Un documento interno dell'Ue, reso noto da Reuters, riaccende i fari sul problema delle sofferenze bancarie.
WSI -
Mentre gran parte della attenzione in Europa è monopolizzata dagli sviluppi politici, Reuters ha pubblicato un rapporto interno dell’Unione europea in cui si avverte che il settore bancario europeo rischia di dover affrontare una crisi senza precedenti nel credito nel momento in cui la BCE inizierà a ridimensionare i suoi programmi di stimolo monetario. Alcuni segnali – secondo il rapporto – sono in parte già emersi, anche se sono flebili.
Secondo il report, il totale delle sofferenze bancarie (NPL) nell’UE è stimato a più di 1 trilione di euro, pari a 5,4% del totale dei prestiti, un rapporto di tre volte superiore rispetto ad altre grandi regioni del mondo. L’analisi paese per paese appare ancora ancora più spaventosa. Attualmente 10 (su 28) i paesi dell’UE hanno un rapporto di NPL superiore al 10% (percentuale oltre la quale la situazione diventa allarmante). Tra questi: Irlanda: 15,8% Italia: 16,6% Portogallo: 19,2% Slovenia: 19,7% Grecia: 46,6% Cipro: 49%
I riflettori sono accesi soprattutto su Grecia e Italia: le sofferenze italiane, pari a 350 miliardi di euro, rappresentano un terzo di tutte le sofferenze in Europa.
In questo contesto, la BCE – ricorda il documento – dovrebbe iniziare per tagliare il ritmo dei suoi acquisti di obbligazioni, che ha usato per cercare di stimolare la crescita economica, di circa un quarto a 60 miliardi di euro al mese a partire da aprile. Nonostante il programma di acquisti continuerà almeno fino alla fine dell’anno, l’istituto di Francoforte sta preparando il terreno a una graduale eliminazione delle sue misure di stimolo aggressive.
Nel frattempo, i paesi della UE con i più alti tassi di sofferenze sono tornati a crescere grazie al suo programma di stimolo lanciato nel 2014, ma non è ancora chiaro che cosa accadrà nel momento finirà il sostegno della Bce. Se le banche beneficeranno di tassi di interesse più elevati, che causerà un miglioramento dei margine sui prestiti, è molto probabile che questa situazione sarà compensato dagli effetti di un altro un rallentamento economico.
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Mentre gran parte della attenzione in Europa è monopolizzata dagli sviluppi politici, Reuters ha pubblicato un rapporto interno dell’Unione europea in cui si avverte che il settore bancario europeo rischia di dover affrontare una crisi senza precedenti nel credito nel momento in cui la BCE inizierà a ridimensionare i suoi programmi di stimolo monetario. Alcuni segnali – secondo il rapporto – sono in parte già emersi, anche se sono flebili.Secondo il report, il totale delle sofferenze bancarie (NPL) nell’UE è stimato a più di 1 trilione di euro, pari a 5,4% del totale dei prestiti, un rapporto di tre volte superiore rispetto ad altre grandi regioni del mondo. L’analisi paese per paese appare ancora ancora più spaventosa. Attualmente 10 (su 28) i paesi dell’UE hanno un rapporto di NPL superiore al 10% (percentuale oltre la quale la situazione diventa allarmante). Tra questi: Irlanda: 15,8% Italia: 16,6% Portogallo: 19,2% Slovenia: 19,7% Grecia: 46,6% Cipro: 49%
I riflettori sono accesi soprattutto su Grecia e Italia: le sofferenze italiane, pari a 350 miliardi di euro, rappresentano un terzo di tutte le sofferenze in Europa.
In questo contesto, la BCE – ricorda il documento – dovrebbe iniziare per tagliare il ritmo dei suoi acquisti di obbligazioni, che ha usato per cercare di stimolare la crescita economica, di circa un quarto a 60 miliardi di euro al mese a partire da aprile. Nonostante il programma di acquisti continuerà almeno fino alla fine dell’anno, l’istituto di Francoforte sta preparando il terreno a una graduale eliminazione delle sue misure di stimolo aggressive.
Nel frattempo, i paesi della UE con i più alti tassi di sofferenze sono tornati a crescere grazie al suo programma di stimolo lanciato nel 2014, ma non è ancora chiaro che cosa accadrà nel momento finirà il sostegno della Bce. Se le banche beneficeranno di tassi di interesse più elevati, che causerà un miglioramento dei margine sui prestiti, è molto probabile che questa situazione sarà compensato dagli effetti di un altro un rallentamento economico.
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