I lavori per il raddoppio, finanziati dall'Ue, sono fermi da anni. La storia di un'Italia che non funziona dietro a quel maledetto binario unico.
di Lorenzo Carchini
Mentre i soccorritori sono ancora lì, in quel lembo di terra pugliese, fra Andria e Corato, a scavare fra le lamiere in cerca di vittime e superstiti, nuovi dettagli affiorano dietro allo scontro fra treni di ieri, mostrando ancora una volta il volto di un'Italia che non funziona, incapace di districarsi tra le maglie burocratiche.
La tragedia nel tratto di binario unico ha, infatti, scatenato polemiche sul piano finanziato dall'Unione europea il 27 aprile 2012: un vasto progetto di adeguamento ferroviario dell'area metropolitana del Nord barese, che includeva fra gli interventi anche il raddoppio del binario sul quale si è verificato l'incidente.
Un progetto che risaliva già al 2007, quando la Giunta regionale approvò il Programma Operativo FESR 2007-13, con interventi strutturali e tecnologici per modernizzare e migliorare l’accessibilità della tratta ferroviaria Bari-Barletta.
Un lavoro, quindi, ben finanziato, con un importo di partenza per quei dodici chilometri scarsi di 33 milioni e 427mila euro, per una conclusione inizialmente prevista per il 31 dicembre 2012.
I primi espropri di terreni avvennero, però, soltanto nel 2013. Nel 2014, addirittura, una deliberazione di giunta della Regione aveva riprogrammato il raddoppio della tratta, dividendolo in due lotti e spostandolo dai Fondi Europei 2007-2013 al 2014-2020. La causa, secondo fonti ufficiali, fu dovuta a "un allungamento imprevisto della fase istruttoria propedeutica all'avvio delle attività di realizzazione dell’intervento".
Anni buttati, fino al 16 giugno scorso, quando la Ferrotranviaria spa (azienda privata che fa capo alle Ferrovie del Nord Barese) aveva prorogato il termine per la presentazione delle offerte relative alla gara di appalto per la progettazione e l'esecuzione dei lavori: dal 1 Luglio si passava al 19.
Ad oggi, il doppio binario è stato realizzato solo tra Bari e Ruvo, mentre tra Ruvo e Barletta (quindi anche tra Corato e Andria) è rimasto il binario unico.
I tempi sempre più dilatati dalla burocrazia hanno, dunque, portato alla tragedia: una formula che fin troppo spesso ricorre nella cronaca di eventi tragici o cataclismi naturali.
di Lorenzo Carchini
Mentre i soccorritori sono ancora lì, in quel lembo di terra pugliese, fra Andria e Corato, a scavare fra le lamiere in cerca di vittime e superstiti, nuovi dettagli affiorano dietro allo scontro fra treni di ieri, mostrando ancora una volta il volto di un'Italia che non funziona, incapace di districarsi tra le maglie burocratiche.
La tragedia nel tratto di binario unico ha, infatti, scatenato polemiche sul piano finanziato dall'Unione europea il 27 aprile 2012: un vasto progetto di adeguamento ferroviario dell'area metropolitana del Nord barese, che includeva fra gli interventi anche il raddoppio del binario sul quale si è verificato l'incidente.
Un progetto che risaliva già al 2007, quando la Giunta regionale approvò il Programma Operativo FESR 2007-13, con interventi strutturali e tecnologici per modernizzare e migliorare l’accessibilità della tratta ferroviaria Bari-Barletta.
Un lavoro, quindi, ben finanziato, con un importo di partenza per quei dodici chilometri scarsi di 33 milioni e 427mila euro, per una conclusione inizialmente prevista per il 31 dicembre 2012.
I primi espropri di terreni avvennero, però, soltanto nel 2013. Nel 2014, addirittura, una deliberazione di giunta della Regione aveva riprogrammato il raddoppio della tratta, dividendolo in due lotti e spostandolo dai Fondi Europei 2007-2013 al 2014-2020. La causa, secondo fonti ufficiali, fu dovuta a "un allungamento imprevisto della fase istruttoria propedeutica all'avvio delle attività di realizzazione dell’intervento".
Anni buttati, fino al 16 giugno scorso, quando la Ferrotranviaria spa (azienda privata che fa capo alle Ferrovie del Nord Barese) aveva prorogato il termine per la presentazione delle offerte relative alla gara di appalto per la progettazione e l'esecuzione dei lavori: dal 1 Luglio si passava al 19.
Ad oggi, il doppio binario è stato realizzato solo tra Bari e Ruvo, mentre tra Ruvo e Barletta (quindi anche tra Corato e Andria) è rimasto il binario unico.
I tempi sempre più dilatati dalla burocrazia hanno, dunque, portato alla tragedia: una formula che fin troppo spesso ricorre nella cronaca di eventi tragici o cataclismi naturali.
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