lunedì, maggio 30, 2016
Nella serata di ieri la decisione: "Ho avuto apertura dal vescovo e io ho spalancato le porte della mia parrocchia ai migranti". Appello anche da parte del vescovo, mentre prosegue lo sgombero sul fiume Roja.

"Resteranno qui fino a quando è necessario". Con queste parole padre Francesco Marcoaldi, frate della Congregazione Figli di Maria Immacolata, ha spiegato la scelta di accogliere una settantina di migranti sotto sgombero che erano accampati a Ventimiglia. "Ho detto loro che se dovesse arrivare la polizia non devono fare resistenza e mi hanno garantito che non accadrà. Ai pasti ci pensa la Caritas".

Decisivo l'incontro fra parroco e Vescovo, dopo che nel corso della giornata di ieri alcuni migranti si erano recati nei pressi della chiesa, ma si erano dispersi con l'arrivo delle forze dell'ordine. Nella serata, infine, la decisione di aprire il salone della parrocchia.

Il gesto del religioso ha evitato a questo gruppo di essere sgomberato, ma per altri migranti è toccata ben altra sorte. Polizia, carabinieri e Guardia di finanza hanno messo su un bus alcune decine di persone da giorni accampate a Ventimiglia, attuando l'ordinanza di sgombero emessa venerdì scorso dal sindaco Enrico Ioculano. Le operazioni si sono svolte senza particolari tensioni.

"C'è bisogno di trovare una sistemazione, per questo chiedo ai sacerdoti di aprire le parrocchie". Anche il vescovo Antonio Suetta ha così chiamato le parrocchie alla mobilitazione umanitaria, dicendosi disposto ad accogliere la tendopoli del fiume Roja, appena sgomberata, in un terreno del seminario, chiedendo alla Croce Rossa di pensare a pasti e assistenza e alla Protezione civile di allestire i servizi igienici.

Intanto, però, i migranti sgomberati sono stati accompagnati presso la questura d'Imperia per l'identificazione. Una cinquantina di essi verranno in seguito imbarcati su un aereo, a Genova, e trasferiti nei vari centri di accoglienza nel Sud Italia.


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