venerdì, febbraio 17, 2012
Antonino Crivello intervista per La Perfetta Letizia Maximo, eclettico artista romano che, dopo un film con Claudia Koll, si è convertito e ha abbracciato la religione cristiana. Di questa esperienza ne parla nel suo libro "All’improvviso La luce - storia di una Conversione".

D - Maximo, raccontaci un po’ di te, o meglio descrivici chi eri prima del famoso film con la Koll, che ha sicuramente segnato un punto di svolta nella tua vita, e chi sei diventato dopo.

R - Ero senza ombra di dubbio un grande peccatore, un po’ come la Samaritana che sta per essere lapidata dalla gente ma che Gesù perdona. Ho nella mente l’immagine di quella donna peccatrice che bacia il suo piede: è così che mi sento. Non avevo fede. Conducevo una vita dissipata, dove il mio unico Dio erano il divertimento, la fama, i soldi... Vedevo la Chiesa come un nemico da combattere, da annientare, e Dio per me era un Dio crudele, ingiusto e giudicatore. Dopo la morte di mia madre avevo anche iniziato a ripudiarlo e a odiarlo per avermi tolto la persona più cara al mondo. Non avevo rispetto di nessuno e usavo gli altri per raggiungere i miei obiettivi; il mio cinismo e il mio egoismo erano nauseanti.
Oggi è come se rivedessi il mio passato impresso in una pellicola: so che quell’immagine è la mia, ma mi sento un attore che stava interpretando una parte, una parte che aveva fatto diventare la sua realtà, il suo mondo. Mi fa male prendere consapevolezza di ciò che sono stato, ma non lo rinnego: il buio da dove vengo mi ha fatto amare immensamente la luce che all’improvviso è arrivata nella mia vita. Ora vedo il mondo, gli uomini, la natura, con infinita tenerezza, perché riesco a percepire, anche se minimamente, l’amore e la misericordia con i quali Gesù mi ha accolto e con i quali ha sanato le mie ferite; ferite inflittemi dal male un po’ per volta, improvvise come accettate sulla carne, in quel buio fitto che mi aveva imprigionato.
Resto comunque un peccatore - tutti lo saremo fino alla morte - ma oggi sono un peccatore guerriero che lotta per debellare il suo nemico; un peccatore consapevole della sua fragilità e inutilità, un peccatore che grida con tutto se stesso a Gesù di lasciarlo ai piedi della sua Croce e di continuare a stare sotto il suo sguardo.

D - Qual è stato il fattore scatenante di questa conversione di paolina memoria?
R - Il Male si era preso tutto di me: mancava solo la mia vita e con essa la dannazione eterna dell’anima. Ero caduto in una profonda depressione da cui, senza l’intercessione dello Spirito Santo, non sarei più tornato indietro. La mia vita era giunta davanti ad un precipizio e io ero sul punto di buttarmi, stavo per compiere una caduta senza fine nell’oblio. È proprio questa la dannazione dell’anima: immaginate di cadere nelle profondità della terra in un burrone senza fondo e trattenere il respiro e i battiti del cuore nel terrore di ciò che accade per un momento infinito. Questa è la dannazione dell’anima verso cui il Demonio ci spinge giorno dopo giorno.
Mi ha salvato una piccola suora: Suor Rosa, una donna morta in odore di santità quasi 100 anni orsono.
La stessa suora della quale ho raccontato la vita nel film “Petali di Rosa”, con Claudia Koll e Antonella Ponziani. È stata questa figura mistica e spirituale a farmi incontrare la Luce e, in quella Luce, Gesù. L’episodio è raccontato nel mio libro: è un fatto straordinario che ho voluto lasciare come testimonianza a chi non crede a una vita dopo la morte; a chi non crede che alla fine di tutto questo cammino ci aspetta solo una beatitudine eterna se iniziamo a edificarla su questa terra; a chi non crede che tutto gira intorno a un unico grande mistero chiamato Amore.

D - Hai fatto una scelta molto coraggiosa nel decidere di 'ritirarti' in convento per ben due anni. Ha fortificato la tua fede? Come riassumeresti questa esperienza?
R - Non è stata una scelta coraggiosa, è stata un’esigenza: io avevo bisogno di purificare la mia anima e il mio corpo. È stato come disintossicarmi dalla sporcizia di questa vita, togliermi di dosso ciò che mi appesantiva, liberare il mio cuore da falsità, egoismo, superbia, e capire a fondo la misericordia di Dio per poter iniziare ad amare i miei fratelli e anche me stesso. Spesso, il nostro non voler accettare gli altri deriva dal fatto che non accettiamo noi stessi e non ci amiamo abbastanza: se impari ad avere pietà di te, riesci ad averne anche di chi ti è accanto: più comprendi la miseria del tuo essere e più hai misericordia dei tuoi fratelli. Senza questo processo di Amore profondo e di consapevolezza interiore, non puoi instaurare un dialogo diretto con Gesù: il filtro sei tu con la tua umanità, la tua fragilità. Per questo Gesù ci ha detto: “Se non riesci ad amare gli uomini che vedi, come puoi amare Dio che non vedi?”

D - Il libro racconta una bellissima storia di conversione. Credi che molte persone, leggendolo, possano avere questo richiamo verso le 'vie di Dio'?
R - Guarda, ti rivelo un mistero che non riesco davvero a spiegarmi, come tutte le scelte di Dio che non possiamo comprendere. Questo libro è stato scritto nel 2009, pochi anni dopo il film. Successivamente ho continuato ad arricchirlo di esperienze significative nel mio cammino di conversione sino ad oggi. Non sapevo se sarebbe mai stato pubblicato e quando: io l’ho scritto solo per dare una testimonianza di fede, niente di più. Qualcosa dentro mi ha spinto a farlo...
Quello che oggi so è solo che c’e’ un numero che ricorre sempre in tutta la mia “seconda vita”, da quando ho avuto la conversione: il 12. Il 12 aprile è nata Suor Rosa, il 12 febbraio ho iniziato a girare il film, i 12 apostoli, il 12 maggio mi è apparsa Santa Rita e poi l’incontro casuale con il mio editore Andrea Mucciolo, nel 2012. Quando ci siamo visti la prima volta abbiamo parlato di Gesù e di fede per più di due ore senza nemmeno percepire lo scorrere del tempo. Per me è un segno importante, ed è per questo che gli ho chiesto di scrivere anche la prefazione del mio libro. Qualche settimana dopo l’incontro mi ha comunicato la data di uscita del libro: 12 aprile 2012. Sono rimasto esterrefatto, anche se credo dentro di me di sapere il perché qualcuno abbia predisposto tutto in questo preciso momento: non sono un profeta, né lo sarò mai, ma so che il mondo in cui viviamo ha bisogno di un cambiamento radicale per uscire dal torpore in cui è imprigionato. Il male regna sovrano sulla terra, Gesù ha bisogno di veri uomini di fede per fronteggiare il Nemico e ha bisogno di reclutarli da ogni parte del mondo. Oggi credo che il mio libro serva proprio a questo: a dare certezze, a rafforzare la fede, a fronteggiare e a ostacolare il piano micidiale e sterminatore del Male.

D - Come è cambiato il tuo lavoro di regista dopo la conversione? Altri progetti in futuro?
R- Dopo la conversione è cambiato tutto di me e di conseguenza oggi anche il mio lavoro è in linea con il mio cammino spirituale. È tutto un divenire giorno dopo giorno, passo dopo passo, errore su errore, caduta su caduta... Però Gesù ha voluto che restassi nel mio mondo: avrebbe potuto chiedermi di intraprendere altre vie, ma non l’ha fatto. Per questo ho deciso di esplorare una scelta che può suscitare perplessità: lo spettacolo “Man Burlesque” di cui sono l’artefice, perché saper ridere e apprezzare il bello è parte della nostra umanità. Gesù non ci chiede di rinunciare ad essere uomini, ma di essere uomini e al contempo figli di Dio. Se avessimo chiara questa consapevolezza, le nostre vite cambierebbero totalmente, ma c’è bisogno di “fede”: senza di essa siamo “persi”.
Il mio più grande sogno è diventare il “Regista dei Santi”: mi piacerebbe far conoscere e far rivivere la vita di tutti i Santi, esempi viventi di “Fede e Amore”. Il progetto su cui sto lavorando al momento è un’opera teatrale “spirituale”, scritta, diretta e interpretata da me, dal titolo “Dentro l’Anima”; un’opera che dovrebbe davvero scuotere gli animi intorpiditi, un viaggio profondo all’interno dell’anima di ognuno, alla scoperta dell’amore di Cristo. Il debutto è previsto per maggio 2012, il mese della Madonna, ed è a Lei, la Mamma Celeste, la madre di tutti, che dedico quest’opera.

D - Ti ringrazio per la disponibilità e ti ringrazio per il tuo lavoro.
R - Ringrazio “La Perfetta Letizia” per l’attenzione riservatami e tutti coloro che leggeranno il mio libro. Vorrei chiudere con la stessa richiesta con cui questo si conclude: “Pregate per me e io pregherò per tutti voi”. Grazie di cuore.

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