mercoledì, luglio 20, 2016
Dopo l'efferato atto di violenza gratuita consumato in Louisiana domenica scorsa, i Vescovi americani suggeriscono la strada forse più impegnativa ma di certo più esemplare: l'imitazione di Cristo.

di Dario Cataldo

Il sangue sparso, l'odio alimentato dalla violenza gratuita che fagocita tutto e tutti; sono questi i preamboli che delineano uno stato d'emergenza ormai evidente. L'Europa come il Continente Americano, l'Africa come l'Asia, sono teatro di un festival degli orrori, in cui l'unico protagonista è il disprezzo che fomenta una cultura della morte come riscatto sociale.

I Vescovi statunitensi, a seguito dell'ennesimo ripugnante episodio negativo, alzano la voce in nome dei valori cristiani, quelli più genuini e puri, andando controcorrente, anche rispetto a un clima politico, alimentato dalla campagna per le presidenziali in cui la carta vincente sembra essere l'attacco verbale e intimidatorio.

Lo fanno tramite il Presidente della Conferenza Statunitense dei Vescovi Cattolici, nonché arcivescovo di Louisville, Joseph Edward Kurtz, il quale rivolge un accorato invito alla calma e al dialogo. L'appello è chiaro: "Lasciate, basta così". Un netto richiamo al Vangelo di Luca che rimanda all'episodio in cui il Signore, nell’ora della Passione invita i discepoli a riporre le armi. Continua il Prelato: "La tentazione di rispondere alla violenza con la violenza è forte. Anche lo stesso san Pietro — rammenta Kurtz nella nota diffusa dal sito dell’episcopato statunitense — si è scagliato su chi arrestava il nostro amato Salvatore. Tuttavia, la risposta di Gesù è stata chiara: Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno”.

Certo, girare le spalle al problema sarebbe ancora più grave che la risposta armata. I Presuli hanno ben chiaro quali complesse dinamiche si muovono dietro una piaga contemporanea. Nel frattempo, però, avvertono che "come società, dobbiamo camminare insieme per affrontare il male persistente del razzismo, per salvaguardare i nostri cittadini dal pericolo dell’estremismo".

In questa sfida, la Comunità ecclesiale non deve essere inerme; "Come Chiesa dobbiamo cercare modi per promuovere questo dialogo che salva la vita. Le risposte non verranno facilmente né nel breve tempo, ma ne abbiamo bisogno". Sulla scorta di quanto detto e fatto dal vescovo di Baton Rouge, Robert William Muench, che appena saputo della tragedia si era recato a portare conforto ai parenti delle vittime, "le parole non possono esprimere le emozioni che proviamo per coloro che hanno perso i propri cari". Alla sequela del figlio di Dio è però possibile cercare la speranza che fa dire che "l’amore alla fine trionfa sull’odio".


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