giovedì, febbraio 02, 2012
Palazzo Valentini ha ospitato il convegno “L’amore per il Creato. A lezione da Wojtyla”, organizzato dall’associazione Greenaccord Onlus e dalla Provincia di Roma. Interventi, poesie, musica, fotografie, video e pittura per ripercorrere gli insegnamenti ecologisti del Pontefice di Cracovia.

Roma, 1 Febbraio 2012 – C’è chi ha ricordato le sue celebri “fughe” in montagna, che lui utilizzava come una pausa dai gravosi impegni pontifici. Chi ha sottolineato la modernità di un uomo che ha lanciato messaggi sull’importanza della tutela del patrimonio naturale mondiale. Chi ha ricordato il legame mistico che legava il Pontefice con valli, laghi alpestri e cime innevate, vere e proprie fonti d’ispirazione che lui trasformava in messaggi universali all’interno dei suoi libri e delle sue encicliche.

E’ stata una rievocazione a 360° quella offerta dal convegno “L’amore per il Creato. A lezione da Wojtyla”, che si è svolto oggi pomeriggio a Palazzo Valentini, organizzata dall’associazione culturale Greenaccord in collaborazione con la Provincia di Roma. Molti gli spunti, due i fili conduttori: la figura di Giovanni Paolo II e il suo amore viscerale per la Natura.

“Conservo dentro di me immagini indimenticabili” ricorda Arturo Mari, storico fotografo pontificio. “Più che vacanze, quelle erano per il Santo Padre un altro modo di lavorare. In quelle occasioni apriva la sua mente; lì sono nate diverse Encicliche e i messaggi più alti per l’uomo, per la famiglia, per la donna, per i giovani. Questo era il punto sostanziale: non era riposo. Era un modo per stare in contatto con Dio”.

“Sin dal primo nostro incontro ho capito di essere davanti a un Papa fuori dall’ordinario. Era una persona che emanava una grande forza interiore, che non ammetteva condizionamenti e che, durante le sue visite pastorali chiedeva, cercava, bramava il contatto ravvicinato con i suoi fratelli e con l’ambiente che lo circondava”. Il ricordo, in questo caso, è del prefetto Enrico Marinelli, responsabile della Sicurezza papale. “Quando eravamo in montagna, spesso lui ci precedeva di molto, poi si fermava per aspettarci. Quando trovava una croce si fermava a pregare, rimaneva assorto in silenzio, in una clima quasi irreale”.

“Non possiamo che essere onorati di questo convegno” commenta Alfonso Cauteruccio, presidente di Greenaccord. “La nostra associazione è nata infatti su ispirazione di Giovanni Paolo II, quando in una sua lettera apostolica (la Novo Millennio Ineunte) ammonì: ‘i Cristiani non possono essere in disparte di fronte al dissesto idrogeologico’. Ricordarlo significa non far perdere di vista a noi cristiani il suo messaggio e l’ineluttabilità del nostro impegno verso l’ecosistema. Ricordandolo, dobbiamo ricevere uno stimolo in più per ritrovare la sobrietà come nostro stile di vita, contro l’edonismo, il consumismo fine a sé stesso”.

Nel corso dell’incontro, Giovanni Paolo II è stato ricordato non solo con le parole dei relatori. La pittrice Rosalba Falzone ha infatti realizzato, all’impronta, un dipinto acrilico su tela a simboleggiare il messaggio papale. Cinzia Tedesco, uno dei talenti jazz italiani più apprezzati dalla critica, ha eseguito tra un intervento e l’altro, “Eternal Rest”, lirica scritta da Karol Wojtyla, musicata dalla stessa artista insieme al maestro Stefano Sabatini.

Tanti frammenti che ricostruiscono un personaggio e il suo impegno ecologista. Tanti ricordi che mostrano l’attualità di quanto Karol Wojtyla scrisse in una delle sue encicliche più note. «Non solo la Terra è stata data da Dio all’uomo, che deve usarla rispettando l’intenzione originaria di bene, secondo la quale gli è stata donata; ma l’uomo è stato donato a se stesso da Dio e deve, perciò, rispettare la struttura naturale e morale, di cui è stato dotato». Scriveva così Giovanni Paolo II nella Centesimus Annus. Era il 1° Maggio 1991. Ventuno anni fa.

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