martedì, maggio 31, 2016
È iniziata a metà aprile l'installazione di Marconi, il nuovo supercomputer italiano per la ricerca.  

Almanacco della Scienza - CNR - Il programma targato Cineca-Lenovo, che si concluderà nel 2020, prevede un investimento di 50 milioni di euro in due fasi. Per il 2017 si raggiungerà una potenza di 20.000 miliardi di calcoli al secondo (20 Pflop/s) e una memoria di 20 milioni di miliardi di byte (20 Petabyte). Dal 2019 è prevista la seconda fase, nella quale Marconi potrà eseguire calcoli pari a 50/60 Pflop al secondo.

Sarà installato al Cineca, il Consorzio interuniversitario per il calcolo con sede a Bologna, costituto da 70 università, 5 enti pubblici di ricerca e il ministero per l'Istruzione, l'università e la ricerca (Miur). “Mettendo a disposizione i più potenti sistemi di supercalcolo consentiremo ai ricercatori di affrontare le grandi sfide scientifiche e socioeconomiche del nostro tempo, dalla medicina di precisione al cambiamento climatico, dalla fisica fondamentale ai nuovi materiali. Supercalcolo e big data analitycs sono strumenti indispensabili per la scienza computazionale e data driven della ricerca nazionale e internazionale", ha dichiarato Sanzio Bassini, direttore del Dipartimento supercalcolo e innovazione del Cineca.

Il supercomputer sfrutta la nuova architettura Intel omni-path, che offre interconnessione ad alte prestazioni per consentire la scalabilità efficiente delle migliaia di server del sistema. Un sottosistema storage a elevate prestazioni Lenovo Gss, che integra il filesystem Ibm Spectrum Scale (Gpfs), fornisce la capacità di memorizzazione dati.

È un sistema di elevatissima potenza ma con un'anima 'green': l'obiettivo è infatti di non superare il limite di 3 megawatt di assorbimento elettrico. "Con questo piano il Cineca conferma la propria missione istituzionale di infrastruttura digitale di eccellenza per il calcolo e i big data a disposizione della ricerca scientifica e dell'innovazione tecnologica", ha detto il presidente Emilio Ferrari.




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