Il parroco della Sacra Famiglia a Gaza racconta della guerra che non si placa e dell’aumento dei bisogni dei civili, ma anche della speranza che non cede il passo.
Vatican News -“Non c'è stato ordine di evacuazione in quest'area del nostro quartiere, quella della Old City di Gaza”. Hamas dichiara di accettare una proposta di cessate il fuoco, mentre aumentano le vittime: oggi altri 25 uccisi che si sommano ai 62mila uccisi dal 2023
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Bombardamenti, vittime, distruzione, e un popolo che chiede aiuto di ogni genere. Questa è Gaza, luogo di dolore e morte, ma dove, nonostante tutto, si continua a “pregare per la pace”.
Bombardamenti, vittime, distruzione, e un popolo che chiede aiuto di ogni genere. Questa è Gaza, luogo di dolore e morte, ma dove, nonostante tutto, si continua a “pregare per la pace”.
La voce di padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia, arriva dalla chiesa di Gaza City. Zona “pericolosa”, dice Romanelli ai media vaticani, “si sentono dei bombardamenti notte e giorno. Alcuni lontani, altri più vicini. Delle volte, arrivano, pure, delle schegge”, perché “purtroppo la guerra continua. E, con la guerra, ogni giorno si aggiungono morti, feriti, distruzioni, e crescono dei bisogni di ogni tipo per l'intera popolazione civile di Gaza”.
Il parroco argentino poi precisa che “non c'è stato ordine di evacuazione in quest'area del nostro quartiere, quella della Old City di Gaza, dentro il grande quartiere del Zeytoun”.
62mila morti dal 2023
62mila morti dal 2023
I morti a Gaza, dall’inizio della guerra nel 2023, hanno superato quota 62mila, la maggior parte dei quali donne e bambini, mentre i feriti sono oltre 150mila. Numeri in rialzo ogni ora, pensando alle oltre 25 vittime di oggi, uccise mentre erano in attesa della consegna di aiuti umanitari, oppure dalla fame come tre anziani nelle ultime 24 ore. E nella giornata odierna dedicata agli operatori umanitari uccisi nel mondo nell’anno 2024, viene ufficializzato che il numero più alto dei morti, 185 su un totale globale di 383, si registra proprio a Gaza, nella guerra tra Israele e Hamas. A riferirlo è l'ufficio umanitario delle Nazioni Unite, il cui responsabile, Tom Fletcher, definisce gli attacchi “una vergognosa accusa di inazione e apatia internazionale”, chiedendo al tempo stesso a “chi detiene potere e influenza di agire per l'umanità, proteggere i civili e gli operatori umanitari e assicurare i responsabili alla giustizia”.
Hamas accetta il cessate il fuoco Hamas avrebbe intanto dichiarato l’intenzione di accettare una proposta di cessate il fuoco. In un comunicato, Taher al Nunu, leader del movimento palestinese, indica che l’accordo include “garanzie da parte degli Stati Uniti, le quali sono state accettate”, aggiungendo poi che la speranza è che la proposta “porti a porre fine alla guerra”, mirando ad una “maggiore protezione dei civili a Gaza e ad alleviare le sofferenze umanitarie cui la popolazione è sottoposta a causa della prolungata occupazione israeliana". La proposta verrà attuata, "una volta ricevuto il via libera dall'altra parte", ha precisato al Nunu. I mediatori di Qatar ed Egitto propongono una tregua iniziale di 60 giorni per poter avviare negoziati e il rilascio di un certo numero di ostaggi, in vita e non, in cambio della scarcerazione parziale di prigionieri.
È intanto in arrivo al porto israeliano di Ashdod una nave, battente bandiera panamense, partita da Cipro e carica di 1.200 tonnellate di generi alimentari destinati alla Striscia di Gaza suddivisi in pasta, riso, alimenti per l’infanzia e prodotti inscatola.
Hamas accetta il cessate il fuoco Hamas avrebbe intanto dichiarato l’intenzione di accettare una proposta di cessate il fuoco. In un comunicato, Taher al Nunu, leader del movimento palestinese, indica che l’accordo include “garanzie da parte degli Stati Uniti, le quali sono state accettate”, aggiungendo poi che la speranza è che la proposta “porti a porre fine alla guerra”, mirando ad una “maggiore protezione dei civili a Gaza e ad alleviare le sofferenze umanitarie cui la popolazione è sottoposta a causa della prolungata occupazione israeliana". La proposta verrà attuata, "una volta ricevuto il via libera dall'altra parte", ha precisato al Nunu. I mediatori di Qatar ed Egitto propongono una tregua iniziale di 60 giorni per poter avviare negoziati e il rilascio di un certo numero di ostaggi, in vita e non, in cambio della scarcerazione parziale di prigionieri.
È intanto in arrivo al porto israeliano di Ashdod una nave, battente bandiera panamense, partita da Cipro e carica di 1.200 tonnellate di generi alimentari destinati alla Striscia di Gaza suddivisi in pasta, riso, alimenti per l’infanzia e prodotti inscatola.
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