lunedì, dicembre 30, 2013
Con il messaggio di quest’anno, Papa Francesco sottolinea agli uomini e alle donne di buona volontà che “la fraternità è una dimensione essenziale dell’uomo, il quale è un essere relazionale”

di Carlo Mafera

“Il numero sempre crescente di interconnessioni e di comunicazioni che avviluppano il nostro pianeta rende più palpabile la consapevolezza dell’unità e della condivisione di un comune destino tra le Nazioni della terra. Nei dinamismi della storia, pur nella diversità delle etnie, delle società e delle culture, vediamo seminata così la vocazione a formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri. Tale vocazione è però ancor oggi spesso contrastata e smentita nei fatti, in un mondo caratterizzato da quella ‘globalizzazione dell’indifferenza’ che ci fa lentamente ‘abituare’ alla sofferenza dell’altro, chiudendoci in noi stessi”. E’ quanto ha affermato Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace del 2014.

Papa Francesco ha sempre sottolineato, sin dall’inizio del suo pontificato, che l’uomo è relazione. Infatti il Successore di Pietro ricorda agli uomini e alle donne di buona volontà che “la fraternità è una dimensione essenziale dell’uomo, il quale è un essere relazionale”. “La viva consapevolezza di questa relazionalità – si legge nel messaggio – ci porta a vedere e trattare ogni persona come una vera sorella e un vero fratello; senza di essa diventa impossibile la costruzione di una società giusta, di una pace solida e duratura”. Quindi Papa Francesco ricorda il suo predecessore Giovanni Paolo II, che insisteva sempre sul fatto che una vera pace si fonda sulla solidarietà non solo umana ma anche economica. Infatti papa Wojtyla diceva che “la pace è opus solidaritatis”. Essa costituisce un bene indivisibile, nel senso che “o è bene di tutti o non lo è di nessuno. Essa può essere realmente conquistata e fruita, come miglior qualità della vita e come sviluppo più umano e sostenibile, solo se si attiva, da parte di tutti, una determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune”. Papa Francesco gli fa eco e afferma con determinazione: “Servono anche politiche efficaci che promuovano il principio della fraternità, assicurando alle persone – eguali nella loro dignità e nei loro diritti fondamentali – di accedere ai ‘capitali’, ai servizi, alle risorse educative, sanitarie, tecnologiche affinché ciascuno abbia l’opportunità di esprimere e di realizzare il suo progetto di vita, e possa svilupparsi in pienezza come persona”. Di qui la necessità di una riscoperta della fraternità nell’economia (“la crisi odierna, pur con il suo grave retaggio per la vita delle persone, può essere anche un’occasione propizia per recuperare le virtù della prudenza, della temperanza, della giustizia e della fortezza”) e nel campo della politica. E da qui la necessità da parte della politica di agire in modo trasparente e responsabile, facendo sì che i cittadini si sentano rappresentati dai poteri pubblici nel rispetto della loro libertà.

E sulla trasparenza mi permetto di citare un mio vecchio articolo su un convegno all’Università Salesiana di Roma ”Per una finanza etica e responsabile”, perché su questo tema si gioca il destino di tante vite umane e la speranza di tanti giovani disoccupati. In particolare riprendo l’intervento di Raffaele Sestini, capo dell’ufficio legislativo del Ministero dello Sviluppo Economico: “E’ necessario operare a livello internazionale e comunitario per un adeguato governo unitario, innanzitutto europeo, dei flussi finanziari e della manovra pubblica finanziaria e della loro incidenza sull’economia reale dei singoli Paesi, in grado di controllare le rendite finanziarie e le inevitabili tentazioni speculative internazionali”. Mentre Mons. Mario Toso, Segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, nell’intervento conclusivo aveva ribadito l’esigenza della creazione di un’Autorità mondiale di controllo per le operazioni finanziarie che faccia capo alla ‘comunità dei popoli’ e aveva sottolineato che “l’Europa ha bisogno di un nuovo patto sociale … un obiettivo prioritario, tanto quanto l’obiettivo dell’unificazione politica e l’obiettivo del risanamento economico: ciascuno di questi obiettivi non può essere realizzato indipendentemente dagli altri”. Con Papa Francesco, grande trascinatore, testimone e propugnatore dei principi che governano la verità del vivere sociale, questi obiettivi saranno senz’altro realizzati nel più breve tempo possibile.


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