I rapitori appartengono ad Al Nusra, legati ad Al Qaeda. Oltre alla liberazione dei prigionieri politici, essi chiedono cibo per i ribelli e lo sgombero dei luoghi cristiani da parte dell'esercito siriano. Nessuna notizia sui vescovi ortodossi rapiti e su p. Dell'Oglio. Bloccato ogni corridoio umanitario.
Beirut (AsiaNews) - Un gruppo di negoziatori che cercava di liberare le 13 suore di Maaloula, rapite lo scorso anno, hanno perso i contatti con i rapitori che con ogni probabilità hanno trasferito le religiose in un nuovo nascondiglio. Intanto la situazione in Siria diventa ogni giorno più dura per la popolazione, distrutta dalla fame. Alcuni esperti valutano che la guerra fra il regime di Assad e i ribelli durerà ancora almeno 10 anni.
Le 13 suore erano state rapite nel dicembre scorso insieme a tre ragazze loro ospiti e portate fuori dal monastero di Maaloula verso Yabrud, una cittadina sotto il controllo dei ribelli, nella zona nord-est di Damasco, vicina al confine col Libano. I rapitori hanno diffuso due video sulla loro cattività. In cambio della loro liberazione, essi hanno chiesto dapprima la libertà per tutte le donne prigioniere della Siria, poi quella di tutti i prigionieri politici. Negli ultimi giorni hanno aumentato le richieste, fra cui provvedere cibo per le città sotto il dominio dei ribelli e far allontanare l'esercito dai luoghi religiosi cristiani.
Secondo alcune fonti, i ribelli appartengono a un gruppo affiliato ad Al Nusra, una derivazione di Al Qaeda, il cui capo sarebbe Abu Malek al-Kuwaiti.
Fonti di AsiaNews a Damasco confermano di non avere alcuna notizie delle suore, né dei due vescovi ortodossi rapiti lo scorso aprile, né del padre Paolo Dall'Oglio.
La situazione nel Paese si fa sempre più pesante dopo il fallimento dei dialoghi di pace a Ginevra.
I combattimenti e i bombardamenti dei due fronti, insieme alle distruzioni di tre anni di guerra e all'enorme numero di sfollati - si parla di 9 milioni di siriani - hanno causato la penuria di cibo e spesso anche di acqua. A causa degli scontri violenti le organizzazioni umanitarie sono impossibilitate a portare aiuto. Sebbene a Ginevra Damasco e i ribelli avessero acconsentito ad aprire presto dei corridoi umanitari, i camion di viveri e medicinali vengono bloccati o depredati.
Secondo l'analista Daveed Gartenstein-Ross la guerra in Siria - che il 15 marzo prossimo entrerà nel suo quarto anno - potrebbe durare ancora "10 anni o più".
A complicare la situazione vi è da una parte il forte sostegno che viene ad Assad da Russia e Iran; dall'altra vi è un'opposizione - sostenuta da occidente e Arabia saudita - sfilacciata e divisa fra i "laici" del Free Syrian Army e gli islamisti radicali che combattono fra loro per la supremazia.
Beirut (AsiaNews) - Un gruppo di negoziatori che cercava di liberare le 13 suore di Maaloula, rapite lo scorso anno, hanno perso i contatti con i rapitori che con ogni probabilità hanno trasferito le religiose in un nuovo nascondiglio. Intanto la situazione in Siria diventa ogni giorno più dura per la popolazione, distrutta dalla fame. Alcuni esperti valutano che la guerra fra il regime di Assad e i ribelli durerà ancora almeno 10 anni.
Le 13 suore erano state rapite nel dicembre scorso insieme a tre ragazze loro ospiti e portate fuori dal monastero di Maaloula verso Yabrud, una cittadina sotto il controllo dei ribelli, nella zona nord-est di Damasco, vicina al confine col Libano. I rapitori hanno diffuso due video sulla loro cattività. In cambio della loro liberazione, essi hanno chiesto dapprima la libertà per tutte le donne prigioniere della Siria, poi quella di tutti i prigionieri politici. Negli ultimi giorni hanno aumentato le richieste, fra cui provvedere cibo per le città sotto il dominio dei ribelli e far allontanare l'esercito dai luoghi religiosi cristiani.
Secondo alcune fonti, i ribelli appartengono a un gruppo affiliato ad Al Nusra, una derivazione di Al Qaeda, il cui capo sarebbe Abu Malek al-Kuwaiti.
Fonti di AsiaNews a Damasco confermano di non avere alcuna notizie delle suore, né dei due vescovi ortodossi rapiti lo scorso aprile, né del padre Paolo Dall'Oglio.
La situazione nel Paese si fa sempre più pesante dopo il fallimento dei dialoghi di pace a Ginevra.
I combattimenti e i bombardamenti dei due fronti, insieme alle distruzioni di tre anni di guerra e all'enorme numero di sfollati - si parla di 9 milioni di siriani - hanno causato la penuria di cibo e spesso anche di acqua. A causa degli scontri violenti le organizzazioni umanitarie sono impossibilitate a portare aiuto. Sebbene a Ginevra Damasco e i ribelli avessero acconsentito ad aprire presto dei corridoi umanitari, i camion di viveri e medicinali vengono bloccati o depredati.
Secondo l'analista Daveed Gartenstein-Ross la guerra in Siria - che il 15 marzo prossimo entrerà nel suo quarto anno - potrebbe durare ancora "10 anni o più".
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di Paul Dakiki
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