Pregare Dio per le vocazioni, perché mandi preti e suore con il cuore soltanto per Lui, liberi dall’idolatria della vanità, del potere e del denaro: è l’esortazione lanciata da Papa Francesco stamani durante la Messa a Santa Marta. Ce ne parla Sergio Centofanti:
Radio Vaticana - Il Vangelo dell’uomo ricco che si getta in ginocchio davanti a Gesù per chiedergli cosa debba fare per avere in eredità la vita eterna, è stato al centro dell’omelia di Papa Francesco. Quest’uomo – sottolinea il Papa - “aveva tanta voglia di sentire le parole di Gesù”: era “un uomo buono, perché fin dalla sua giovinezza aveva osservato i comandamenti. Un uomo buono”, dunque, “ma questo non era sufficiente, per lui: voleva di più. Lo Spirito Santo lo spingeva”. Gesù lo guarda con amore e gli fa la proposta: “Vendi tutto e vieni con me a predicare il Vangelo”. Ma quello, sentendo queste parole, “si fece scuro in volto e se ne andò rattristato” perché possedeva molti beni:
“Il suo cuore inquieto, proprio per lo Spirito Santo che lo spingeva ad avvicinarsi a Gesù e a seguirlo, era un cuore pieno, e lui non ha avuto il coraggio di svuotarlo. E ha fatto la scelta: i soldi. Il cuore pieno di soldi … Ma non era un ladro, un reo: no, no, no! Era un uomo buono: mai aveva rubato, mai! Mai truffato: erano soldi onesti. Ma il suo cuore era imprigionato lì, era legato ai soldi e non aveva la libertà di scegliere. I soldi hanno scelto per lui”.
“Quanti giovani – ha proseguito Papa Francesco - sentono nel loro cuore questa ‘chiamata’ ad avvicinarsi a Gesù, e sono entusiasti”, “non hanno vergogna di inginocchiarsi” davanti a Lui, di “dare dimostrazione pubblica della loro fede in Gesù Cristo” e “vogliono seguirlo, ma, quando hanno il cuore pieno di un’altra cosa e non sono tanto coraggiosi per svuotarlo, tornano indietro, e quella gioia diviene tristezza”. Anche oggi ci sono tanti giovani che hanno la vocazione, ma a volte c’è qualcosa “che li ferma”:
“Dobbiamo pregare perché il cuore di questi giovani possa svuotarsi, svuotarsi di altri interessi, di altri amori, perché il cuore divenga libero. E questa è la preghiera per le vocazioni: ‘Signore, mandaci, mandaci suore, mandaci preti, difendili dall’idolatria, dall’idolatria della vanità, dall’idolatria della superbia, dall’idolatria del potere, dall’idolatria del denaro’. E la nostra preghiera è per preparare questi cuori per poter seguire da vicino Gesù”.
L’uomo di questo Vangelo – ha affermato il Papa - è “tanto buono e poi tanto infelice”. Ci sono tanti giovani oggi così. Per questo occorre elevare a Dio una preghiera intensa:
“E’ la preghiera: ‘Aiuta, Signore, questi giovani, perché siano liberi e non siano schiavi, perché abbiano il cuore soltanto per te’, e così la chiamata del Signore può venire, può dare frutto. E questa è la preghiera per le vocazioni. Dobbiamo farne tanta: pregare. Ma, sempre stare attenti: le vocazioni ci sono. Dobbiamo aiutare affinché crescano, affinché il Signore possa entrare in quei cuori e dare questa gioia indicibile e gloriosa che ha ogni persona che segue da vicino Gesù”.
Radio Vaticana - Il Vangelo dell’uomo ricco che si getta in ginocchio davanti a Gesù per chiedergli cosa debba fare per avere in eredità la vita eterna, è stato al centro dell’omelia di Papa Francesco. Quest’uomo – sottolinea il Papa - “aveva tanta voglia di sentire le parole di Gesù”: era “un uomo buono, perché fin dalla sua giovinezza aveva osservato i comandamenti. Un uomo buono”, dunque, “ma questo non era sufficiente, per lui: voleva di più. Lo Spirito Santo lo spingeva”. Gesù lo guarda con amore e gli fa la proposta: “Vendi tutto e vieni con me a predicare il Vangelo”. Ma quello, sentendo queste parole, “si fece scuro in volto e se ne andò rattristato” perché possedeva molti beni:
“Il suo cuore inquieto, proprio per lo Spirito Santo che lo spingeva ad avvicinarsi a Gesù e a seguirlo, era un cuore pieno, e lui non ha avuto il coraggio di svuotarlo. E ha fatto la scelta: i soldi. Il cuore pieno di soldi … Ma non era un ladro, un reo: no, no, no! Era un uomo buono: mai aveva rubato, mai! Mai truffato: erano soldi onesti. Ma il suo cuore era imprigionato lì, era legato ai soldi e non aveva la libertà di scegliere. I soldi hanno scelto per lui”.
“Quanti giovani – ha proseguito Papa Francesco - sentono nel loro cuore questa ‘chiamata’ ad avvicinarsi a Gesù, e sono entusiasti”, “non hanno vergogna di inginocchiarsi” davanti a Lui, di “dare dimostrazione pubblica della loro fede in Gesù Cristo” e “vogliono seguirlo, ma, quando hanno il cuore pieno di un’altra cosa e non sono tanto coraggiosi per svuotarlo, tornano indietro, e quella gioia diviene tristezza”. Anche oggi ci sono tanti giovani che hanno la vocazione, ma a volte c’è qualcosa “che li ferma”:
“Dobbiamo pregare perché il cuore di questi giovani possa svuotarsi, svuotarsi di altri interessi, di altri amori, perché il cuore divenga libero. E questa è la preghiera per le vocazioni: ‘Signore, mandaci, mandaci suore, mandaci preti, difendili dall’idolatria, dall’idolatria della vanità, dall’idolatria della superbia, dall’idolatria del potere, dall’idolatria del denaro’. E la nostra preghiera è per preparare questi cuori per poter seguire da vicino Gesù”.
L’uomo di questo Vangelo – ha affermato il Papa - è “tanto buono e poi tanto infelice”. Ci sono tanti giovani oggi così. Per questo occorre elevare a Dio una preghiera intensa:
“E’ la preghiera: ‘Aiuta, Signore, questi giovani, perché siano liberi e non siano schiavi, perché abbiano il cuore soltanto per te’, e così la chiamata del Signore può venire, può dare frutto. E questa è la preghiera per le vocazioni. Dobbiamo farne tanta: pregare. Ma, sempre stare attenti: le vocazioni ci sono. Dobbiamo aiutare affinché crescano, affinché il Signore possa entrare in quei cuori e dare questa gioia indicibile e gloriosa che ha ogni persona che segue da vicino Gesù”.
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