Il Papa continua a seguire da vicino la drammatica situazione dei cristiani in Iraq. Nei giorni scorsi, ha telefonato a un sacerdote iracheno don Behnam Benoka, che lavora in un campo profughi ad Ankawa, nel nord del Paese. Ce ne parla Sergio Centofanti: ascolta
Radio Vaticana - Don Behnam aveva fatto pervenire al Papa una lettera raccontando la situazione tragica in cui vivono centinaia di migliaia di cristiani: "Santità – scrive il sacerdote, come riportato dall’Agenzia Zenit - la situazione delle tue pecorelle è miserabile, muoiono e hanno fame, i tuoi piccoli hanno paura e non ce la fanno più. Noi, sacerdoti, religiosi e religiose, siamo pochi e temiamo di non poter rispondere alle esigenze fisiche e psichiche dei tuoi e nostri figli".
Il sacerdote esprime la sua riconoscenza per i continui appelli del Papa per mettere fine alla sofferenza dei fratelli perseguitati in Iraq: "Vorrei ringraziarti tanto, anzi, tantissimo – afferma - perché ci porti sempre nel tuo cuore, mettici lì, sull'altare, dove celebri la Messa affinché Dio cancelli i nostri peccati e abbia misericordia di noi e magari tolga da noi questo calice".
Papa Francesco, profondamente commosso per la lettera, ha telefonato al sacerdote appena rientrato dal viaggio in Corea, ribadendo il suo pieno sostegno e la sua vicinanza ai cristiani perseguitati. Ricordiamo che il cardinale Fernando Filoni, suo inviato in Iraq, ha portato nei giorni scorsi un milione di dollari da parte del Pontefice ai rifugiati iracheni. Papa Francesco ha quindi promesso che continuerà a fare il suo meglio per dare sollievo alla loro sofferenza. Infine, ha impartito la sua benedizione apostolica chiedendo al Signore per loro il dono della perseveranza nella fede.
Radio Vaticana - Don Behnam aveva fatto pervenire al Papa una lettera raccontando la situazione tragica in cui vivono centinaia di migliaia di cristiani: "Santità – scrive il sacerdote, come riportato dall’Agenzia Zenit - la situazione delle tue pecorelle è miserabile, muoiono e hanno fame, i tuoi piccoli hanno paura e non ce la fanno più. Noi, sacerdoti, religiosi e religiose, siamo pochi e temiamo di non poter rispondere alle esigenze fisiche e psichiche dei tuoi e nostri figli".
Il sacerdote esprime la sua riconoscenza per i continui appelli del Papa per mettere fine alla sofferenza dei fratelli perseguitati in Iraq: "Vorrei ringraziarti tanto, anzi, tantissimo – afferma - perché ci porti sempre nel tuo cuore, mettici lì, sull'altare, dove celebri la Messa affinché Dio cancelli i nostri peccati e abbia misericordia di noi e magari tolga da noi questo calice".
Papa Francesco, profondamente commosso per la lettera, ha telefonato al sacerdote appena rientrato dal viaggio in Corea, ribadendo il suo pieno sostegno e la sua vicinanza ai cristiani perseguitati. Ricordiamo che il cardinale Fernando Filoni, suo inviato in Iraq, ha portato nei giorni scorsi un milione di dollari da parte del Pontefice ai rifugiati iracheni. Papa Francesco ha quindi promesso che continuerà a fare il suo meglio per dare sollievo alla loro sofferenza. Infine, ha impartito la sua benedizione apostolica chiedendo al Signore per loro il dono della perseveranza nella fede.
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