venerdì, ottobre 07, 2016
La dedica al popolo colombiano, nonostante proprio il referendum popolare abbia bocciato lo storico accordo per mettere fine alla guerra civile.

Il presidente della Colombia, Juan Manuel Santos, si é aggiudicato il premio Nobel per la Pace 2016. E' stato premiato, dunque, l'accordo di pace in Colombia tra lo Stato e le Farc che, fino alla bocciatura nel referendum, sembrava essere il vincitore naturale di questa edizione. Un premio prestigioso accettato ""in nome del popolo che ha sofferto così tanto durante questa guerra". Più che un premio uno "stimolo" a proseguire nelle trattative per la pace.

Farc e governo, intanto, rilanciano con un comunicato comune il cessate il fuoco, mentre la prima reazione del leader delle Farc Rodrigo Londono, alias Timochenko, è arrivata tramite Twitter: "L'unico premio al quale aspiriamo è quello della pace con giustizia sociale, senza paramilitarismo, senza rappresaglie e senza menzogne".

La notizia del premio per il presidente colombiano, è arrivata anche a Parigi, dove, in un intervista telefonica su I-Télé, Ingrid Betancourt, l'ex ostaggio franco-colombiano delle Farc in Colombia, non ha nascosto la propria commozione dicendosi "ottimista per il futuro". Alla domanda se anche le Farc meritassero il Nobel ha risposto "Sì, credo di sì".

Le trattative, con la spinta del riconoscimento da Oslo, sono quindi destinate a proseguire, nonostante l'esito negativo del referendum di domenica scorsa. Da L'Avana, dove si tengono i negoziati, le parti appoggiano l'iniziativa del presidente Santos di consultare "i diversi settori della società" in un "processo rapido ed efficace" per definire "correzioni e precisazioni" che saranno poi discusse.

Anche la Comunità di Sant'Egidio, da tempo impegnata per la pace nel paese sudamericano, ha espresso soddisfazione per il riconoscimento: "Si tratta di un forte sostegno al dialogo e al negoziato come uniche vie praticabili per raggiungere la fine dei conflitti. Un segnale importante per un mondo in cui si è allargata in modo preoccupante, negli ultimi mesi, la terza guerra mondiale a pezzi di cui parla Papa Francesco".


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