martedì, agosto 26, 2025
Amnesty International ha accusato le autorità statunitensi di usare intenzionalmente sistemi automatizzati basati sull’intelligenza artificiale contro cittadine e cittadini di nazionalità straniera o che sono a favore dei diritti delle persone palestinesi.

Amnesty - L’organizzazione per i diritti umani ha preso in esame documenti pubblici del dipartimento per la Sicurezza interna (US Department of Homeland Security, Dhs) e altre informazioni diventate pubbliche, come bandi di assegnazione e valutazioni concernenti la privacy. È così giunta alla conclusione che prodotti basati sull’intelligenza artificiale, come Babel X, prodotto da Babel Street, e Immigration OS, prodotto da Palantir, sono in grado di effettuare monitoraggio e sorveglianza di massa e di esprimere valutazioni sulle persone, che spesso sono di nazionalità non statunitense.

La ricerca di Amnesty International ha inoltre segnalato che questi prodotti sono usati dal governo statunitense per individuare persone migranti, richiedenti asilo e rifugiate e, in ultima analisi, corrono un alto rischio di essere utilizzati nell’ambito del programma “Catturare e revocare”, che consiste nella revoca di tutti i visti concessi alle studenti e gli studenti stranieri che partecipano a proteste pro-Palestina.

“È profondamente preoccupante che il governo statunitense impieghi tecnologie invadenti basate sull’intelligenza artificiale nel contesto di un programma di espulsioni di massa e di repressione delle espressioni in favore delle persone palestinesi, realizzando così un sistema di violazioni dei diritti umani. 
Queste tecnologie consentono alle autorità di rintracciare rapidamente e prendere di mira studenti e altri gruppi marginalizzati con una velocità e un’ampiezza senza precedenti. Ne derivano arresti illegali ed espulsioni di massa, un clima di paura e un effetto raggelante ancora più diffuso tra le comunità migranti e tra le studenti e gli studenti internazionali nelle scuole e nei campus universitari”, ha dichiarato Erika Guevara Rosas, alta direttrice delle ricerche e delle campagne di Amnesty International.

Il programma “Catturare e revocare” si basa su una combinazione di controlli delle attività sui social media, verifiche sulla validità dei visti e valutazioni automatizzate delle minacce costituite dalle persone straniere, studenti internazionali compresi. I prodotti basati sull’intelligenza artificiale di Babel Street e Palantir hanno un ruolo importante nell’identificazione delle persone, dei loro comportamenti e dei loro movimenti, in un modo più rapido e su scala maggiore, ai fini della valutazione sulla revoca dei loro visti.

Attraverso le sue analisi dei contenuti pubblicati sui social media, Babel X valuta le “emozioni” e le probabili intenzioni delle persone utenti basandosi sul loro comportamento online. Sia Babel X che Immigration OS possono svolgere ricognizioni e analisi automatizzate sui dati usando degli algoritmi e aggregando informazioni pubbliche e private nonché tutta una serie di dati contenuti negli archivi del governo.

Ad esempio, Babel X è usato per effettuare scansioni, basate sull’intelligenza artificiale, sui social media per evidenziare contenuti collegati al “terrorismo”. Le autorità statunitensi possono usare queste informazioni per decidere se revocare il visto a una persona. Quando una decisione del genere viene presa, funzionari dell’Agenzia per l’immigrazione e le dogane (Immigration and Customs Enforcement, Ice) vengono incaricati di arrestarla ed espellerla.

Le tecnologie probabilistiche usate per trarre conclusioni sulle intenzioni delle persone hanno enormi margini di errore, possono essere viziate da discriminazione e pregiudizi e rischiano di descrivere falsamente come antisemitismo contenuti in favore della Palestina.

I rischi collegati all’uso di questi sistemi sono noti ampiamente e da tempo. Nel corso della prima amministrazione Trump, 55 organizzazioni per i diritti umani (compresa Amnesty International) e 54 esperte ed esperti di tecnologia scrissero alle autorità per manifestare la loro opposizione all’introduzione di un simile sistema automatizzato di “valutazione estrema”, spiegando che da un lato sarebbe stato inefficace e dall’altro avrebbe inevitabilmente causato violazioni dei diritti alla non discriminazione e alla libertà di espressione, così come di altri diritti umani delle persone migranti presenti negli Usa.

“La coercitiva iniziativa ‘Catturare e revocare’, facilitata dall’intelligenza artificiale, rischia di far aumentare le revoche arbitrarie e illegali dei visti, gli arresti, le espulsioni e tutta una serie di ulteriori violazioni dei diritti umani: alla privacy, alla libertà d’espressione, all’accesso alle informazioni, alla libertà di movimento e a quella di protesta nonché alla non discriminazione”, ha sottolineato Guevara Rosas.

Amnesty International ha analizzato bandi di assegnazione, contratti e richieste ai sensi dell’Atto sulla libertà d’informazione (Freedom of information act, Foia) presentate in passato da altre organizzazioni: tutta documentazione relativa ai progetti attualmente portati avanti dal Dhs, dall’Ice e dall’Agenzia per la Protezione della dogana e delle frontiere (Custom and Border Protection, Cbp). Secondo il sito della Cpb, l’Ice e la stessa Cpb sono coinvolte in almeno 80 progetti che usano l’intelligenza artificiale.

Babel X di Babel Street 
Secondo la documentazione esaminata da Amnesty International, Babel X è usato dalla Cbp almeno dal 2019. Questa tecnologia può raccogliere rapidamente una serie di dati relativi a una persona, come nome e cognome, indirizzo di posta elettronica o numero di telefono; può avere accesso ai suoi post sui social media, al suo indirizzo IP, al suo curriculum professionale e ai codici univoci di identificazione per le app di annunci pubblicitari in modo da localizzare il dispositivo.

Inoltre, Babel X consente di controllare in modo ampio vari gruppi, tra i quali cittadini e cittadine statunitensi o di altre nazionalità e persone con permesso di residenza permanente, ma viene usato specificamente per monitorare le persone richiedenti asilo e rifugiate, come emerso dall’Analisi sulle soglie della privacy della Cbp fatta proprio per Babel X.

Babel X è attualmente incluso nella pagina della Cbp dei progetti che fanno uso dell’intelligenza artificiale, definito “uno strumento commerciale che aiuta la Cbp a compilare informazioni, tratte dai social media e da informazioni da fonti aperte, su visitatori che possono essere oggetto di ulteriori verifiche per potenziali violazioni di leggi, che la Cbp è autorizzata ad applicare e a far rispettare”.

Nel febbraio 2025 l’Alto vicepresidente per i rischi di Babel Street ha pubblicato un articolo in cui promuoveva l’uso di sistemi di ricerca e raccolta di informazioni da fonti aperte (Open source intelligence, Osint) basati sull’intelligenza artificiale, per contrastare e individuare “contenuti collegati al terrorismo” a scopo d’intercettazione e per tutelare la sicurezza delle frontiere, nonché per individuare individui e “gruppi radicalizzati” usando ricerche per parole chiave in un’ampia serie di archivi contenenti documenti, articoli di stampa e contenuti online.

Babel Street fa “ricerche persistenti” per monitorare continuamente ogni nuova informazione su una particolare persona che compaia online o sia presente in archivi governativi, persino dopo che è stata fatta un’iniziale query di ricerca. Attraverso l’evidenziazione o lo scarto automatizzati di una gran quantità di dati riguardanti una determinata persona. Babel X rischia di rendere automaticamente sospetta una persona, sottoponendola così alla possibile revoca del visto, all’arresto e all’espulsione.

Immigration OS di Palantir 
Nell’aprile 2025 l’Ice ha concluso con Palantir un contratto di 30 milioni di dollari per individuare casi di “abbandono volontario del territorio statunitense” e identificare casi prioritari di espulsione, soprattutto quelli di permanenza negli Usa dopo la scadenza del visto. Quel mese, 404 Media ha reso noto una comunicazione interna inviata dal capo dell’ufficio tecnologico di Palantir: “Nelle ultime settimane abbiamo realizzato il prototipo di un nuovo set di integrazione e flusso di dati con l’Ice (…) Il focus della nuova amministrazione sull’importanza dei dati al fine di avviare operazioni di applicazione della legge ha accelerato i nostri sforzi”.

Questo prodotto, noto come Sistema operativo sul ciclo di vita dell’immigrazione (Immigration Os), è un aggiornamento del sistema chiamato Gestione integrata dei casi (Integrated Case Management system, Icm), utilizzato dall’Ice sin dal 2014.

L’Icm consente al personale dell’Ice di “creare un archivio elettronico, che organizza e collega tutte le notizie e i documenti associati a una particolare indagine [su un caso di immigrazione], in modo che possano essere consultati da uno specifico luogo”. Il sistema, inoltre, consente al personale dell’Ice il collegamento a dati riferiti a più indagini al fine di individuare connessioni tra i vari casi, nonché l’accesso a un’ampia serie di dati personali raccolti dalle agenzie governative e da quelle incaricate di far rispettare la legge.   Continua a leggere su Amnesty




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