mercoledì, dicembre 21, 2016
La Cancelliera è decisa a non perdere la barra, intanto Alternative für Deutschland e le destre si gettano sui cadaveri. Cannibalismi europei.

di Lorenzo Carchini

Ankara-Berlino: poche ore di distanza, due attentati, che hanno scosso la serata di lunedì 19 dicembre. Nella capitale turca, l'ambasciatore russo Andrei Karlov, è stato ucciso da alcuni colpi mentre si inaugurava una mostra. In Germania, un camion si è schiantato tra la folla sul mercato di Natale situato ai piedi del Kaiser Wilhelm Memorial Church, facendo dodici morti e 48 feriti.

Due attacchi. Due modalità operative, due obiettivi. I giornalisti, come i leader politici - in particolare tedeschi - hanno avuto cura di non decidere in fretta tra la tesi dell'incidente e quella del atto terroristico. Erano ovviamente ansiosi di evitare reazioni politiche, da una parte, e anche non dare l'impressione di voler minimizzare l'evento, dall'altra.

L'uscita della notizia dell'arresto del 23enne pakistano, però, hanno immediatamente avuto importanti ripercussioni, mostrando quanto diversamente può essere interpretata la politica e la società. Ieri, Angela Merkel ha fatto una dichiarazione assai chiara e diretta, per quello che ha detto e per quello che ha evitato di dire.

La barra resta dritta, la Germania resta "una società aperta che rifiuta di vivere nella paura". Un richiamo all'orgoglio nazionale che ribalta il tavolo delle destre europee. Non è l'orgoglio nazionale nelle frontiere e nella chiusura, ma l'esatto opposto, che si trova nell'accoglienza di coloro che fuggono dalle guerre e li inserisce nella società, rendendoli partecipi.

Intanto, altrove, sia in Germania che nel resto d'Europa, in molti si azzuffavano per riuscire a raccogliere la bava e la rabbia. Un comodo cannibalismo nel quale tutti si lanciano, famelici. Mentre lo sventurato pakistano poteva tornarsene a casa, le parole d'ordine tornavano ad essere "se ne tornino a casa loro" oppure "bombardiamoli!".

I vari Farage, Salvini, Meloni, Pretzell omettono, però, il fatto che i terroristi possono passare le frontiere in mille modi. Quelli dell'11 settembre non erano immigrati, mentre gli attentati di Parigi sono stati commessi da persone nate in Europa che nessuna legge può spedire in Paesi dove non sono nati e non hanno vissuto. Queste cose i leader della destra xenofoba le sanno benissimo. Ma non è con la razionalità che si nutrono le paure della gente, le stesse paure che generano consensi per i loro partiti.

La "colpa", in queste ricostruzioni, diventa della Cancelliera tedesca; "l'eredità della Merkel", secondo Farage. La verità, semplicemente, è che per quanto questa donna possa essere mal sopportata, vezzeggiata, accusata di aver portato avanti programmi discutibili, resta il politico di maggior caratura che l'Europa sia capace di proporre. Una leader indispensabile, in un Vecchio Continente schiacciato tra Trump e Putin.


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