mercoledì, marzo 12, 2014
Giornate al cardiopalma in Libia per il caso della petroliera Morning Glory. Il premier sfiduciato e accusato di corruzione è scappato all’estero. Intanto la nave carica di greggio “illegale” è in acque internazionali. Mistero sulla sua destinazione.
di Sonia Grieco
NenaNews - Sono ore di confusione quelle che si vivono in Libia alle prese da giorni con il caso della petroliera battente bandiera nordcoreana Morning Glory, il cambio di guardia alla guida del governo e la fuga dell’ex premier Ali Zeidan, sfiduciato ieri dal Congresso generale nazionale (Cng), il Parlamento provvisorio del Paese. Al suo posto è stato nominato il ministro della Difesa, Abdullah al Thani
... (continua)
mercoledì, febbraio 26, 2014
Ventisei persone sono state condannate a morte dalla Corte d’Assise del Cairo con l’accusa di aver fondato un’organizzazione terroristica che avrebbe pianificato attentati contro navi in transito nell’area del Canale di Suez.
Misna - I giudici hanno ritenuto gli imputati, giudicati in contumacia, coinvolti nella fabbricazione di missili e altri ordigni esplosivi. La condanna è stata emessa all’indomani della designazione come capo del governo di Ibrahim Mehleb, già ministro per le Politiche abitative nell’esecutivo uscente. Proprio ieri Mehleb aveva dichiarato di voler “schiacciare il terrorismo in ogni angolo del paese”
... (continua)
venerdì, febbraio 14, 2014
Ore di confusione si sono susseguite questa mattina dopo che si è diffusa la notizia di un possibile colpo di Stato in atto a Tripoli
Misna - Il ministro della Difesa Abdulah al Thani – riporta il quotidiano Libyan Herald – ha
dichiarato che le forze armate hanno sventato un tentativo di golpe messo a segno dall’ex capo di Stato maggiore, Khalifa Haftar.
Secondo quanto riportato dall’emittente al Arabiya, le forze di Haftar avrebbero tentato di prendere possesso dei centri di potere della capitale per dare vita ad un comitato presidenziale che potesse governare fino a nuove elezioni. Poche ore dopo, il premier Ali Zeidan ha ordinato il suo arresto precisando che Haftar “non fa più parte dell’esercito”
... (continua)
martedì, febbraio 11, 2014
Trentacinque anni fa in Iran la rivoluzione islamica sanciva la fine del regime dei Pahlavi e vedeva il ritorno in patria dell'ayatollah Ruhollah Khomeini.
Radio Vaticana - Un evento di rottura che ha portato lentamente Teheran ad un isolamento internazionale, di cui ancora oggi paga le conseguenze. Celebrazioni sono in corso in tutto il Paese, in sostegno della rivoluzione e contro gli Stati Uniti e Israele, considerati ancora oggi acerrimi nemici del regime. Cosa ha significato per il Paese la rivoluzione islamica? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Roberto Tottoli, docente di Islamistica presso l’Università Orientale di Napoli:
ascolta... (continua)