martedì, gennaio 12, 2010
del nostro corrispondente a Roma Carlo Mafera

“Tutte le età della Chiesa sono indelebilmente segnate dai gloriosi trionfi dell’augusta Maria. Fin da quando il Signore Dio dichiarò irriducibile inimicizia tra Lei e il serpente (cfr. Gn 3, 15), Ella non ha cessato di riportare decisive vittorie sul mondo e sull’inferno. Tutte le eresie, ci insegna la Chiesa, hanno dovuto chinare il capo di fronte alla Vergine santissima, la quale le ha costrette, a poco a poco, al silenzio del nulla. Orbene, la grande eresia odierna è l’indifferenza religiosa, che precipita gli spiriti nel torpore dell’egoismo e nella più sfrenata licenziosità morale.” Questo diceva padre Chaminade durante le fasi più sanguinose della rivoluzione francese, nel periodo del terrore, come prete clandestino. Queste prove fortificarono il suo spirito di fede e lo abituarono a porre sempre la sua fiducia nella Vergine Santa. Il suo motto era: “Conoscere, amare e servire Maria per farla conoscere, amare e servire”.

Guillaume-Joseph Chaminade nacque nel 1761. Sin dagli anni della fanciullezza, sviluppò una grande pietà e una tenera devozione verso la Madre del Signore, fatta di amore e di riconoscenza. Durante i giorni del Terrore capitava di incontrare per le strade di Bordeaux un operaio con abiti rattoppati che girando con un paiolo in testa si fermava sotto le finestre delle case ripetendo a squarciagola: "Stagnaro!". Era padre Chaminade che si recava in incognito nelle famiglie a esercitare il suo ministero. Uscito dalla clandestinità dopo la fine del cosiddetto Periodo del Terrore, egli si riteneva ormai al sicuro da ulteriori pericoli; ma nel Settembre del 1797, il colpo di stato del 18 Termidoro lo colse di sorpresa e questa volta non riuscì ad evitare la condanna all'esilio. Scelse allora di andare a Saragozza (Spagna) e qui trascorse tre anni in silenzioso raccoglimento e preghiera, all'ombra del celebre Santuario di Nostra Signora del Pilar. Fu proprio ai piedi della Madre del Signore, nella santa capilla, che il Padre Chaminade ebbe le prime intuizioni ed ispirazioni circa le sue future fondazioni religiose. Per sbarcare il lunario padre Chaminade modellava statuette e il resto del tempo lo passava in preghiera, inginocchiato davanti all’immagine miracolosa della Vergine del Pilar. In quel raccoglimento, pregando e meditando, la Madonna dovette misteriosamente illuminarlo sulla sua futura missione. "Figli miei – dirà in seguito ai suoi figli spirituali – come siete qui ora, io vi ho già visti, come in un batter d’occhio, molti anni fa…". Tornato a Bordeaux nel 1800, promosse l’organizzazione delle Congregazioni Mariane, da cui sarebbero nate in seguito la Società di Maria e le Figlie di Maria Immacolata per l’educazione e l’istruzione della gioventù. I congregati erano laici, uomini e donne, padri e madri di famiglia, giovani e fanciulli, di ogni ceto sociale (contadini, impiegati, commercianti), che diffondevano la buona stampa, visitavano i carcerati, portavano aiuto morale e materiale ai poveri, assistevano gli ammalati, organizzavano scuole serali per quanti erano bisognosi di istruzione. "Una santa milizia – li definiva padre Chaminade – che avanza in nome di Maria…". Erano missionari secondo le possibilità e i talenti propri e, inoltre, figli di Maria, votati in specialissimo modo al suo culto e alla confessione esplicita del privilegio della sua Immacolata Concezione, e ciò ancor prima che la Chiesa proclamasse il suo dogma (1854). Era padre Chaminade un profeta perché comprese ed ebbe delle intuizioni riguardo alla missionarietà di ogni fedele. Bastava che questi riscoprisse il proprio battesimo e cioè il suo sacerdozio comune come affermò più di un secolo dopo il Concilio Vaticano II. Ma tutta la sua azione si fondò sull’affidamento a Maria che costituiva per Chaminade la base della sua azione pastorale. Egli però non si limitava a trovare la fonte del suo agire in Maria ma desiderava ardentemente di farla conoscere agli altri, ai lontani. Infatti egli proponeva a tutti l’impegno a sviluppare la capacità di comunicare tale conoscenza con gli scritti, la parola e la vita. Era necessario. In un “Dictionnaire Apostolique”, pubblicato in quegli anni, l’autore lamentava l’atteggiamento diffuso “di certi cattolici che a motivo di uno zelo male inteso rinnegavano la devozione mariana” . Tale atteggiamento era piuttosto il frutto della loro ignoranza. Fu precisamente per vincere questa ignoranza che il B. Chaminade scrisse un opuscolo in cui indica le vie della conoscenza della Madre del Signore, aperte all’anima cristiana dalla Grazia. In particolare egli diceva che il fiore della conoscenza di Maria è comunque l’amore comunicativo. E’ poi sorprendente come egli, all’età di quasi 80 anni, sapesse ancora entusiasmarsi scrivendo di Maria nella Lettera ai predicatori dei ritiri ,datata 24 agosto 1839 e claudicante e ormai quasi completamente cieco, si faceva accompagnare nel giardino dove c’era una statua dell’Immacolata raffigurata con il piede sopra il serpente e lì, con mano incerta e tremante, premeva la testa di quest’ultimo, dicendo con voce ferma e commossa: "Ella ti ha schiacciato il capo… e te lo schiaccerà sempre!". Il dono profetico di Chaminade con quella frase … e te lo schiaccerà sempre! sta nel riconoscere a Maria un ruolo decisivo nello svolgersi della storia dell’umanità negli ultimi due secoli con le sue apparizioni prima ancora che queste accadessero perché egli morì nel 1850 prima di Lourdes. Mons. Gambero ha infatti concluso “Se facciamo attenzione al ruolo rilevante che la Madre del Signore continua a svolgere anche oggi nella Chiesa, possiamo dire che il Padre Chaminade è stato un profeta lungimirante. In Maria egli ha sempre nutrito una fiducia incrollabile, sostenuta sia dall'amore e dal sentimento che dalla fede nella missione che Dio le ha affidato. Questa disposizione interiore emerse ancora meglio negli ultimi anni della sua vita, amareggiati da prove dolorose causate da incomprensioni e malintesi di alcuni suoi religiosi sui quali egli aveva maggiormente contato. Ma egli ben sapeva che anche nei momenti difficili e nel fluttuare degli atteggiamenti umani, Dio non cambia mai i suoi piani provvidenziali. Pur condannato alla solitudine e al silenzio nei suoi ultimi anni, il Padre Chaminade continuò a credere nel carattere provvidenziale delle sue fondazioni e ad aiutarle con il suo profondo spirito di fede, con la sua preghiera e con il suo amore di padre e fondatore, con la rassegnazione convinta alle prove dolorose che il Signore aveva permesso. Chiuse gli occhi il 22 Gennaio 1850.”

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