mercoledì, maggio 10, 2017
Il 7 maggio, dopo tre lunghi anni di sequestro, Boko haram ha rilasciato 82 delle 276 studentesse rapite. Il caso suscitò per settimane l'attenzione e lo sdegno del mondo intero.
Amnesty - Un mese dopo il
terzo anniversario (
leggi qui) del rapimento delle 276 studentesse della scuola di Chibok, il governo nigeriano ha annunciato di aver ottenuto il rilascio di 82 di loro a seguito di un negoziato col gruppo armato islamista Boko haram, responsabile del sequestro.
Considerati i precedenti rilasci, nelle mani di Boko haram dovrebbero restare ancora 113 ragazze
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domenica, maggio 07, 2017
Un incidente avvenuto nei pressi di Karatu, nella regione settentrionale di Arusha, non lontano dal confine con il Kenya. Tra il 2014-16 sulle strade tanzaniane sono morte almeno 11.000 persone
Una tragedia consumata tra le strade della Tanzania. Un autobus sul quale viaggiavano dei bambini, forse anche a causa della pioggia, è sbandato lungo un ponte, precipitando nel fiume sottostante. Erano alunni della Lucky Vincent School di Arusha. Stavano andando a lezione, accompagnati da due insegnanti, morti anche loro, insieme all'autista. I deceduti sono 12 maschi e 17 femmine
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domenica, aprile 02, 2017
Una colata di fango ha travolto nella notte tra venerdì e sabato la città di Mocoa, nel sud-ovest della Colombia.
Radio Vaticana -Oltre 200 i morti causati dalla frana, altrettanti i dispersi, mentre i feriti sono più di 400. Un bilancio destinato ad aggravarsi mentre i soccorsi sono stati sospesi nella notte per mancanza di elettricità. A tutto il Paese, da Carpi, la vicinanza del Papa. Il servizio di Michele Raviart:
Il fiume di fango e detriti ha inondato i quartieri della città, distrutto abitazioni e ponti
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mercoledì, marzo 15, 2017
Secondo l’ultima analisi del Integrated Food Security Phase Classification (Ipc) pubblicato oggi dall’Onu partner umanitari, «Una grave insicurezza alimentare minaccia oltre 17 milioni di persone nello Yemen sconvolto dai conflitti.
GreenReport - 20 sui 22 governatorati del Paese si trovano in situazione di “crisi” o a livelli di insicurezza alimentare di “emergenza”, e quasi due terzi della popolazione devono adesso fare i conti con la fame e necessitano con urgenza di assistenza per salvare vite e mezzi di sussistenza. Senza un ulteriore sostegno umanitario, Taiz e Al Hudaydah, due governatorati che rappresentano quasi un quarto della popolazione dello Yemen, rischiano la carestia»
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martedì, febbraio 21, 2017
Allarme carestia nel Sud Sudan, dove 100 mila persone stanno già soffrendo la fame e 1 milione sono a rischio di penuria di cibo. Servizio di Roberta Gisotti:
Radio Vaticana - A denunciare la grave calamità che colpisce il Paese africano sono tre agenzie delle Nazioni Unite, Fao, Unicef e Pam e lo stesso governo. Dal dicembre del 2013 in Sud Sudan è in corso una guerra civile, esplosa a causa di uno scontro politico tra il presidente Salva Kiir e il suo ex vice Rieck Machar, accusato di aver tentato un golpe. Ne è seguito un conflitto etnico tra le tribù Dinka e Nuer con decine di migliaia di morti e milioni di sfollati. L'Onu perfino paventa che in Sud Sudan si consumi un genocidio
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martedì, febbraio 14, 2017
“Discriminatorio, eccessivo, arbitrario e sproporzionato”, nonché una sorta di punizione collettiva.
Amnesty - Con queste parole perentorie, il 9 febbraio, il giudice dell’Alta Corte del Kenya JM Mativo ha bocciato il decreto con cui il governo di Nairobi intendeva chiudere
il campo rifugiati di Dadaab, il più grande del mondo, dove si trovano attualmente oltre
260.000 profughi somali.
Il giudizio dell’Alta Corte era stato sollecitato dalla Commissione Nazionale per i Diritti Umani e da Kituo Cha Sheria, due organizzazioni non governative kenyane ed era stato sostenuto da Amnesty International
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venerdì, febbraio 10, 2017
Al via oggi a Roma il terzo Forum Mondiale dei popoli indigeni.
Radio Vaticana - L’incontro è nella sede dell’Ifad, l’agenzia dell’Onu per lo sviluppo agricolo. I rappresentanti di 30 popoli autoctoni si ritrovano, fino a lunedì, a discutere di comunità, risorse, sviluppo, mentre anche stand di prodotti tipici ricordano l’importanza di sostenere culture e tradizioni particolari. Il servizio di Fausta Speranza:
ascolta
Lo chiamano “supporto integrale”: è il tipo di aiuto che le comunità indigene chiedono al resto del mondo e che, a ben guardare, può essere motivo di profonda riflessione per tutti. Significa, infatti, non considerare solo gli indici economici ma tutto ciò che rende migliore una comunità e una società, a partire da un sano rapporto tra generazioni e dall’attenzione all’ambiente. E’ quanto si legge nei documenti di base del terzo Forum mondiale dei popoli indigeni, a 10 anni dalla Dichiarazione dell’Onu sui diritti di questa fetta di popolazione mondiale
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giovedì, gennaio 26, 2017
Papa Francesco ha espresso la sua "vicinanza spirituale ai feriti e a quanti soffrono le conseguenze” dei devastanti incendi che stanno colpendo in questi giorni le regioni centrali del Cile. Finora sono morte sei persone: 2 poliziotti e quattro vigili del fuoco. Il servizio di Sergio Centofanti:
Radio Vaticana - In un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin inviato al presidente della Conferenza Episcopale del Cile, mons. Santiago Silva, il Papa assicura le sue preghiere per i defunti, invocando da Dio “forza e consolazione” per coloro che sono colpiti da questa calamità. Prega, quindi, il Signore che “ispiri in tutti sentimenti di solidarietà, perché in questi momenti così difficili collaborino efficacemente, con generosità e carità
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martedì, gennaio 03, 2017
Bisogna combattere le mutilazioni genitali femminili (Mgf) attraverso l’istruzione: a ribadirlo è stata la Commissione episcopale per il sociale e lo sviluppo della Chiesa cattolica etiope, durante un seminario svoltosi ad Addis Abeba e indirizzato, in particolare, ai direttori scolastici ed agli insegnanti.
Radio Vaticana -
Mutilazioni frutto di paure e stereotipi sociali
Durante i lavori – riferisce l’agenzia cattolica africana Canaa – è stato evidenziato come le Mgf siano frutto di “pressioni sociali”: infatti, sono soprattutto “il timore della stigmatizzazione e la paura di risultare inadatte al matrimonio” a spingere le donne ad accettare simili mutilazioni, “nonostante la consapevolezza della loro pericolosità”. Di qui, il richiamo della Commissione episcopale ad affrontare la problematica in maniera globale, partendo dall’educazione dei giovani, i quali possono portare nella società “un cambiamento di atteggiamento nei confronti degli stereotipi tradizionali”
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mercoledì, novembre 23, 2016
14 milioni di persone, tra cui 400.000 bambini, hanno oggi bisogno di assistenza umanitaria nella regione, ex roccaforte di Boko Haram. Da quando il gruppo jihadista ha iniziato i suoi attacchi nel Paese nel 2009, sono state uccise decine di migliaia di persone. Oltre 2 milioni gli sfollati
di Federica Iezzi
Green Report -
Maiduguri (Nigeria) In mezzo a fame e migrazioni forzate, sono quasi spariti i bambini al di sotto dei cinque anni di età. E’ l’allarmante appello di Medici Senza Frontiere. Siamo nello stato di Borno, nel nord-est della Nigeria. Non ci sono più nei centri per la cura della malnutrizione, non ci sono più negli ambulatori medici, non ci sono più nei reparti degli ospedali, non ci sono più legati sulle spalle delle loro madri. E’ singolare non vedere bambini piccoli quando vengono allestiti nuovi campi per gli sfollati interni. Esistono sempre e solo fratelli e sorelle più grandi. Allora, dove sono andati?
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lunedì, novembre 21, 2016
Venerdì 18 novembre una corte d'appello della Mauritania ha assolto e rilasciato tre attivisti di Ira-Mauritania (Iniziativa per la rinascita del movimento abolizionista, una Ong che lotta contro la schiavitù nel paese dell'Africa nord-occidentale) e ha ridotto la pena nei confronti di altri sette attivisti, a loro volta rimessi in libertà in quanto avevano scontato in attesa del processo il periodo di carcere equivalente.
Amnesty - I 10 attivisti rilasciati facevano parte di un gruppo di 13 persone che in primo grado erano state condannate a pene da tre a 15 di carcere per una serie di reati tra cui "ribellione" e "uso della violenza".
I 13 erano stati arrestati tra il 30 giugno e il 9 luglio nella capitale Nouakchott, a seguito di una protesta - cui nessuno di loro aveva preso parte! - contro lo sgombero forzato di un insediamento per far posto a un vertice della Lega araba: un insediamento abitato in larga parte dagli haratin, la casta cui un sistema ereditario di sottomissione assegna il ruolo di schiavi
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giovedì, novembre 03, 2016
A Kasabasa «ogni giorno la gente guarda il cielo per sapere se riuscirà a partecipare alla Messa», ha scritto ad Aiuto alla Chiesa che Soffre Padre Santosh Singh, parroco a Bamunigam, nello Stato federato dell’Orissa (India).- dona ora.
Il
villaggio di Kasabasa fa parte del territorio parrocchiale. In questi territori, nell’agosto del 2008, i fondamentalisti indù trucidarono oltre 100 Cristiani, incendiarono 5.600 case e distrussero 295 chiese.
Monsignor John Barwa, Arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar, capoluogo dell’Orissa, ricorda quei giorni terribili e la fierezza con la quale la sua gente è rimasta cristiana: «I fedeli che incontro mi dicono che se c’è una cosa che i persecutori non possono fare, è quella di riuscire a separarli da Gesù
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