“La ricerca di una soluzione pacifica attraverso la non-violenza e il dialogo è senza dubbio un compito molto difficile e impegnativo” ha detto Kelsang Gyaltsen, rappresentante speciale per l’Europa del Dalai Lama, in apertura di una conferenza sino-tibetana ad Amburgo, in Germania.  

Misna - “La triste situazione del Tibet, rappresenta un terreno fertile per la violenza e lo spargimento di sangue”, ha dichiarato Gyaltsen, aggiungendo che il rancore, la disperazione e l’emozione, sotto la pressione di continue violazioni da parte della Cina, potrebbero un giorno esplodere al di là di ogni controllo. La conferenza di Amburgo, con la partecipazione di oltre 70 persone provenienti da almeno dieci paesi, tra cui tibetani e molti intellettuali cinesi, attivisti e scrittori, ha lo scopo di trovare un terreno comune nella ricerca di una soluzione “giusta e pacifica alla questione del Tibet attraverso il dialogo e la riconciliazione “, secondo l’Amministrazione centrale tibetana (Cta), il governo tibetano in esilio in India.

“Credo che nessuno di noi qui si faccia illusioni circa le sfide e le difficoltà del compito in cui ci stiamo imbarcando. Allo stesso tempo, come tutti i tibetani e cinesi impegnati nei valori della non violenza, della giustizia e della libertà ognuno di noi sente una responsabilità personale e un impegno a partecipare a questo compito storico per realizzare un’autentica riconciliazione tra i popoli tibetano e cinese” ha proseguito Gyaltsen.

Presente alla conferenza anche il Dalai Lama. Il leader buddista ha espresso nuovamente il suo desiderio di visitare la Cina, in particolare Wu Tai Shan, una delle quattro montagne sacre del buddismo e ha spiegato come da tempo, dalla repressione delle proteste pacifiche in piazza Tiananmen nel 1989, egli abbia incoraggiato i tibetani a trovare una soluzione con i fratelli e le sorelle cinesi. “Questa conferenza di Amburgo è l’ultima delle numerose iniziative intraprese fin d’allora” ha detto il Dalai Lama.