domenica, aprile 10, 2011
Dall’esperienza di Jocelyne Bélanger, consigli, tecniche, riflessioni ed esercizi per raggiungerla

del nostro redattore Antonino Crivello

Premetto che per approcciarsi a questo libro è necessario disporsi con il “giusto spirito”, occorre cioè la capacità di mettersi in gioco e di affrontare se stessi senza menzogne. Sin dalle prime pagine si evince che l’autrice espone le sue tesi avendo alle spalle una lunga carriera; gli esempi che vengono proposti, più o meno reali, risultano molto chiari poiché raccontano situazioni di vita quotidiana in cui quindi è molto facile identificarsi. La lettura del testo è abbastanza scorrevole, nonostante l’intervallarsi di veri e propri esercizi che sembrano frammentare un po’ il testo rendendolo meno lineare. Del resto l’autrice si propone l’ardito scopo di far raggiungere al lettore questa agognata gioia di vivere, ma non come una semplice emozione, una sensazione sfuggevole, bensì come uno stato permanente dell’essere umano. Ciò prevede pazienza e l’uso anche ripetuto in vari periodi degli esercizi proposti, che sono molto pratici: richiedono, ad esempio, di scrivere i ricordi d’infanzia più piacevoli o legati alle situazioni che più ci hanno fatto star bene in passato, oppure di formalizzare delle idee o dei progetti lavorativi. L’idea è che si riesca a razionalizzare meglio un concetto dopo averlo scritto.

E’ importante sottolineare la divisione dell’autrice circa le diverse sfere che compongono l’uomo: il corpo, la mente, il cuore e l’anima. Questa divisione ricorre molto spesso in tutto il testo proprio perché l’autrice considera fondamentale, per riuscire a fare una qualsiasi scelta, mantenere una perfetta armonia tra questa 4 sfere. In pratica l’autrice raccomanda di ‘chiedere’ ad ogni componente cosa ne pensa di una determinata scelta, quali sarebbero gli effetti su di essa e se essa ne risulterebbe pienamente appagata. L’ausilio dei numerosi racconti di pazienti permette facilmente di capire cosa l’autrice intende. Si può quindi scoprire come riuscire a prendere una scelta ‘corretta’ nonostante sembri così difficile.

Inoltre i numerosi spunti all’interno del libro permettono di riflettere attentamente su quanto sia facile sbagliare quando si cerca di raggiungere un compromesso. Esso sembrerà inizialmente la soluzione corretta, invece farà spazio ad un malessere che, nascendo da una delle 4 sfere sopracitate, si propagherà poi sulle altre compromettendo l’esito della scelta.

Non è presente nel testo nessun accenno alla fede. Probabilmente viene inserita nella categoria anima e questa a mio avviso è una forzatura. Una inclusione un po’ troppo generica rispetto ad un componente così intima e primaria nella vita di tante persone. Come quindi una scelta di /per fede si possa inserire in questa comunque pregevole analisi rimane poco chiara.

Del resto lo scopo del libro è riportare l’uomo al suo interesse primario, quello di stare bene, di vivere bene. Sebbene si abbia l’impressione, sottolineata dalla stessa autrice, che questo approccio sia egoistico, si scoprirà che non è del tutto vero. Una persona capace di vivere nella gioia e nella serenità riuscirà sicuramente a trasmetterla negli affetti, nel lavoro e in ogni ambito della quotidianità dell’uomo.

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