Diritti umani negati e il killer Breivik vince la causa. E’ successo nel freddo Nord Europa. E infatti c’è di che rabbrividire.
"De Docta Ignorantia"di Danilo Stefani
Una bella storia fresca dalla Norvegia. Il 22 luglio 2011 Anders Behring Breivik uccise 77 persone. Fu condannato a 21 anni di carcere. Ieri ha vinto la causa contro lo Stato norvegese: secondo il tribunale sono stati violati i diritti umani. Il regime di isolamento che dura da 5 anni, misura che per il tribunale è “inumana e degradante”, viola l’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani.
Per il suo legale Oystein Storrvik, il trattamento, che comprende una cella troppo stretta e una corrispondenza senza privacy, stava causando un grave stress al suo cliente - che è già un soggetto "mentalmente fragile".
Nel 2014 Breivik aveva iniziato uno sciopero della fame per ottenere una Playstation 3. Viveva con la console per i video giochi, la tv, una mini palestra per fare ginnastica, e la “cella” era di 35 metri quadrati, ma Breivik non si è accontentato - perché mai un killer che uccide 77 persone in un’unica giornata dovrebbe accontentarsi? - e ha vinto la causa. L'unica cosa che la sentenza non gli ha riconosciuto è la privacy sulla sua corrispondenza.
Non compete a noi discutere sulla giustezza del tribunale norvegese, però, maledizione, se qualcuno volesse giocare alla Playstation con lui non potrà scrivergli per prendere appuntamento.
"De Docta Ignorantia"di Danilo StefaniUna bella storia fresca dalla Norvegia. Il 22 luglio 2011 Anders Behring Breivik uccise 77 persone. Fu condannato a 21 anni di carcere. Ieri ha vinto la causa contro lo Stato norvegese: secondo il tribunale sono stati violati i diritti umani. Il regime di isolamento che dura da 5 anni, misura che per il tribunale è “inumana e degradante”, viola l’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani.
Per il suo legale Oystein Storrvik, il trattamento, che comprende una cella troppo stretta e una corrispondenza senza privacy, stava causando un grave stress al suo cliente - che è già un soggetto "mentalmente fragile".
Nel 2014 Breivik aveva iniziato uno sciopero della fame per ottenere una Playstation 3. Viveva con la console per i video giochi, la tv, una mini palestra per fare ginnastica, e la “cella” era di 35 metri quadrati, ma Breivik non si è accontentato - perché mai un killer che uccide 77 persone in un’unica giornata dovrebbe accontentarsi? - e ha vinto la causa. L'unica cosa che la sentenza non gli ha riconosciuto è la privacy sulla sua corrispondenza.
Non compete a noi discutere sulla giustezza del tribunale norvegese, però, maledizione, se qualcuno volesse giocare alla Playstation con lui non potrà scrivergli per prendere appuntamento.
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