Il francescano responsabile della Comunità cristiana nella città siriana, racconta l'inferno che quotidianamente la povera gente è costretta a vivere.
Breve Tregua ad Aleppo dopo l'accordo siglato ieri tra Usa e Russia. Ma quanto durerà? Ormai la città è scenario di atroci scontri tra le milizie governative e i ribelli. Con una comprensibile angoscia, si vive alla giornata, sperando che il giorno dopo andrà meglio. Dichiara il Religioso: “Di continuo cadono missili sugli edifici, sulle strade, sulle scuole, sugli ospedali. Dove noi viviamo, nella parte ovest della città, che è controllata dall’esercito regolare, vediamo tutto questo con grande tristezza. Viviamo ogni giorno nel terrore. Sono tanti i morti – continua il Sacerdote – tanti i feriti, tante le persone mutilate, gli edifici crollati, e tanta la sofferenza.
Specialmente domenica scorsa, quando abbiamo aperto il mese mariano con la Messa vespertina, tantissimi sono stati i bombardamenti, anche attorno alla nostra zona. Erano tutti spaventati. E’ successo lo stesso a Ram, in un’altra zona, sempre ad ovest della città. Mentre stavano pregando, è caduto un missile proprio sul muro del convento e della Chiesa. Le persone, spaventate, si sono rifugiate nel sotterraneo e sono passate almeno due ore prima che tutti siano potuti scappare e tornare nelle case. Sono episodi che si ripetono in continuazione in questi giorni.”
Aleppo è un macabro teatro in cui ogni giorno va in scena la stessa trama: il terrore e la violenza ingiustificata. Inoltre, come conseguenza, le rappresaglie frenano la crescita economica del Paese, costretto a vivere sotto la soglia di povertà per via delle privazioni frutto della guerra.
Come sottolinea il Francescano: “La gente rimane nelle case, anche se non è al sicuro. La città è bloccata, non c’è più lavoro. La gente anche se continua ad avere il fiato nei polmoni, non riesce più a respirare in modo normale. Abbiamo avuto tanti collassi di origine nervosa, abbiamo avuto tanti casi con problemi psicologici derivati dalla paura. I bambini e le mamme piangono. Un missile ha abbattuto un ospedale pediatrico e per donne partorienti e all’istante sono morti 17 bambini, di cui il più grande aveva un anno, senza contare poi le donne e gli uomini. Regna il terrore. Non sappiamo il perché di questo terrore, di quello che ci sta succedendo. Come se non bastasse, Aleppo è senz’acqua, senza elettricità, senza lavoro e nella povertà”.
Sfiancati da cinque anni di odio e spargimenti di sangue, in Siria si spera nella fine delle asperità. Da qui l'accorato appello della comunità cristiana, con a capo Padre Alsabbagha che dice: “Basta! Basta veramente con questa avidità. Basta fare guerre. Basta cercare la vanagloria, il potere, il possesso! Vogliamo vivere in pace, come abbiamo vissuto una volta tutti insieme, con le nostre diversità, come popolo”.
Lo scetticismo nelle forze politiche è comprensibile; quanto dei giochi di potere per spartirsi il mondo sono entrati nella logica della guerra civile in Siria? Chi finanzia l'Isis è davvero così distante concettualmente da chi si erge a “paladino” dei più deboli? L'occidente può davvero considerarsi immune da colpe per quanto sta accadendo? Queste e tante altre domande meritano risposte che ad oggi, i nostri rappresentanti governativi stentano a dare.
di Dario Cataldo
Breve Tregua ad Aleppo dopo l'accordo siglato ieri tra Usa e Russia. Ma quanto durerà? Ormai la città è scenario di atroci scontri tra le milizie governative e i ribelli. Con una comprensibile angoscia, si vive alla giornata, sperando che il giorno dopo andrà meglio. Dichiara il Religioso: “Di continuo cadono missili sugli edifici, sulle strade, sulle scuole, sugli ospedali. Dove noi viviamo, nella parte ovest della città, che è controllata dall’esercito regolare, vediamo tutto questo con grande tristezza. Viviamo ogni giorno nel terrore. Sono tanti i morti – continua il Sacerdote – tanti i feriti, tante le persone mutilate, gli edifici crollati, e tanta la sofferenza.
Specialmente domenica scorsa, quando abbiamo aperto il mese mariano con la Messa vespertina, tantissimi sono stati i bombardamenti, anche attorno alla nostra zona. Erano tutti spaventati. E’ successo lo stesso a Ram, in un’altra zona, sempre ad ovest della città. Mentre stavano pregando, è caduto un missile proprio sul muro del convento e della Chiesa. Le persone, spaventate, si sono rifugiate nel sotterraneo e sono passate almeno due ore prima che tutti siano potuti scappare e tornare nelle case. Sono episodi che si ripetono in continuazione in questi giorni.”
Aleppo è un macabro teatro in cui ogni giorno va in scena la stessa trama: il terrore e la violenza ingiustificata. Inoltre, come conseguenza, le rappresaglie frenano la crescita economica del Paese, costretto a vivere sotto la soglia di povertà per via delle privazioni frutto della guerra.
Come sottolinea il Francescano: “La gente rimane nelle case, anche se non è al sicuro. La città è bloccata, non c’è più lavoro. La gente anche se continua ad avere il fiato nei polmoni, non riesce più a respirare in modo normale. Abbiamo avuto tanti collassi di origine nervosa, abbiamo avuto tanti casi con problemi psicologici derivati dalla paura. I bambini e le mamme piangono. Un missile ha abbattuto un ospedale pediatrico e per donne partorienti e all’istante sono morti 17 bambini, di cui il più grande aveva un anno, senza contare poi le donne e gli uomini. Regna il terrore. Non sappiamo il perché di questo terrore, di quello che ci sta succedendo. Come se non bastasse, Aleppo è senz’acqua, senza elettricità, senza lavoro e nella povertà”.
Sfiancati da cinque anni di odio e spargimenti di sangue, in Siria si spera nella fine delle asperità. Da qui l'accorato appello della comunità cristiana, con a capo Padre Alsabbagha che dice: “Basta! Basta veramente con questa avidità. Basta fare guerre. Basta cercare la vanagloria, il potere, il possesso! Vogliamo vivere in pace, come abbiamo vissuto una volta tutti insieme, con le nostre diversità, come popolo”.
Lo scetticismo nelle forze politiche è comprensibile; quanto dei giochi di potere per spartirsi il mondo sono entrati nella logica della guerra civile in Siria? Chi finanzia l'Isis è davvero così distante concettualmente da chi si erge a “paladino” dei più deboli? L'occidente può davvero considerarsi immune da colpe per quanto sta accadendo? Queste e tante altre domande meritano risposte che ad oggi, i nostri rappresentanti governativi stentano a dare.
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