Il G 20 di San Pietroburgo si è chiuso oggi senza accordo sul futuro della Siria e su un eventuale intervento armato annunciato da Barack Obama e in attesa del voto del Congresso americano, la settimana prossima. Mosca e Washington restano di pareri opposti. Sarà probabilmente l'Ue, domani alla riunione dei ministri degli esteri di 28 paesi, a Vilnius, a provare a rilanciare una soluzione politica alternativa alle armi.
Radio Vaticana - Nessun avvicinamento tra russi ed americani al G20 di San Pietroburgo. Le divergenze non solo restano, anzi sono aumentate. Un rapido incontro tra Putin ed Obama alla fine vi è stato. “E’ stato costruttivo”, ambedue i leader hanno commentato. Purtroppo le posizioni restano divergenti. Se la Siria verrà attaccata, ha detto Putin, la Russia la aiuterà, come ha fatto finora fornendo armi ed aiuti militari. In conferenza stampa il presidente americano ha rispiegato le ragioni della necessità di un intervento armato da qui ad un mese. Martedì parlerà alla nazione. “Sto ascoltando tutti”, ha rimarcato Obama, che tenta di mostrarsi il più costruttivo possibile. Il capo della Casa bianca non ha mancato di sottolineare di essere stato eletto “per terminare le guerre e non per iniziarne di nuove”. Ma qui è in gioco la credibilità internazionale e la sicurezza mondiale. Se non si interviene si fa passare un messaggio di impunità. Francia e Turchia sono d’accordo con Obama, gli europei spingono per una soluzione politica alle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti, però, accusano la Russia di aver paralizzato il lavoro del Consiglio di sicurezza. A conclusione del G20 Italia, Australia, Canada, Giappone, Corea e Spagna, insieme ai Paesi interventisti, hanno firmato un documento di condanna di Assad per l’uso di armi chimiche.
Ma cosa potrebbe succedere in caso di attacco militare in Siria? Ascoltiamo padre Nader Jibeil, direttore della Radio cattolica libanese “Voce del Cielo”, al microfono di Rafael Belincanta:
R. - Un disastro! Abbiamo già visto quello che è successo in Iraq e come questo Paese non sia ancora riuscito a rialzarsi; abbiamo visto quanto è accaduto in Libia. Noi abbiamo bisogno dell’aiuto internazionale. Perché dobbiamo usare le bombe? Con quale scusa? Dobbiamo uscire da questa falsità e dire le cose con il loro nome! “Basta con la guerra!”: ha detto il Papa. Fermiamo questa guerra! Preghiamo per la pace nel mondo! Promuoviamo il dialogo. Non ce la facciamo più!
Radio Vaticana - Nessun avvicinamento tra russi ed americani al G20 di San Pietroburgo. Le divergenze non solo restano, anzi sono aumentate. Un rapido incontro tra Putin ed Obama alla fine vi è stato. “E’ stato costruttivo”, ambedue i leader hanno commentato. Purtroppo le posizioni restano divergenti. Se la Siria verrà attaccata, ha detto Putin, la Russia la aiuterà, come ha fatto finora fornendo armi ed aiuti militari. In conferenza stampa il presidente americano ha rispiegato le ragioni della necessità di un intervento armato da qui ad un mese. Martedì parlerà alla nazione. “Sto ascoltando tutti”, ha rimarcato Obama, che tenta di mostrarsi il più costruttivo possibile. Il capo della Casa bianca non ha mancato di sottolineare di essere stato eletto “per terminare le guerre e non per iniziarne di nuove”. Ma qui è in gioco la credibilità internazionale e la sicurezza mondiale. Se non si interviene si fa passare un messaggio di impunità. Francia e Turchia sono d’accordo con Obama, gli europei spingono per una soluzione politica alle Nazioni Unite. Gli Stati Uniti, però, accusano la Russia di aver paralizzato il lavoro del Consiglio di sicurezza. A conclusione del G20 Italia, Australia, Canada, Giappone, Corea e Spagna, insieme ai Paesi interventisti, hanno firmato un documento di condanna di Assad per l’uso di armi chimiche.
Ma cosa potrebbe succedere in caso di attacco militare in Siria? Ascoltiamo padre Nader Jibeil, direttore della Radio cattolica libanese “Voce del Cielo”, al microfono di Rafael Belincanta:
R. - Un disastro! Abbiamo già visto quello che è successo in Iraq e come questo Paese non sia ancora riuscito a rialzarsi; abbiamo visto quanto è accaduto in Libia. Noi abbiamo bisogno dell’aiuto internazionale. Perché dobbiamo usare le bombe? Con quale scusa? Dobbiamo uscire da questa falsità e dire le cose con il loro nome! “Basta con la guerra!”: ha detto il Papa. Fermiamo questa guerra! Preghiamo per la pace nel mondo! Promuoviamo il dialogo. Non ce la facciamo più!
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