giovedì, aprile 28, 2011
Per il ciclo di articoli su Giovanni Paolo II, il nostro Fabio Vitucci ci parla del rapporto di papa Wojtyla coi giovani, culminato nelle grandi GMG in giro per il mondo

Tor Vergata, Roma, 19 agosto del 2000: insieme ad oltre 2 milioni di giovani provenienti da tutto il mondo, Giovanni Paolo II prega in una veglia serale molto emozionante e alla fine canta e balla con loro agitando le braccia, seppur malato e quasi spossato sulla sua sedia. Questa è forse una delle immagini più forti del papato di Karol Wojtyla, che ha sempre avuto un affetto speciale per i giovani, considerati un’ancora di salvezza per l’umanità: “Se sarete quello che dovete essere, incendierete il mondo!”. E i giovani hanno sempre ricambiato questo profondo sentimento per il papa polacco: impossibile dimenticare per esempio i tanti giovani accorsi il 2 aprile 2005 in Piazza San Pietro per cantare e pregare durante la notte in cui Giovanni Paolo II passò al Padre.

Proprio per consolidare questo stretto rapporto con i giovani, papa Wojtyla ha costituito le Giornate Mondiali della Gioventù, le famose GMG. Tutto ha avuto origine tra il 1983 e il 1984, quando, all’interno dell'Anno Santo della Redenzione, fu inserito il Giubileo Internazionale della Gioventù: in quell'occasione trecentomila giovani provenienti da più parti del mondo giunsero a Roma ospitati da circa seimila famiglie romane. Nell'occasione Papa Giovanni Paolo II consegnò una croce di legno ai giovani per simboleggiare "l'amore del Signore Gesù per l'umanità e come annuncio che solo in Cristo morto e risorto c'è salvezza e redenzione". Da allora quella croce è stata presente alle veglie di tutti gli incontri internazionali e ha visitato decine di paesi in tutti i continenti.

Il 1985 fu poi proclamato dall'ONU Anno Internazionale della Gioventù, e allora Giovanni Paolo II colse l'occasione per ripetere l'esperienza dell'anno precedente promuovendo un nuovo incontro che vide la partecipazione di trecentocinquantamila giovani. Nell'occasione il Papa istituì ufficialmente la "Giornata mondiale della gioventù".

La prima edizione si svolse quindi a Roma il 23 marzo 1986, ma dall’anno dopo cominciarono, ogni 2 anni all’inizio e ogni 3 ora, gli incontri in giro per il mondo. Si cominciò con Buenos Aires, dove l'11 e il 12 aprile del 1987 novecentomila persone affollarono l'imponente viale Avenida 9 de Julio: “La costruzione di una civiltà dell'amore richiede tempre forti e perseveranti, disposte al sacrificio e desiderose di aprire nuove strade alla convivenza sociale, superando divisioni e opposti materialismi. È questa una precisa responsabilità dei giovani d'oggi, che saranno gli uomini e le donne di domani. Cari giovani, cari amici, siate testimoni dell'amore di Dio, seminatori di speranza e costruttori di pace!”.

La seconda GMG internazionale si tenne a Santiago de Compostela, luogo simbolo della religione cristiana per il famoso cammino composteliano, e a partire da questo incontro le Giornate Mondiali divennero sempre più articolate e si tennero in piena estate. La città successiva che ospitò l'evento fu Częstochowa, una scelta doppiamente significativa: città natale del Papa ma anche prima nazione al di là della cortina di ferro. Per la prima volta quindi parteciparono i giovani dell'ormai defunto blocco sovietico e si arrivò ad un milione e mezzo di presenze, e Giovanni Paolo II ribadì che “i giovani contano molto, la loro vita è incalcolabilmente preziosa per la vita della Chiesa”.

L'edizione successiva, tenutasi nel 1993 nella città di Denver, si svolse per la prima volta in un paese non a maggioranza cattolica, gli Stati Uniti, e intanto la GMG cominciava ad essere un evento di rilevante portata mediatica. Nel 1995 sbarcò a Manila, capitale delle Filippine, il paese più cattolico dell’Asia: si trattò dell'edizione in assoluto con più partecipanti, circa cinque milioni (il settimo raduno di massa più grande della storia). Giovanni Paolo II si era appena rotto il femore e camminava con il bastone, ma non fu certo questo a frenarlo: è anzi indimenticabile quel suo roteare il bastone davanti a tutti i giovani!

Due anni dopo è Parigi a ospitare l'evento, e qui inizia la mia personale esperienza nelle GMG e soprattutto gli incontri con Papa Wojtyla. La scelta della nazione culla dell'Illuminismo e dell'ateismo non fu affatto casuale, e infatti in uno dei messaggi di invito all'incontro il Papa disse: “Viviamo in un'epoca di grandi trasformazioni, nella quale tramontano rapidamente ideologie che sembravano dover resistere a lungo all'usura del tempo e nel pianeta si vanno ridisegnando confini e frontiere. L'umanità si ritrova spesso incerta, confusa e preoccupata, ma la parola di Dio non tramonta; percorre la storia e, nel mutare degli eventi, resta stabile e luminosa. La fede della Chiesa è fondata su Gesù Cristo, unico salvatore del mondo: ieri, oggi e sempre”. Per la prima volta la GMG assunse la struttura che ha oggi, con un’intera settimana di incontri, feste e preghiere, l’ospitalità delle parrocchie locali, gli scambi culturali tra i giovani pellegrini e i giovani residenti e le grandi catechesi negli stadi tenute da cardinali e vescovi. Vedere tanti ragazzi cantare e pregare nelle vie parigine era davvero entusiasmante, e anche constatare una forte identità italiana (a Parigi ci fu il boom di presenze nostrane) fu una bella scoperta. Gli incontri nei Campi Elisi o in altri bellissimi luoghi della capitale parigina furono molto toccanti, fino alla veglia finale nell’ippodromo di Longchamps con un milione e duecentomila giovani: ancora una volta Giovanni Paolo II aveva visto bene e l’incontro di Parigi fu un grande successo. “Maestro dove abiti? Venite e vedrete” era il tema di Parigi ‘97, e proprio il desiderio di incontrare il rappresentante di Dio sulla terra era uno degli aspetti più sentiti di quelle giornate. Per concludere poi con il mandato finale del Papa: “Cari giovani, il vostro cammino non si ferma qui. Il tempo non si ferma oggi. Andate sulle strade del mondo, sulle strade dell'umanità, restando uniti nella Chiesa di Cristo!”.

E torniamo da dove siamo partiti, dalla GMG nella città eterna, col Papa ammalato ma entusiasta (“C’è un proverbio polacco che dice: ‘Kto z kim przestaje, takim si? Staje’. Vuol dire: ‘Se vivi con i giovani, dovrai diventare anche tu giovane’. Così io con voi ritorno ringiovanito!”). Come raccontava l’Emmanuel, l’inno della Giornata: “Da mille strade arriviamo a Roma sui passi della fede… Siamo qui sotto la stessa luce, sotto la sua croce, cantando ad una voce: è l'Emmanuel!”. Essere fra quei due milioni e mezzo di giovani a Roma è stato qualcosa di magico; ‘dialogare’ col Grande Papa e sentirsi dire “cari amici, vedo in voi le sentinelle del mattino in quest'alba del terzo millennio” è qualcosa che ha segnato sicuramente la vita di un’intera generazione di giovani.

E quando Giovanni Paolo II è andato via, sicuramente è mancato qualcosa ad ognuno di noi, ma è diventato anche più forte l’impegno ad essere “sale della terra e luce del mondo”, così come voleva il Papa venuto dall’Est, che nessun giovane potrà mai dimenticare…

Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa