martedì, aprile 26, 2016
I dati del Rapporto Osserva Salute 2015 sul benessere e sulla qualità dell'assistenza medica nelle diverse Regioni mostrano un paese vecchio e fanalino di coda negli investimenti per la prevenzione di malattie. Cresce il divario fra Nord e Sud nella speranza di vita.

Per la prima volta nella storia italiana l'aspettativa di vita degli italiani è in calo. Lo afferma il rapporto Osservasalute 2015, la più grande raccolta e analisi di dati sullo stato di salute degli italiani e sulla qualità dell’assistenza nelle nostre regioni, secondo cui il fenomeno è legato a una riduzione della prevenzione.

Nel 2015 la speranza di vita per gli uomini è stata 80,1 anni, 84,7 anni per le donne, spiega Walter Ricciardi, Direttore dell'osservatorio sulla Salute delle Regioni. Nel 2014, la speranza di vita alla nascita era maggiore e pari a 80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne.

Secondo il rapporto gli italiani, pur fumando di meno, mantenendo uno stile di vita leggermente più attivo e meno sedentario, restano obesi e mangiano sempre meno frutta e verdura, il cui decremento del consumo è del 4,9%.

Il ritratto è quello di un paese sempre più vecchio e profondamente diviso fra Nord e Sud.

Oltre un italiano su 5 ha più di 65 anni, con anziani e grandi vecchi in crescita, e un boom di ultracentenari, triplicati dai 5650 casi del 2002 ai diciannovemila del 2015.

E' nella Provincia Autonoma di Trento che si riscontra, sia per gli uomini sia per le donne, la maggiore longevità (rispettivamente, 81,3 anni e 86,1 anni). La Campania, invece, è la regione dove la speranza di vita alla nascita è più bassa, 78,5 anni per gli uomini e 83,3 anni per le donne.

"Il calo è generalizzato per tutte le regioni - ha spiegato Ricciardi -. Normalmente un anno ogni quattro anni, è un segnale d'allarme, anche se dovremo aspettare l'anno prossimo per vedere se è un trend".

Bocciata la prevenzione, appena il 4,1% della spesa sanitaria totale. "Siamo la Cenerentola del mondo – ammette scorato Ricciardi– l’ultimo paese a investire in prevenzione, a cominciare dalle vaccinazioni. E poi ci sono gli screening oncologici, mai partiti o che funzionano a macchia di leopardo, soprattutto per le donne".

Ancora una volta a farne le spese è sopratutto il Sud: "Oggi i cittadini di Campania e Sicilia hanno un’aspettativa di quattro anni in meno di vita rispetto a chi vive nelle Marche o in Trentino. Abbiamo perso in 15 anni i vantaggi acquisiti in quaranta. E se è vero che l’Italia ha uno dei migliori sistemi sanitari al mondo, questo vale però solo per una minoranza di italiani".

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