mercoledì, luglio 31, 2013
S.Francesco del deserto sarà forse la prossima isola che il Papa vorrà visitare dopo Lampedusa
di Renato Zilio
In mezza alla laguna veneta, verdissima e incastonata come una perla di smeraldo, c’è un’isola dove si respira ovunque la presenza del santo di Assisi. Vi è sbarcato qui di ritorno dall’Oriente nel 1220, restandovi probabilmente “una quarantena”. Quaranta giorni di preghiera e di solitudine, come si usava allora. Qui è avvenuto il miracolo della predica del santo agli uccelli, come narra il libro di San Bonaventura
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domenica, giugno 30, 2013
Quasi a consacrare il gemellaggio con Westmister Abbey dalle lontane radici benedettine, l’ultima apparizione ufficiale dell’Abate di Montecassino è in occasione del 60° di incoronazione della Regina. Serata all’esclusivo Reform Club.
di Renato Zilio
Atmosfera trepidante, clima severo e contesto barocco negli interni del palazzo Farnese. Ci si trova, però, nel cuore di Londra. Una copia esatta del palazzo nobiliare romano costruita sulla centralissima Pall Mall è sede del Reform Club, il più antico ed esclusivo club londinese. Obbligatorio vi è l’uso della cravatta, bandito, invece, quello del telefono e della macchina fotografica
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mercoledì, marzo 13, 2013
Un missionario dei migranti a Londra (lo scalabriniano Renato Zilio) auspica un papa per i tempi d’oggi: un direttore d’orchestra, un’icona di Dio
Nell’ansia dell’attesa un giornale inglese lanciava ai suoi lettori la proposta di scegliere ognuno il proprio papa. Quasi un voto di conclave allargato: “Choose your own pope!” Tra una rosa di 115 cardinali, le loro foto, il profilo, la scheda informativa la scelta è amplissima. Il papa che vorrei - vivendo come missionario tra culture e uomini differenti in una metropoli multiculturale
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sabato, febbraio 16, 2013
Uno scambio con un pastore anglicano sul tema dell’autorità dopo il gesto di Benedetto XVI
di Renato Zilio
“Sì, un passo verso l’unità!” mi fa sicuro. Marc, pastore protestante, nostro vicino, mi parla del gesto del Papa di dimettersi. Per lui è un piccolo, significativo step verso l’unità dei cristiani. Un segno di Dio. Senza accorgersi, è il passare da una concezione dell’autorità coltivata da secoli ad un’altra, dalla figura in filigrana di una monarchia a quella, invece, di un servizio, seguendo la parabola delle proprie forze e le parole stesse di Benedetto XVI
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giovedì, febbraio 07, 2013
Due giorni in una metropoli asiatica scoprendo umanità, religiosita e povertà di un popolo
di Renato Zilio
All’aeroporto di Manila mi viene incontro, sorridendo. “Tieni!” mi fa. È un grande casco da moto. È la prima sorpresa: farmi coraggio, stringermi all’altro, sfrecciare in un continuo slalom tra vetture e traffico indiavolato. Padre Mariano Cisco conduce la moto con un fare disinvolto e sbarazzino, degno di un diciottenne. È il rettore della teologia. Durante la settimana insegna all’università dei Gesuiti
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martedì, febbraio 05, 2013
Quaresima è il tempo opportuno per una lettura del nostro cammino di emigranti italiani all’estero e in patria, per trovarne il senso, coglierne lo spessore, ritrovarne la meta. Testimonianze.
di Renato Zilio
“Padre, ma sapesse cosa ho visto in Italia!” mi fa Giovanna. Il racconto dei nostri emigrati italiani all’estero è sempre interessante da ascoltare. Hanno occhi diversi per guardare. Hanno acquisito una sensibilità europea, francese, inglese o altro. Hanno la loro casa, la loro famiglia all’estero, dove vivono in un’invidiabile normalità. Sì, eroi di due mondi
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giovedì, gennaio 31, 2013
Per un italiano emigrato all’estero il mondo a qualsiasi età è sempre piccolo, l’incontro di mondi differenti prezioso. La storia di Giuseppe.
di Renato Zilio
“Ma è una follia - gli aveva detto qualcuno - a 86 anni mettersi in viaggio! Restare per aria una ventina d’ore fino ad arrivare alle Filippine non è impresa da poco!”. Ma questo era un sogno. Per lui, Giuseppe Ciampa di Montefalcione, emigrato nel ‘54 a Bedford a due passi da Londra, l’idea aveva quasi la sacralità di un voto. Concetta, la moglie - ormai nelle mani del Signore - aveva adottato
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martedì, gennaio 08, 2013
Come in una parrocchia romana si è vissuta l’Epifania, cammino personale e comunitario verso Dio
di Renato Zilio
Domenica dell’Epifania. Verso la fine della Messa, dopo aver celebrato i tre Magi, viene annunciato sobriamente l’arrivo... del quarto. Suspense. Ecco allora avanzare tranquillamente dal fondo della chiesa il seminarista indonesiano Pius Bala Lerek, con i mostacchi tipici del popolo di Timor, e andare dritto al microfono. Intona assorto ed emozionato un’antica nenia a Maria, come si canta laggiù da loro. Dolcissima. In due parole, in perfetto italiano, ne spiega il senso: “È questo il nostro grazie a Maria, per aver detto ‘sì’ alla nascita di questo bambino, di Gesù”. Un applauso generale sale dall’assemblea
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lunedì, dicembre 31, 2012
Un augurio per il nuovo anno dai nostri emigranti all’estero, che diventa per gli italiani un generoso, rinnovato impegno civile nel costruire in tempi difficili una comunità, un popolo e un avvenire comune
del nostro corrispondente a Londra Renato Zilio
“E come sta l’Italia?” gli faccio a bruciapelo. Mi guarda serio, fa una smorfia dura. Alberto, 22 anni, appena sbarcato a Londra, non stenta a trovare le parole. Brutte. Ma vuole tentare la fortuna qui, come migliaia di altri giovani arrivati in questi mesi. All’arrembaggio. Vuole provare. Provarsi. Uscire dal nido. Questa metropoli di otto milioni di abitanti è un magnete potente per i nostri giovani italiani più di ogni altra città d’Europa. Sembra, forse, l’unica ancora di salvezza. Invece, anche qui si respira aria di crisi. Aria di povertà
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venerdì, dicembre 28, 2012
Sguardo su una notte di Natale all’estero tra emigranti italiani in terra inglese
del nostro corrispondente a Londra Renato Zilio
L’Italia va ben al di là dell’Italia. Non ci si pensa mai, ma al di là delle Alpi un popolo di emigranti ha sempre lo sguardo fisso sulla madrepatria. Come la comunità di italiani a Bedford, in Gran Bretagna. È come un grande paese di quattordicimila abitanti incastonato, quasi una perla tricolore, in una cittadina inglese sui centomila. Proprio l’altro giorno, un’autorità inglese riconosceva
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martedì, novembre 13, 2012
Vuole che la gente lo chiami semplicemente Justin. Sarà il 105° Arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, e entrerà ufficialmente nella celebre cattedrale il 21 marzo 2013.
del nostro corrispondente in Gran Bretagna Renato Zilio
Sguardo mite, sorridente, leggermente intellettuale: è il nuovo designato ad Arcivescovo di Canterbury, massima autorità spirituale anglicana, che emerge in tutti giornali. La candidatura del vescovo Justin Welby, con poco più di cinquant’anni di età, è sorta come un coniglio dal cappello. Una vera sorpresa. Molto spesso, questo è anche lo stile di Dio. Sorprendere, infatti, è infrangere i calcoli umani. “È il nostro Obama”
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mercoledì, ottobre 17, 2012
Il nostro Renato Zilio ci parla del libro di L. Tallarico e T. Peruz, edito dalle Paoline

In maniera soft e delicata si entra nella realtà umana più difficile, complessa e feconda: il saper dialogare. Dialogare è infatti un’arte non facile, che permette di capire e accogliere l’altro. Lo si articola qui in differenti parti o tappe, come le leggi del dialogo, le condizioni dell’amore, l’accettazione di sè. Fondamentale e alla base di ogni cammino di dialogo è l’ascolto: per coltivare reazioni significative ed entrare in sintonia con le persone che si incontrano è importante saper ascoltare. “Ascoltare vuol dire far silenzio dentro di sè, far tacere le parole che interpretano, che a tutti i costi vogliono trovare soluzioni veloci, le parole che fanno presumere di aver già capito senza prima aver ascoltato, condiviso”. Ecco quanto saggiamente sottolinea l’autore, ricordando pure che il vero dialogo cambia gli interlocutori. Li trasforma, infatti
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mercoledì, ottobre 03, 2012
Era la sera del 3 ottobre 1226 quando tranquillo, come in punta di piedi, Francesco, atteso da Dio, se ne andò. Quasi danzando.
del nostro corrispondente a Londra Renato Zilio
Come sempre, corpo asciutto e consumato, sguardo ormai perduto, praticamente cieco, inseguiva una invisibile melodia. Oggi, è diventato il santo italiano più popolare e venerato nel mondo. La sua città, simbolo di pace. I suoi figli, a migliaia, simbolo di fratellanza. “I miei frati!” pare ancora sentire la sua voce con quel tenero richiamo. A noi, italiani emigrati all’estero, ha insegnato la sua stessa strada. Il cammino dell’esilio, lo spogliarsi da ogni cosa e da ogni affetto
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mercoledì, settembre 05, 2012
Anche quest’anno i santi sono scesi in piazza. Capita puntualmente da più di 40 anni. È il miracolo che succede normalmente all’estero, a Bedford, in terra anglicana, nell’ultima domenica di agosto.
del nostro corrispondente a Londra Renato Zilio
Con i santi scendono anche tutti gli emigranti, venuti dal sud Italia negli anni ‘50, ormai qui ben stanziati, come un tempo le truppe romane. Anni eroici: appena sbarcati, si erano messi subito di buona lena a lavorare nelle cinque fabbriche di mattoni della zona. A cottimo, anche dodici ore al giorno. La terra era ottima, argillosa. Ideale per servire con milioni di mattoni alla ricostruzione di Londra, devastata dalle incursioni tedesche
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