Lo sceicco al-Thani rivela: il Qatar e l'Arabia Saudita hanno la
responsabilità di aver avviato ed intensificato la guerra civile in
Siria.
di Patrizio Ricci
L'ex primo ministro del Qatar rivela: "Quello che è successo in Siria non era una rivoluzione, ma una disputa internazionale tra le potenze mondiali."
In una recente intervista con il Financial Times , l'ex primo ministro del Qatar sceicco Sheikh Hamad Bin-Jaber al-Thani (ha coperto la carica dal 2007 al 2013)
ha rivelato che l'escalation della rivoluzione siriana che ha causato fino ad oggi 400.000 morti ed una immane devastazione, è stata sostenuta ed incoraggiata dal Qatar ed in seguito, dall'Arabia Saudita: "Nel 2011 - ha dichiarato al-Thani - abbiamo iniziato ad interferire nella politica siriana. Eravamo sicuri che, in un eventuale intervento militare in Siria, il Qatar avrebbe assunto un ruolo guida. Poi la monarchia saudita ha deciso di prendere parte al conflitto in maniera diretta e ci ha chiesto di limitarci ad un supporto e questo ha causato una competizione tra il nostro Paese e l'Arabia Saudita negli affari siriani".
Nonostante questa dichiarazione sia molto significativa e chiarificatrice, sembra non riesca a scalfire la retorica 'della prima ora' che ancora sopravvive. I media sembrano ignorare queste evidenze nel commento dei loro report e si concentrano quasi esclusivamente sugli eventi di guerra e sulla paternità dei vari bombardamenti. Ma la questione non è formale ma di legalità ed attende da tempo di essere affrontata: in proposito sono venute alla luce molte altre prove che sollevano questioni importanti sul rispetto della sovranità nazionale degli stati e sul diritto internazionale (qui la dichiarazione del direttore dell’Agenzia di Intelligence della Difesa degli Stati Uniti Michael T. Flynn ed il documento declassificato della DIA).
In verità, l'implicazione del Qatar e dell'Arabia Saudita nel conflitto siriano era nota da tempo, sconosciuta solamente a chi è interessato a fingere una ignoranza interessata: sulla stampa estera da anni certe cose vengono dette ma senza conseguenze politiche. Sullo stesso Financial Times già nel 2013 è stato pubblicato un altro articolo con con contenuti analoghi e con un titolo altrettanto chiaro "How Qatar seized control of the Syrian revolution" (Come il Qatar ha preso il controllo della rivoluzione siriana).
La dichiarazione dell'ex primo ministro qatariota meriterebbe di disinnescare la pressione della Comunità Internazionale contro la Siria e quantomeno la rimozione delle sanzioni. Non solo, le dichiarazioni dello sceicco Al Thani avrebbe tutti i requisiti legali perchè il governo siriano intraprendesse una procedura di richiesta risarcitoria indirizzata al governo degli Stati Uniti, al Qatar ed all'Arabia Saudita.
L'ex primo ministro del Qatar rivela: "Quello che è successo in Siria non era una rivoluzione, ma una disputa internazionale tra le potenze mondiali."
In una recente intervista con il Financial Times , l'ex primo ministro del Qatar sceicco Sheikh Hamad Bin-Jaber al-Thani (ha coperto la carica dal 2007 al 2013)
ha rivelato che l'escalation della rivoluzione siriana che ha causato fino ad oggi 400.000 morti ed una immane devastazione, è stata sostenuta ed incoraggiata dal Qatar ed in seguito, dall'Arabia Saudita: "Nel 2011 - ha dichiarato al-Thani - abbiamo iniziato ad interferire nella politica siriana. Eravamo sicuri che, in un eventuale intervento militare in Siria, il Qatar avrebbe assunto un ruolo guida. Poi la monarchia saudita ha deciso di prendere parte al conflitto in maniera diretta e ci ha chiesto di limitarci ad un supporto e questo ha causato una competizione tra il nostro Paese e l'Arabia Saudita negli affari siriani".
Nonostante questa dichiarazione sia molto significativa e chiarificatrice, sembra non riesca a scalfire la retorica 'della prima ora' che ancora sopravvive. I media sembrano ignorare queste evidenze nel commento dei loro report e si concentrano quasi esclusivamente sugli eventi di guerra e sulla paternità dei vari bombardamenti. Ma la questione non è formale ma di legalità ed attende da tempo di essere affrontata: in proposito sono venute alla luce molte altre prove che sollevano questioni importanti sul rispetto della sovranità nazionale degli stati e sul diritto internazionale (qui la dichiarazione del direttore dell’Agenzia di Intelligence della Difesa degli Stati Uniti Michael T. Flynn ed il documento declassificato della DIA).
In verità, l'implicazione del Qatar e dell'Arabia Saudita nel conflitto siriano era nota da tempo, sconosciuta solamente a chi è interessato a fingere una ignoranza interessata: sulla stampa estera da anni certe cose vengono dette ma senza conseguenze politiche. Sullo stesso Financial Times già nel 2013 è stato pubblicato un altro articolo con con contenuti analoghi e con un titolo altrettanto chiaro "How Qatar seized control of the Syrian revolution" (Come il Qatar ha preso il controllo della rivoluzione siriana).
La dichiarazione dell'ex primo ministro qatariota meriterebbe di disinnescare la pressione della Comunità Internazionale contro la Siria e quantomeno la rimozione delle sanzioni. Non solo, le dichiarazioni dello sceicco Al Thani avrebbe tutti i requisiti legali perchè il governo siriano intraprendesse una procedura di richiesta risarcitoria indirizzata al governo degli Stati Uniti, al Qatar ed all'Arabia Saudita.
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