sabato, luglio 09, 2016
“Chi può guarire quello che c’è nella mia mente? Chi può togliermelo dalla testa? Cerco di non chiudere gli occhi la notte. Non mi piace chiudere gli occhi perché tutto riaffiora" 

Amnesty - L’8 giugno di cinque anni fa, Verónica Razo stava camminando per strada, nel centro di Città del Messico, quando da una macchina sono usciti degli uomini armati senza uniformi e l’hanno rapita. È stata portata in un magazzino della polizia federale dove ha vissuto il peggiore degli incubi. È stata picchiata, quasi soffocata, sottoposta a scariche elettriche e ripetutamente violentata da diversi poliziotti. Alla fine sono arrivate le minacce per costringerla a firmare una “confessione”. È da cinque anni in carcere in attesa dell'esito del processo.

Verónica non è l’unica: 100 donne hanno denunciato ad Amnesty International di aver subito torture e altre forme di maltrattamenti. I risultati della nostra indagine sono scioccanti: di queste, 72 ci hanno raccontato di aver subito violenza sessuale, 33 hanno avanzato accuse di stupro. Nonostante le violenze, queste donne hanno avuto il coraggio di denunciare i loro torturatori.

Stai al fianco di queste donne coraggiose, firma l’appello!

Le storie

Nessuno ha pagato per le torture inflitte a Mónica
Un numero da aggiungere alla lista delle persone arrestate per traffico di droga. È la motivazione che ha spinto gli agenti ad abbattersi con violenza su Mónica, 26 anni, madre di quattro figli, su suo fratello e su suo marito ferito a morte. Nessuno ha pagato per queste violenze, nonostante la Commissione nazionale per i diritti umani abbia confermato che Mónica è stata torturata.

Verónica, da cinque anni in attesa di processo
L’8 giugno del 2011 Verónica è stata portata con la forza in un magazzino della polizia federale da uomini in borghese che l’hanno torturata e stuprata. La sua confessione, estorta con la violenza, non è stata ancora confermata e Verónica resta ancora in attesa di una sentenza.

La violenza su Tailyn non è mai stata verificata
Tailyn ha abortito spontaneamente in un ufficio della procura generale federale. Il feto che portava in grembo di appena sette settimane non ha retto al pestaggio e alle violenze sessuali degli agenti di polizia. Nonostante le sue denunce, non è stata ancora visitata da un medico legale che possa attestare i maltrattamenti e la tortura subiti.

 
Maria Magdalena e i segni di una violenza durata 20 ore
A tre anni di distanza dal suo arresto, il corpo di Magdalena mostra ancora le cicatrici delle percosse. Un segno indelebile della violenza a cui è stata sottoposta per 20 ore consecutive al termine delle quali è stata costretta a "confessare" un reato mai compiuto. Magdalena è tuttora in carcere in attesa dell'esito del processo.

Denise e Korina, umiliate perché lesbiche

La violenza ha cercato di zittirle e terrorizzarle, ma loro hanno trovato comunque la forza di denunciare le torture subite dai militari nell’agosto del 2011. Denise e Korina sono state violentate e seviziate per 30 ore perché lesbiche. Un medico legale le ha visitate quattro anni fa, ma da quella visita a oggi non hanno ancora ricevuto i risultati.


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