domenica, novembre 13, 2011
Per capire meglio il governo che verrà, abbiamo intervistato l'on. Antonio Borghesi. Dopo qualche giorno di incertezza, l'Italia dei Valori sembra avere deciso la linea politica da seguire, concorde alle altre forze del centrosinistra.

Quella appena trascorsa sarà ricordata come una delle settimane più intense della vita politica della seconda repubblica. Ancora oggi non si sa bene cosa succederà in parlamento, anche se il governo Monti sembra avere ormai un ampio consenso, dal Pdl al Pd passando per il Terzo Polo. Le posizioni dei partiti però non sono state chiare da subito. Abbiamo intervistato l'onorevole Antonio Borghesi per capire se il partito di Di Pietro ha sciolto ogni riserva sul governo nascente.

D. On. Borghesi, la linea del partito, nonostante qualche tentennamento inziale, sembra essere chiara: appoggio condizionato al governo Monti. All'interno del partito siete tutti concordi con il vostro leader o assisteremo a spaccature come quelle che sembrano inevitabili all'interno del Pdl?

R. Non credo che ci saranno spaccature. Siamo in democrazia e perciò non esiste il pensiero unico. Ci sono sfumature diverse tra di noi e talora anche opinioni diverse. Tuttavia quando ci confrontiamo, almeno sinora, abbiamo poi tutti accettato il principio di maggioranza.

D. Quali sono i 'paletti' che l'Idv pone a Monti? È solo una questione di tempistiche, di avere cioè tempi certi sulla sua durata, o cercherete di imporre ad esempio una riforma elettorale?

R. Noi in linea di pincipio chiediamo una prevedibile scadenza del governo, un programma, compresa una rifoma elettorale oppure la certezza di un referendum. Il programma deve prevedre: tagli ai costi della politica, tagli alle spese statali, misure draconiane contro chi evade, chi esporta patrimoni all'estero o li nasconde dentro le socità di comodo. Inoltre azioni per lo sviluppo. Chiediamo infine che il governo sia realmente tecnico.

D. La scelta di appoggiare il governo nascente, insieme alle altre forze di opposizione, è stata dettata anche dalla consapevolezza che la rottura si sarebbe ripercossa sull'alleanza nelle future elezioni?

R. No, non abbiamo questo timore. Se si andrà a votare in termini abbastanza ravvicinati il rapporto Pd-Idv è assolutamente ineludibile. Se durasse molto è difficile oggi prevedere come cambi la geografia politica in Italia.

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