La forza e la gioia di tanti giovani che escono dalle loro parrochie e vogliono trasmettere a tutti la loro Fede e la loro Speranza. Sentinelle instancabili che parlano a gran voce e che solcano le strade delle città, portando in giro la loro voglia di stare nel mondo con Chi il mondo l'ha creato.
di Antonino Crivello
Ovvio quindi l'epilogo. Come per il personaggio di Pirandello, alla fine della giornata ci si chiede quale personaggio si è veramente, quale maschera rappresenta davvero il nostro io più intimo. Spesso però nemmeno questa domanda riesce più a fare breccia nella nostra mente; viene sempre più difficile chiedercelo, e sempre più difficile trovare una risposta.
Ma è davvero questo il frutto della naturale evoluzione darwiniana? Forse no. Bisognerebbe tornare allora al momento in cui ci si chiede come poter affrontare le "avversità quotidiane", e a quel punto effettuare un piccolo cambio nel piano d'osservazione, per rendersi conto che un aiuto, un compagno, un amico esiste. Uno che non muta come la società, non muta come i grandi piani economici mondiali, insomma non si adatta ai tempi e non cambia la Sua novella.
Forse questa è la riflessione che ultimamente ha visto tanti ragazzi portare per strada un messaggio, che sembra nuovo, ma che invece è sempre uguale, come Colui che lo ha creato fin dall'inizio dei tempi. Si fanno chiamare sentinelle del mattino. Ma cosa fanno? Evangelizzano. Come dicono loro stessi: "Ciascuno rimane nella propria appartenenza e lì cresce spiritualmente. Poi ci si ritrova per evangelizzare". La struttura del "movimento" è ben organizzata e consolidata, e viene tutelata dalle diocesi a cui ogni movimento "locale" fa riferimento. Formazione e preparazione nell'ambito locale, dentro le parrocchie, dentro le chiese, e infine delle "cellule", composte da ragazzi, e non solo, che sovente si staccano, per un pomeriggio, per una sera. Escono per strada, entrando in contatto con tutti, credenti o meno. Tentano quindi di portare avanti un modo diverso di vedere le cose, di riaprirsi, o di farlo per la prima volta, a Colui che da sempre ci invita a farlo.
Basta osservarli, guardare i loro gesti prima ancora di ascoltare le loro parole, per rendersi conto che probabilmente non soffrono del peso della paura e delle maschere di cui abbiamo parlato. Si svegliano la mattina e sembra che sappiano già chi sono e cosa vogliono diventare. Allora si uniscono ad altre sentinelle e insieme a loro ne cercano altre, poi altre ancora. Quando questo avviene, comincia la festa, un divertimento pulito e sano, che non fa uso di droghe e di allucinogeni, ma di chitarre, di canti, di danze, di momenti di riflessione. Sembrano unirsi in un solo momento la gioia e la bellezza insita in ogni giovane e l'affascinante profondità del messaggio, e di Colui che il messaggio rappresenta.
Nella realtà siciliana ad esempio, le sentinelle si sono viste: a ottobre nei pressi della Basilica di Palermo, a novembre in quel di Catania, il 27 saranno a Trapani. Guardandoli, nelle loro foto, nei loro video, nei loro occhi, nasce automaticamente l'invito a partecipare. Del resto trasmettono un messaggio, che, condivisibile o meno, vale comunque la pena di essere ascoltato.
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