Rinvio discussione su reato di tortura al Senato. Amnesty e Antigone, “niente più alibi, no a ulteriori rinvii”
Amnesty - Alla vigilia della discussione sui sub-emendamenti alla proposta di legge sull’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento italiano, Amnesty International Italia e Antigone hanno chiesto ai presidenti dei Gruppi parlamentari del Senato di giungere – dopo un ritardo di oltre 28 anni – “a una definizione del reato, a una previsione di sanzioni e, più in generale, a una disciplina della nuova fattispecie in linea con quanto imposto dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura”.
Reato di tortura: perché è importante fare presto
L’assenza, nel codice penale italiano, di reato specifico comporta che gli accusati di tortura o di trattamenti inumani siano incriminati per altri reati generici, sanzionati con pene lievi e soggetti a termini di prescrizione brevi.
“Perché ciò avvenga – continua la nota – occo
rrono alcune condizioni: una definizione del reato che escluda tassativamente la necessità di comportamenti reiterati affinché si sia in presenza di tortura e non circoscriva in maniera inaccettabile l’ipotesi della tortura mentale (la cosiddetta formula del “verificabile trauma psichico”) e tempi di prescrizione adeguati tali da escludere la mancata punizione di responsabili di tortura”.
Oltre a essere nell’interesse generale del paese, l’introduzione di una fattispecie specifica di tortura, correttamente definita e sanzionata in modo adeguato, sarebbe nell’interesse delle stesse forze di polizia, la cui credibilità e autorevolezza non traggono alcun giovamento da una situazione, come quella attuale, nella quale coloro che dovessero compiere violazioni dei diritti umani continuerebbero a non essere adeguatamente puniti.
“Amnesty International Italia e Antigone auspicano che eventuali difficoltà nella definizione della fattispecie di tortura non portino a ulteriori rinvii e che non venga meno quel senso di urgenza indispensabile se si vuole che una legge sulla tortura sia davvero approvata sia dal Senato che dalla Camera dei Deputati entro questa legislatura”.
Reato di tortura, cosa abbiamo fatto
Nel programma di riforme dell’Agenda in 10 punti che abbiamo presentato nel 2013, in occasione delle elezioni politiche in Italia, abbiamo rinnovato il nostro impegno per l’introduzione del reato di tortura in Italia. In questi anni abbiamo tenuto alta l’attenzione sulla necessità adempiere a un obbligo internazionale previsto dall’art. 4 della Convenzione delle Nazioni Unite del 1984, che l’Italia ha ratificato nel 1989. Per maggiori informazioni clicca qui.
Amnesty - Alla vigilia della discussione sui sub-emendamenti alla proposta di legge sull’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento italiano, Amnesty International Italia e Antigone hanno chiesto ai presidenti dei Gruppi parlamentari del Senato di giungere – dopo un ritardo di oltre 28 anni – “a una definizione del reato, a una previsione di sanzioni e, più in generale, a una disciplina della nuova fattispecie in linea con quanto imposto dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura”.
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rrono alcune condizioni: una definizione del reato che escluda tassativamente la necessità di comportamenti reiterati affinché si sia in presenza di tortura e non circoscriva in maniera inaccettabile l’ipotesi della tortura mentale (la cosiddetta formula del “verificabile trauma psichico”) e tempi di prescrizione adeguati tali da escludere la mancata punizione di responsabili di tortura”.
Oltre a essere nell’interesse generale del paese, l’introduzione di una fattispecie specifica di tortura, correttamente definita e sanzionata in modo adeguato, sarebbe nell’interesse delle stesse forze di polizia, la cui credibilità e autorevolezza non traggono alcun giovamento da una situazione, come quella attuale, nella quale coloro che dovessero compiere violazioni dei diritti umani continuerebbero a non essere adeguatamente puniti.
“Amnesty International Italia e Antigone auspicano che eventuali difficoltà nella definizione della fattispecie di tortura non portino a ulteriori rinvii e che non venga meno quel senso di urgenza indispensabile se si vuole che una legge sulla tortura sia davvero approvata sia dal Senato che dalla Camera dei Deputati entro questa legislatura”.
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