Intervista all'autore di "Podemos. La sinistra oltre la sinistra", una delle prime opere ad individuare nel movimento di Iglesias la nuova linfa vitale della politica spagnola, cercando di tracciare una rotta nel confuso panorama all'indomani delle elezioni, tra alleanze mancate ed i cambiamenti "innaturali" nell'ideologia di Podemos.



Cosa succede in Spagna? Non ancora è cessato il ronzio del referendum inglese, che la paura del cambiamento si esprime alle urne iberiche con l'affermazione del centrodestra di Rajoy e del Partito Popolare. Ancora una volta smentiti tutti i sondaggi, la "vecchia politica" resta in piedi, le forze della Transizione si muovono in difesa contro l'avanzata di Podemos, e ci riescono.

"Un conto a freddo che non ha funzionato", così spiega Giacomo Spena l'arresto del partito di Iglesias, criticando l'accordo portato avanti con Izquierda Unida, teso a cercare un sorpasso numerico verso il Partito socialista, ma che alla fine non avrebbe pagato. Una rottura, continua, che non avrebbe giovato né a parte della sinistra tradizionale, che non avrebbe visto di buon occhio il post-idealismo viola, né allo stesso Podemos, che si sarebbe così alienato qualunque possibilità di un accordo con il Psoe.

Il voto, dunque, consegna ai cittadini un governo che non c'è, nel quale la ricerca di alleanze ed i conteggi delle poltrone sembra abbia preso il sopravvento sull'emergenza sociale che affligge il paese.

Giacomo Russo Spena è nato a Roma nel 1981. Giornalista di Micromega, è stato redattore de il manifesto. Ha scritto, con Daniele Nalbone "Ripuliti Postfascisti durante e dopo Berlusconi" (Castelvecchi, 2012) ed è co-autore con Matteo Pucciarelli di "Tsipras chi? Il leader greco che vuole rifare l’Europa" (Alegre, 2014) e di "Podemos, la sinistra spagnola oltre la sinistra" (Alegre, 2014). È uscito in questi giorni, con Steven Forti, "Ada Colau, la città in comune. Da occupante di case a sindaca di Barcellona" (Alegre, 2016).