Cotto e mangiato fra una settimana a Londra: coltivate in laboratorio staminali da muscolo di bovino
Il primo hamburger di manzo 'artificiale' sarà cotto e mangiato fra una settimana a Londra in un esperimento che promette di rivoluzionare l'industria alimentare. E' stato realizzato coltivando in laboratorio cellule staminali prelevate dal muscolo di un bovino.
Il costo per realizzarlo è stato esorbitante: circa 250 mila sterline (290 mila euro), necessarie per le lunghe ricerche condotte da Mark Post, scienziato dell'università olandese di Maastricht. Il progetto è stato sovvenzionato dal governo di Amsterdam e da un anonimo milionario. Gli scienziati pensano che la produzione di massa di bistecche e hamburger di diversi animali arriverà fra circa 10 anni. Questo sarà fondamentale per venire incontro al crescente fabbisogno di carne nel mondo, destinato a raddoppiare entro il 2050.
Assocarni: no a prodotti farmaceutici
"Fermo restando che si tratta di pure sperimentazioni teoriche e che nessuna applicazione pratica è ipotizzabile ancora per diversi decenni, l'industria italiana della carne è contraria a qualsiasi prodotto carneo ottenuto da cellule staminali". Lo ha dichiarato Luigi Scordamaglia - vice presidente di Assocarni e di Federalimentare - precisando che "in Italia la carne è e rimane un prodotto naturale i cui livelli di sicurezza e di qualità sono il risultato della serietà ed esperienza dei nostri allevatori, dell'ampia disponibilità di un'alimentazione sana e naturale e delle più moderne tecniche di trasformazione che la nostra industria adotta al fine di assicurare il massimo rispetto del benessere degli animali e la qualità dei loro prodotti".
"In tale contesto - aggiunge Scordamaglia - il ricorso a biotecnologie forzate, quali la coltivazione in laboratorio di cellule staminali, non ha niente a che vedere con il prodotto in questione, oltre ad essere totalmente priva di alcun senso e utilità. Non si tratta di mettere in dubbio il valore della ricerca scientifica, quando è finalizzata a portare nuove conoscenze, ma il compito della filiera agroalimentare italiana, e di quella della carne in particolare, è quello di venire incontro alle scelte e alla volontà del nostro consumatore valorizzando naturalmente l'ottima materia prima che il sistema agricolo italiano ogni giorno fornisce senza trasformare questo prodotto naturale della tradizione italiana in un "prodotto farmaceutico".
articolo originale
Il primo hamburger di manzo 'artificiale' sarà cotto e mangiato fra una settimana a Londra in un esperimento che promette di rivoluzionare l'industria alimentare. E' stato realizzato coltivando in laboratorio cellule staminali prelevate dal muscolo di un bovino.
Il costo per realizzarlo è stato esorbitante: circa 250 mila sterline (290 mila euro), necessarie per le lunghe ricerche condotte da Mark Post, scienziato dell'università olandese di Maastricht. Il progetto è stato sovvenzionato dal governo di Amsterdam e da un anonimo milionario. Gli scienziati pensano che la produzione di massa di bistecche e hamburger di diversi animali arriverà fra circa 10 anni. Questo sarà fondamentale per venire incontro al crescente fabbisogno di carne nel mondo, destinato a raddoppiare entro il 2050.
Assocarni: no a prodotti farmaceutici
"Fermo restando che si tratta di pure sperimentazioni teoriche e che nessuna applicazione pratica è ipotizzabile ancora per diversi decenni, l'industria italiana della carne è contraria a qualsiasi prodotto carneo ottenuto da cellule staminali". Lo ha dichiarato Luigi Scordamaglia - vice presidente di Assocarni e di Federalimentare - precisando che "in Italia la carne è e rimane un prodotto naturale i cui livelli di sicurezza e di qualità sono il risultato della serietà ed esperienza dei nostri allevatori, dell'ampia disponibilità di un'alimentazione sana e naturale e delle più moderne tecniche di trasformazione che la nostra industria adotta al fine di assicurare il massimo rispetto del benessere degli animali e la qualità dei loro prodotti".
"In tale contesto - aggiunge Scordamaglia - il ricorso a biotecnologie forzate, quali la coltivazione in laboratorio di cellule staminali, non ha niente a che vedere con il prodotto in questione, oltre ad essere totalmente priva di alcun senso e utilità. Non si tratta di mettere in dubbio il valore della ricerca scientifica, quando è finalizzata a portare nuove conoscenze, ma il compito della filiera agroalimentare italiana, e di quella della carne in particolare, è quello di venire incontro alle scelte e alla volontà del nostro consumatore valorizzando naturalmente l'ottima materia prima che il sistema agricolo italiano ogni giorno fornisce senza trasformare questo prodotto naturale della tradizione italiana in un "prodotto farmaceutico".
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