a parlare è l'onorevole Alfredo Mantovano, sottosegretario del Ministero dell'Interno. La sua formazione è di tipo giuridico e proprio su questo aspetto pone l'accento. Racconta la sua convinzione che "la legislazione di una generazione può diventare la morale della generazione successiva". E' necessario quindi che anche la politica si rinnovi e non si rassegni davanti alle sfide che la società propone. Il politico del resto dovrebbe vivere il suo mestiere come una vocazione e dovrebbe portare il messaggio cristiano all'interno delle sue azioni e delle sue scelte. In questo processo bisogna ovviamente porsi il problema che le scelte siano condivise da tutti o quanto meno condivisibili da molti, stando però molto attenti che questa attenzione alle ragioni di tutti non scada nel relativismo, che definisce come "omicida".

Anche il terzo relatore, Ettore Gotti Tedesci, presidente dell'Istituto per le Opere di religione della Città del Vaticano ed esperto di economia, sembra accusare il relativismo. O meglio, è convinto che la crisi del nostro tempo, prima ancora che economica, prima ancora che strutturale, sia un problema di mancanza nell'uomo di una dottrina. Il resto è una conseguenza, giacchè ci spiega come l'economia o il capitalismo, per fare degli esempi, siano solo degli strumenti, così come ne esistono migliaia, che non posso avere una morale instrinseca. E' l'uomo e solo lui che può dare la giusta morale all'economia e ad ogni strumento che essi stesso crea.

Ascoltando queste riflessioni diventa chiaro a tutti i presenti come i problemi della società vadano affrontati a partire dall'uomo, a partire dalla sua educazione, anche spirituale. Solo la non rassegnazione, solo il sacrificio nel cambiare ogni cosa in meglio può far sì che i progetti che l'uomo crea
possano dare frutto.

Ci ricorderà infine Salvatore che ancora prima di tutto deve
però esserci la preghiera, prima di ogni scelta, prima di ogni azione.
... (continua)
venerdì, aprile 30, 2010

La catena della comunione

Il nostro redattore a Rimini, Antonino Crivello, ci racconta la prima giornata della Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito

Ha preso il via, nel giorno in cui ricorre la festività di Santa Caterina da Siena, la XXXIII convocazione dei gruppi e delle comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo. Si svolge, come di consueto, nella fiera di Rimini, e durerà fino al 2 di Maggio. E' prevista la partecipazione di molti rappresentanti illustri del mondo cattolico nonché di alti prelati. La partecipazione sembra, fin dai primi minuti, numerosa. Gli autobus e le automobili cominciano a formare, intorno alle vie della fiera, file sempre più lunghe: si prevedono del resto migliaia di persone sin da oggi. E infatti, nonostante sia un giorno lavorativo, si superano le diecimila persone. C'è da aspettarsene quindi almeno quindicimila nel fine settimana, se non di più.

Come è facile intuire, l'atmosfera diventa subito carica di attese, di speranze, di certezze, di desideri di preghiera e di incontro con Dio. E infatti, dopo solo qualche minuto dall'orario di apertura previsto, inizia l'accoglienza e poi la preghiera comunitaria carismatica, sulle splendide note che la corale nazionale intona dal palco. Una preghiera di lode allegra, gioiosa, vivace che apre il cuore a Dio e all'azione dello Spirito Santo.

In breve tempo l'assemblea è chiamata, dagli animatori, ad eseguire un particolare 'segno', svolto al termine dell'intronizzazione della Parola, che vuole ribadire fin da subito il desiderio di sentirsi Chiesa, di essere uniti nonostante gli attacchi che in questi mesi arrivano da ogni parte del mondo. Il segno consiste nel creare una "catena" umana. E' il sacerdote che dà il via, poggiando la mano sul cero pasquale e invitando tutti a stringere le mani di chi ci siede accanto, così che nessuno abbia mani vuote, non strette a nessuno. Questa vera e propria unione ha origine dal cero, posto sul palco, e da lì scende e si propaga dai primi blocchi dell'assemblea e si perde in fondo, dove nemmeno gli occhi riescono ad arrivare. Comunione quindi l'un con l'altro, comunione con la Chiesa tutta, dai laici al Papa.

E' Mario Landi, il coordinatore nazionale del Rinnovamento, a esprimere il concetto, dopo aver presentato all'assemblea le varie giornate e i vari ospiti che si susseguiranno. Egli afferma inoltre con fermezza quanto sia importante riconoscere l'azione di Dio nella storia dell'uomo. Azione che viene spesso messa in discussione nei nostri giorni, dai media, dalla cultura scientifica-tecnologica. La parola della convocazione, "E' lo Spirito che dà testimonianza, perché è la verità (1 Gv 5,6b)", è subito compresa. Solo lo Spirito Santo può davvero dare testimonianza del Padre ed è, come ci ricorderà il presidente nazionale Salvatore Martinez a fine giornata, Colui che può renderci testimoni in questo nostro mondo.

E' S.E. Mons. Anton Cosa, vescovo della Moldova, la regione più povera d'Europa, dove da tempo il RnS opera, a raccontarci di come è davvero solo lo Spirito Santo che ci rende testimoni e che attraverso il nostro "sì" ci fa diventare strumento del Padre. Racconta all'assemblea, accompagnato da una rappresentanza di questa missione moldava appositamente arrivata al convegno per dare testimonianza, che le primizie cominciano a vedersi concretamente anche in un territorio difficile come quello Moldavo. A continuare questa analisi "esegetica" della parola di convocazione ci pensa una lettera di S.E. Card. Bagnasco, inviata come augurio per l'inizio del meeting, che afferma con assoluta chiarezza e semplicità come “è lo Spirito Santo, dono del Padre, che agisce, libera dalla paura e dona ogni grazia. E' lo Spirito che custodisce la Chiesa rendendola ancora capace di testimonianza”.

Questa splendida e impegnativa giornata iniziale volge al termine, con la Santa Messa presieduta da S.E. Card. Leonardo Sandri. Nella sua omelia ci ricorda di come dobbiamo prendere esempio dalla Santa patrona di Italia, Santa Caterina: dobbiamo essere come vergini ardenti allo Spirito Santo. Questo affinché non deludiamo quanti ci chiedono 'dell'olio' e possiamo dare il meglio di noi stessi. In riferimento ai recenti fatti di cronaca invece ci ricorda come “la Chiesa rimane un punto di riferimento superiore per tutti, solo che il mondo non lo può ammettere e quindi tradisce questo segreto apprezzamento, criticandola e offendendola”.
... (continua)
giovedì, luglio 02, 2009

Tempo per le relazioni e speranza dai numeri

del nostro redattore Antonino Crivello

Nella seconda giornata di lavori al forum di Pistoia, organizzato da Greenaccord e con tema "Il tempo del creato, il tempo dell'uomo", interviene come relatrice Carla Collicelli, vicedirettore Censis. La riflessione che ci presenta ha forti tinte sociologiche legate agli aspetti caratterizzanti della vita dell'uomo. La società moderna alimenta al suo interno diversi mali, tra cui la paura individuale del futuro, l’emotività spesso repressa, un senso di disagio alimentato dall'incertezza dei sistemi socio-politici mondiali e infine la povertà di molti, tema quest'ultimo ad alto rischio di strumentalizzazione da parte dei media e dei politici. Assistiamo quindi alla nascita di nuovi aspetti sociologici che devono essere approfonditi e studiati per far progredire la società stessa, per rivalorizzare i sentimenti e le emozioni individuali. Si riscontrano frequentemente fenomeni di solitudine, fenomeni di una nuova povertà, assoluta e immateriale, spesso invisibile e nascosta e che non dipende dalle condizioni economiche, fenomeni di povertà familiare (sempre che la famiglia ci sia...), e ancora di povertà "istituzionale", legata alla precarietà del posto di lavoro, e post-materialistica, intesa come povertà di relazioni. Questo insieme di disagi ha generato un decadimento dell'identità dell’individuo, a cui si collegano trasgressione, frammentazione sociale e solitudine individuale.
Parlando nello specifico di trasgressione, bisogna considerare anche tutti i temi ad essa collegati. Essa infatti porta con sé iI rischio dell’alcolismo, il rischi dello "sballo" e dell’assuefazione da droghe più o meno “pesanti”, aspetti quest’ultimi che provocano una debolezza identitaria, una carente ricezione/trasmissione dei valori, un indebolimento dei fattori di protezione spontanea e una mancata ricerca di modelli culturali di riferimento. Rimanendo sull'aspetto identitario, bisogna valutare anche il fenomeno dell'economicismo: si tende a credere che tutto dipenda dai beni materiali e che più si possiede più si è felici. I dati invece mostrano chiaramente che la povertà assoluta non si cura con i beni materiali.
Bisogna riscoprire quindi il significato di successo. Un sondaggio del Censis circa questo tema mostra che le persone intendono il successo come realizzazione delle proprie aspirazioni e come riuscita di progetti utili per tutti. Già questo dato è incoraggiante. Basse, invece, le percentuali di persone che pensano all'accumulo di beni materiali e al diventare famosi come cause per la propria felicità.
La famiglia in tutto ciò è il luogo principale dove si sviluppano le relazioni e dove l'individuo può crescere consapevolmente. Una famiglia peraltro messa a dura prova (basti pensare alle tanti questioni etiche e morali su cui ci si interroga in questo millennio) ma che rimane soggetto affidabile per ogni individuo. E’ nella famiglia infatti che la ricchezza morale viene distribuita. L'importanza data alla famiglia è un altro dato che sempre emerge dai sondaggi, invece di contro quando la famiglia non c'è abbiamo i casi più drammatici di solitudine e sconforto.
I numeri dei sondaggi quindi ci danno delle speranze. Prendiamo per esempio i risultati di un’inchiesta sulla domenica di un italiano medio: colpiscono le percentuali di tempo dedicato alla cura dei rapporti amicali e familiari. Anche negli adolescenti , significativi sono i dati circa i rapporti familiari, o il tempo speso per la lettura e la spiritualità.
Ma allora per avere una società improntata alle relazioni cosa si dovrebbe fare? Migliorare la qualità del lavoro ad esempio. I lavoratori vorrebbero orari flessibili, riduzione dell’orario, possibilità di prepensionamento. Da analisi come queste emerge chiaro il desiderio di uno spazio e di un tempo maggiore per la cura del proprio nucleo privato.
In definitiva occorrerebbe rafforzare i fattori di protezione sociale, creare comunità per la condivisione, incentivare la solidarietà di quartiere, promuovere una cultura di ridistribuzione equa del reddito fra le diverse classi sociali, promuovere la responsabilità dei servizi pubblici locali, cercare un'integrazione di servizi e continuità assistenziale e promuovere una cultura di sobrietà e di vero benessere: queste sono le esigenze che emergono dai sondaggi. L'opinione pubblica sembra sensibilizzata ormai: ha capito che una rivoluzione del sistema sociale è necessaria se si vuole riscoprire il gusto del vivere pienamente.

... (continua)
venerdì, dicembre 26, 2008

Le sentinelle e il loro messaggio

La forza e la gioia di tanti giovani che escono dalle loro parrochie e vogliono trasmettere a tutti la loro Fede e la loro Speranza. Sentinelle instancabili che parlano a gran voce e che solcano le strade delle città, portando in giro la loro voglia di stare nel mondo con Chi il mondo l'ha creato.

di Antonino Crivello

Ormai è consuetudine: il risveglio di ogni individuo è caratterizzato dalla presa di coscienza di vivere in un momento storico segnato da ristrettezze economiche e dalla difficoltà nella costruzione di rapporti sociali edificanti. Così, presi da questi pensieri, ogni mattina si sbrigano le proprie faccende, in attesa di un'altra dura giornata, nel e con il mondo. Ma in che modo si affronta questa situazione? Ci si pensa su un attimo e poi, quasi inconsapevolmente, arriva la risposta. I nostri tempi infatti ci indicano, più o meno velatamente, che l'unica strada possibile consiste nell'aprire il cassetto del comodino ed estrarre una delle centomila maschere di Pirandelliana memoria, per indossarla e poi uscire di casa.

Ovvio quindi l'epilogo. Come per il personaggio di Pirandello, alla fine della giornata ci si chiede quale personaggio si è veramente, quale maschera rappresenta davvero il nostro io più intimo. Spesso però nemmeno questa domanda riesce più a fare breccia nella nostra mente; viene sempre più difficile chiedercelo, e sempre più difficile trovare una risposta.

Ma è davvero questo il frutto della naturale evoluzione darwiniana? Forse no. Bisognerebbe tornare allora al momento in cui ci si chiede come poter affrontare le "avversità quotidiane", e a quel punto effettuare un piccolo cambio nel piano d'osservazione, per rendersi conto che un aiuto, un compagno, un amico esiste. Uno che non muta come la società, non muta come i grandi piani economici mondiali, insomma non si adatta ai tempi e non cambia la Sua novella.

Forse questa è la riflessione che ultimamente ha visto tanti ragazzi portare per strada un messaggio, che sembra nuovo, ma che invece è sempre uguale, come Colui che lo ha creato fin dall'inizio dei tempi. Si fanno chiamare sentinelle del mattino. Ma cosa fanno? Evangelizzano. Come dicono loro stessi: "Ciascuno rimane nella propria appartenenza e lì cresce spiritualmente. Poi ci si ritrova per evangelizzare". La struttura del "movimento" è ben organizzata e consolidata, e viene tutelata dalle diocesi a cui ogni movimento "locale" fa riferimento. Formazione e preparazione nell'ambito locale, dentro le parrocchie, dentro le chiese, e infine delle "cellule", composte da ragazzi, e non solo, che sovente si staccano, per un pomeriggio, per una sera. Escono per strada, entrando in contatto con tutti, credenti o meno. Tentano quindi di portare avanti un modo diverso di vedere le cose, di riaprirsi, o di farlo per la prima volta, a Colui che da sempre ci invita a farlo.

Basta osservarli, guardare i loro gesti prima ancora di ascoltare le loro parole, per rendersi conto che probabilmente non soffrono del peso della paura e delle maschere di cui abbiamo parlato. Si svegliano la mattina e sembra che sappiano già chi sono e cosa vogliono diventare. Allora si uniscono ad altre sentinelle e insieme a loro ne cercano altre, poi altre ancora. Quando questo avviene, comincia la festa, un divertimento pulito e sano, che non fa uso di droghe e di allucinogeni, ma di chitarre, di canti, di danze, di momenti di riflessione. Sembrano unirsi in un solo momento la gioia e la bellezza insita in ogni giovane e l'affascinante profondità del messaggio, e di Colui che il messaggio rappresenta.

Nella realtà siciliana ad esempio, le sentinelle si sono viste: a ottobre nei pressi della Basilica di Palermo, a novembre in quel di Catania, il 27 saranno a Trapani. Guardandoli, nelle loro foto, nei loro video, nei loro occhi, nasce automaticamente l'invito a partecipare. Del resto trasmettono un messaggio, che, condivisibile o meno, vale comunque la pena di essere ascoltato.
... (continua)
mercoledì, luglio 16, 2008

Immigrazione: problema risolvibile?


di Antonino Crivello

(ansa) "LAMPEDUSA (AGRIGENTO) - Tre morti, 47 superstiti e numerosi dispersi (una ventina secondo il racconto dei naufraghi). E' questo il bilancio dell'ennesima tragedia dell'immigrazione avvenuta nel Canale di Sicilia, a 75 miglia a Sud Est di Lampedusa, in una zona che ricade sotto la competenza maltese per quanto riguarda le operazioni di ricerca e soccorso."
Certo, parlare di statistiche quando ai numeri corrispondono persone, morti, scomparsi, è spesso disdicevole. E' altrettanto vero però che le tragedie che si consumano con regolarità allarmante devono pur essere analizzate e studiate, nella speranza di capire quanto meno con cosa si ha a che fare, per tentare di trovare delle soluzioni adeguate e evitare che “chi arriva” trovi una situazione ancor peggiore di quella che ha lasciato. A seguito di quest'ennesimo sbarco, il Ministro Maroni ricorda che un accordo tra Italia e Libia per il pattugliamento delle coste esiste già: "Aspettiamo solo il via libera del governo di Tripoli". Certo il pattugliamento potrebbe essere una soluzione, o almeno un tamponamento ad un fenomeno che si estende invece come un'emorragia. Meglio ancora, si potrebbe tentare di rafforzare il dialogo tra la marina italiana e quella maltese, libica e di tutti gli stati che si affacciano sul mar Mediterraneo.

Ma siamo certi che tutto ciò basti? Nonostante i controlli, nonostante i rischi che questi "viaggi della speranza" comportano, i profughi continuano a provarci, anche perchè non possono aver paura di perdere ciò che non hanno. Nulla in loro è più forte della disperazione.

Ovviamente, com'è ben noto, tale fenomeno incide sul paese "ospitante" (e in questo caso l'Italia è una meta prediletta) in termini di aumento di delinquenza e di (dis)ordine pubblico, visto che, ovviamente, la stessa disperazione che li porta ad attraversare i mari, li spinge a cercare di sopravvivere.

Leggi volte a migliorare e garantire la sicurezza della nostra nazione sono ben accette, ma spesso una soluzione per risolvere il problema alla radice non c'è, o non è stata mai trovata, o forse non è mai stata cercata (almeno così sembra…). Certo, le infrastrutture necessarie costano, e le tante già esistenti su tutto il territorio nazionale avrebbero bisogno di finanziamenti per svilupparsi e per migliorare il tenore di vita da offrire ai proprio "ospiti". Ma non c'è lucro in posti che offrono assistenza, e come spesso avviene nel nostro bel paese tali attività vengono curate da volontari, da associazioni cattoliche e da gente che tiene a cuore le sorti di queste persone più di quanto spesso sembrano tenerci i nostri politici nazionali, i nostri consigli regionali, le nostre amministrazioni locali.

Anzi, le norme attualmente vigenti stanno provocando situazioni ancor più al "limite" di quelle in cui queste persone già si trovano. Ormai molte strutture sanitarie pubbliche riscontrano la cosiddetta «clandestinità sanitaria», per cui i clandestini preferiscono non andare in ospedale a curarsi, anche in condizioni gravi, per paura di essere denunciati. Si tratta di una piaga gravida di disastrose conseguenze, un’emergenza – sostengono medici e associazioni di volontariato – aumentata in modo esponenziale da quando è all'ordine del giorno l'introduzione del reato di clandestinità. C'è bisogno di appellarsi allora al senso civico di ognuno di noi, sentire nella propria coscienza il dovere morale di offrire un sostegno profondo a queste persone, aiutarle a non aver paura anche di curarsi, un diritto fondamentale questo per ogni vita umana.

Probabilmente il problema non sarà mai risolto e nemmeno analizzato alle radici, ma continuare a sollevare la questione, continuare ad avere in mente le foto di migliaia di profughi, bambini e genitori disperati, è senza dubbio positivo. Magari così centinaia di “uomini” possono trovare la forza per reagire ed impegnarsi, anche solo per arrogarsi di nuovo il diritto di definirsi tali.
... (continua)


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