domenica, aprile 02, 2017
Una colata di fango ha travolto nella notte tra venerdì e sabato la città di Mocoa, nel sud-ovest della Colombia.

Radio Vaticana -Oltre 200 i morti causati dalla frana, altrettanti i dispersi, mentre i feriti sono più di 400. Un bilancio destinato ad aggravarsi mentre i soccorsi sono stati sospesi nella notte per mancanza di elettricità. A tutto il Paese, da Carpi, la vicinanza del Papa. Il servizio di Michele Raviart:

Il fiume di fango e detriti ha inondato i quartieri della città, distrutto abitazioni e ponti
, coinvolgendo almeno trecento famiglie. A devastare Mocoa, quaranta mila abitanti al confine con l’Ecuador e il Perù, uno smottamento del terreno dovuto alle piogge torrenziali che negli ultimi giorni hanno fatto straripare i tre fiumi che circondano la città.

A perdere la vita, in una delle zone più povere del Paese, “intere famiglie, ragazzi ed anziani”, ha sottolineato il ministro degli Interni Juan Manuel Cristo, che sono state sotterrate dal fango durante il sonno. 

Dichiarato lo stato di calamità dal presidente Juan Manuel Santos, che ha raggiunto il luogo del disastro e presiede alle operazioni di soccorso, in cui sono impegnati oltre mille e cento tra poliziotti e soldati. Le ricerche ricominceranno in queste ore per cercare le decine di dispersi, dopo che erano state sospese la scorsa notte per la carenza di energia elettrica. 25 le abitazioni completamente distrutte finora, mentre i corpi delle vittime sono in corso di identificazione da parte di tre squadre di medici legali. Un disastro naturale che colpisce un Paese in cui sono in corso colloqui di pace con la guerriglia e in cui si aspetta la visita del Papa il prossimo settembre, come spiega Gianni La Bella, docente di Storia contemporanea all’Università di Modena e Reggio Emilia, che per la Comunità di Sant'Egidio sta seguendo i colloqui di pace:

"Questo disastro naturale conferma ancora una volta la debolezza degli aspetti climatici del controllo del territorio e rivela la fragilità di molti di questi Paesi in cui tali manifestazioni naturali producono non solo centinaia di morti ma anche costringono il Paese a fare i conti con opere di ricostruzione importanti. Certo, una vicenda che coglie la Colombia in un momento di grande concentrazione attorno al processo di pace e in grande preparazione da tutti i punti di vista per la visita del Papa. C’è da augurarsi che questo disastro naturale non distragga le forze sociali, le forze economiche, le forze politiche da quella che è la concentrazione primaria in questo momento nella vita del Paese: arrivare alla firma della pace definitiva. Quindi è molto importante che tutti i colombiani e soprattutto la comunità internazionale si stringa attorno alla Colombia nell’aiutarla nel momento difficilissimo della tragedia ma nello stesso tempo possa garantire a questo Paese la possibilità di continuare a fare tutti gli sforzi verso il raggiungimento della pace definitiva".


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