Torniamo sulle sanzioni alla Siria. L'occasione una intervista ed un opuscolo di un 'Comitato contro le sanzioni' a cui ha aderito il premio Nobel, Mairead Maguire, la cui iniziativa è sostenuta da tutti i responsabili delle comunità cristiane siriane. Da entrambi, sottolineata la necessità di chiarire la contraddittorietà di chi preme sulla necessità dei 'corridoi umanitari' e nello stesso tempo, con le sanzioni, impedisce alla popolazione, di accedere alle risorse ed ai servizi essenziali.
di Patrizio Ricci
"Sono disgustato da queste sanzioni perché queste sanzioni e questi
embarghi non sono stati attuati contro il governo siriano, ma contro il popolo
siriano, contro tutto il popolo siriano", chi parla è il Dr Nabil Antaki, cristiano, marista. E' medico e direttore di uno
degli ultimi due ospedali funzionanti ad Aleppo. In una intervista concessa a Be Courius Tv denuncia le sanzioni
che anzichè mitigare, raddoppiano le vittime della guerra siriana. Nell'intervista ripresa poi anche da Arret sur Info, segnala ancora una volta, come in Siria vivere o curarsi sia davvero problematico se non
impossibile. E l'ennesima testimonianza di come alla devastazione della guerra si aggiunge anche la decisione politica dell'embargo che colpisce proprio le stesse
persone che dice di voler preservare. Se questo è
sconcertante, ancora di più lo è il fatto che le sanzioni nelle zone occupate
dai ribelli sono state revocate, comprese quelle occupate da al Nusra,
organizzazione classificata come organizzazione terroristica.
Lascia perplessi come un problema così grave sia stato
velocemente liquidato dai ministri degli esteri il 27 maggio scorso senza
alcun dibattito ma a distanza 'con procedura scritta',
probabilmente tramite e-mail o comunque a distanza, tramite semplice atto formale.
Contro la politica delle sanzioni applicata alla stregua
dell'assedio, si è costituito il Comitato Italiano contro le Sanzioni alla Siria.
L'organismo denuncia in un report messo a disposizione gratuitamente, quanto il testo delle
sanzioni sia volutamente lacunoso e difficilmente comprensibile perché disorganico e di assai difficile consultazione. Da un esame approfondito del testo però si capisce che la sua complessità soddisfa
un'esigenza: per l'opinione pubblica le sanzioni, dovevano essere una legittima, quanto
pacata, risposta alle repressioni del 'regime.
Leggersi gli innumerevoli allegati (e richiami ad altri testi ed elenchi) che costituisce il testo del documento sulle sanzioni 'misure restrittive nei confronti della Siria'' è compito improbo se non impossibile. Si tratta di "una serie di elenchi continuamente aggiornati e approvati non dal Consiglio d’Europa ma da anonimi funzionari dell’Unione Europea, quali, ad esempio quelli del “Gruppo Mashreq/Maghreb (MaMa)”. Si scopre l'interesse di colpire con le sanzioni “ad personam” “uomini di affari” presentati come “sostenitori di Assad” (a febbraio del 2015 erano 211) in realtà nascondono la volontà di colpire beni e servizi che si vogliono rendere irreperibili al popolo siriano. Infatti, l'interesse su di loro è dovuto al fatto che " provvedevano, a vario titolo, alla commercializzazione di innumerevoli generi o attrezzature", cioè anche quelli indispensabili per la vita quotidiana.
Il documento UE 'misure restrittive nei confronti della Siria' in sostanza, ha lo scopo di condannare la Siria alla fame, pur mantenendo un alone di “rispettabilità” come parte di una strategia strutturata e coordinata con i ribelli siriani e le varie forze antigovernative. Il documento del ''Comitato Italiano contro le sanzioni alla Siria" affronta e chiarisce anche il nodo del divieto degli oggetti 'dual use'.
Leggersi gli innumerevoli allegati (e richiami ad altri testi ed elenchi) che costituisce il testo del documento sulle sanzioni 'misure restrittive nei confronti della Siria'' è compito improbo se non impossibile. Si tratta di "una serie di elenchi continuamente aggiornati e approvati non dal Consiglio d’Europa ma da anonimi funzionari dell’Unione Europea, quali, ad esempio quelli del “Gruppo Mashreq/Maghreb (MaMa)”. Si scopre l'interesse di colpire con le sanzioni “ad personam” “uomini di affari” presentati come “sostenitori di Assad” (a febbraio del 2015 erano 211) in realtà nascondono la volontà di colpire beni e servizi che si vogliono rendere irreperibili al popolo siriano. Infatti, l'interesse su di loro è dovuto al fatto che " provvedevano, a vario titolo, alla commercializzazione di innumerevoli generi o attrezzature", cioè anche quelli indispensabili per la vita quotidiana.
Il documento UE 'misure restrittive nei confronti della Siria' in sostanza, ha lo scopo di condannare la Siria alla fame, pur mantenendo un alone di “rispettabilità” come parte di una strategia strutturata e coordinata con i ribelli siriani e le varie forze antigovernative. Il documento del ''Comitato Italiano contro le sanzioni alla Siria" affronta e chiarisce anche il nodo del divieto degli oggetti 'dual use'.
L'indagine presta particolare attenzione anche al blocco delle
transazioni finanziarie, stabilito dal Consiglio dell’Unione Europea, con Decisione
878 del 2 settembre 2011 facendo notare come anche con questa
decisione, in realtà si mascheri ben altro: anche in questo caso, dietro ai provvedimenti ad personam
si celi la volontà di colpire tutti i settori economici, previdenziali, sanitari inerenti non solo
alla vita militare ma sopratutto la vita civile del paese.
Il documento integrale preparato dal Comitato (per chi
volesse approfondire ulteriormente la reale entità e natura delle sanzioni), è liberamente scaricabile qui.
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