Le autorità di Niamey hanno consegnato Saadi Gheddafi, figlio dell’ex guida libica Muammar Gheddafi, rifugiatosi in Niger dal 2011, alle autorità di Tripoli. Lo conferma il governo libico in un comunicato in cui si impegna a trattare il prigioniero “conformemente alle norme internazionali”.
Misna - Il quotidiano Libya Herald ha pubblicato questa mattina le prime immagini di Saadi, un ex calciatore classe 1973, che lo mostrano in una tuta blu, con la testa e la barba rasate. Le autorità libiche lo accusano di aver sottratto beni dello stato, con l’uso della forza e intimidazione, negli anni in cui è stato a capo della Federazione nazionale di calcio. Nei suoi confronti, inoltre, pende un mandato di cattura internazionale spiccato dall’Interpol.
Fonti della sicurezza di tripoli hanno confermato che Saadi è arrivato alle 2 e 50 di questa mattina alla base aerea di Mitiga ed è stato trasferito al carcere di Hadba, dove sono detenuti altri esponenti dell’ex regime, tra cui Abdullah al Senussi.
Finora le autorità nigerine avevano sempre rifiutato di accordare alla Libia l’estradizione per il figlio di Gheddafi e lo stesso presidente Mahamadou Issoufou aveva dichiarato, nel novembre 2012, che il suo paese aveva concesso l’asilo a Saadi, “per ragioni umanitarie”.
Un altro figlio dell’ex dittatore, Saif al Islam Gheddafi è detenuto nel carcere di Zintane da una milizia armata. È attualmente sotto processo. Mouatassim, saif-al Arab e Khamis, altri figli di Gheddafi, sono morti durante la rivoluzione mnetre la vedova Safia Farkhesh e i figli Aisha, Hannibal e Mohammed, hanno ottenuto asilo nel sultanato dell’Oman.
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Fonti della sicurezza di tripoli hanno confermato che Saadi è arrivato alle 2 e 50 di questa mattina alla base aerea di Mitiga ed è stato trasferito al carcere di Hadba, dove sono detenuti altri esponenti dell’ex regime, tra cui Abdullah al Senussi.
Finora le autorità nigerine avevano sempre rifiutato di accordare alla Libia l’estradizione per il figlio di Gheddafi e lo stesso presidente Mahamadou Issoufou aveva dichiarato, nel novembre 2012, che il suo paese aveva concesso l’asilo a Saadi, “per ragioni umanitarie”.
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