Indagine chiusa: nessun illecito da parte dell'ex first lady. Il direttore Fbi: "Valgono le conclusioni di Luglio". La candidata: "Soddisfatta". Trump: "Protetta da un sistema truccato".
Ultimo colpo di scena a ormai poche ore dal voto che deciderà il futuro inquilino della Casa Bianca. Al centro la nuova lettera del numero uno dell'Fbi, James Comey, al Congresso. Una lettera in cui certifica, senza giri di parole, che l'indagine sulle email di Hillary Clinton è chiusa. Tutte sono state esaminate, senza che sia stata trovata traccia di illeciti. Dunque nessuna richiesta di incriminazione dell'ex segretario di stato.
Una notizia che sconvolge ulteriormente la già incerta corsa alla presidenza, dopo che Donald Trump era parso in netta ripresa, sulla favorita Clinton. "È un sistema truccato. E Hillary Clinton è protetta", dice dal palco del comizio a Minneapolis il miliardario newyorkese. Mentre la candidata democratica, dopo la sorpresa d'ottobre che l’aveva fatta precipitare nei sondaggi, tira un enorme sospiro di sollievo, dicendosi soddisfatta e di guardare con ottimismo al prossimo martedì.
Anche i dati sui voti anticipati, in particolare dietro la spinta della "minoranza" ispanica (una fetta decisiva di elettori), con quote sull'affluenza in stati chiave come la Florida o il Nevada che fanno sorridere la campagna della Clinton. Elettori di fatto spinti tra le braccia democratiche dalla linea anti-immigrazione dell'eccentrico candidato repubblicano, capace secondo gli esperti di dilapidare il faticoso lavoro compiuto negli ultimi anni per rendere il partito "digeribile" ad una minoranza in costante aumento.
Sono ancora una decina gli stati che i sondaggi danno in bilico, dove tra i due candidati ci sono meno di 5 punti di differenza, e in alcuni si andrà al testa a testa. È qui che in queste ore si svolge una vera e propria caccia al voto, dalla Florida all'Ohio, dalla Pennsylvania alla North Carolina. Vincere uno di questi stati vuol dire acquisire una dote di grandi elettori che può rivelarsi determinante per raggiungerne quei 270 necessari per la conquista della presidenza.
Ultimo colpo di scena a ormai poche ore dal voto che deciderà il futuro inquilino della Casa Bianca. Al centro la nuova lettera del numero uno dell'Fbi, James Comey, al Congresso. Una lettera in cui certifica, senza giri di parole, che l'indagine sulle email di Hillary Clinton è chiusa. Tutte sono state esaminate, senza che sia stata trovata traccia di illeciti. Dunque nessuna richiesta di incriminazione dell'ex segretario di stato.
Una notizia che sconvolge ulteriormente la già incerta corsa alla presidenza, dopo che Donald Trump era parso in netta ripresa, sulla favorita Clinton. "È un sistema truccato. E Hillary Clinton è protetta", dice dal palco del comizio a Minneapolis il miliardario newyorkese. Mentre la candidata democratica, dopo la sorpresa d'ottobre che l’aveva fatta precipitare nei sondaggi, tira un enorme sospiro di sollievo, dicendosi soddisfatta e di guardare con ottimismo al prossimo martedì.
Anche i dati sui voti anticipati, in particolare dietro la spinta della "minoranza" ispanica (una fetta decisiva di elettori), con quote sull'affluenza in stati chiave come la Florida o il Nevada che fanno sorridere la campagna della Clinton. Elettori di fatto spinti tra le braccia democratiche dalla linea anti-immigrazione dell'eccentrico candidato repubblicano, capace secondo gli esperti di dilapidare il faticoso lavoro compiuto negli ultimi anni per rendere il partito "digeribile" ad una minoranza in costante aumento.
Sono ancora una decina gli stati che i sondaggi danno in bilico, dove tra i due candidati ci sono meno di 5 punti di differenza, e in alcuni si andrà al testa a testa. È qui che in queste ore si svolge una vera e propria caccia al voto, dalla Florida all'Ohio, dalla Pennsylvania alla North Carolina. Vincere uno di questi stati vuol dire acquisire una dote di grandi elettori che può rivelarsi determinante per raggiungerne quei 270 necessari per la conquista della presidenza.
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