Oggi in Piazza San Pietro la Veglia per la pace in Siria,
le parole dell'anima per disarmare i cannoni
le parole dell'anima per disarmare i cannoni
Un “esercito” della pace si riunirà questa sera in Piazza San Pietro per condividere con Papa Francesco la Veglia di preghiera per la crisi in Siria. Dalle 16.30, i varchi della Piazza saranno aperti all’afflusso di chi vorrà partecipare, mentre la Veglia inizierà alle 19 e durerà fino alle 23.
Radio Vaticana - Il grido disarmato per la pace e le parole sommesse di milioni di anime in preghiera per ridurre al silenzio il ruggito dei cannoni e alla ragione gli strateghi della guerra. È per questo che Papa Francesco ha mobilitato la Chiesa, suscitando un’adesione planetaria anche da parte di chi nella Chiesa non si riconosce. Il grido sarà quello del Papa dell’ultimo Angelus, ripetuto in apertura della Veglia: “Scoppi la pace; mai più la guerra! Mai più la guerra!”. Le preghiere scaturiranno invece dalle parole sacre con cui da secoli e millenni l’uomo chiede a Dio di vivere in pace. Come i versi del canto iniziale, l’antichissimo Veni Creator, che alla quinta strofa entra già nel cuore del momento: “Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci preservi dal male”. Poi, l’intronizzazione dell’icona di Maria Salus populi Romani e le parole del Rosario, cinquanta invocazioni per affidare coralmente le sorti contingenti del pianeta alla Regina della pace. Per l’occasione, Papa Francesco ha voluto che ogni Mistero della gioia del Rosario sia preceduto da parole tratte da Santa Teresa di Lisieux.
Dopo il Rosario, gli occhi del mondo della fede e le telecamere internazionali saranno tutti per Papa Francesco, che offrirà la sua riflessione, quindi al centro della scena sarà l’Ostia consacrata, esposta per l’adorazione eucaristica, mentre l’alternarsi di letture bibliche e preghiere di pace dei Papi del Novecento fino ai giorni nostri guiderà la riflessione interiore trasformandola fin da subito, con la celebre Profezia di Isaia, in un nuovo messaggio ai potenti della terra: “Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri”, “una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra”. Al termine di ognuno dei cinque tempi dell’adorazione guidata, sulle note dell’organo cinque coppie di persone – in rappresentanza di Siria, Egitto, Terra Santa, Stati Uniti e Russia – faranno l’offerta dell’incenso. Il penultimo momento della Veglia sarà caratterizzato dall’Ufficio delle letture – tre brani di Geremia, San Leone Magno e l’Evangelista Giovanni – poi ogni voce tacerà e per circa mezz’ora, fin verso le 22.40, solo la musica riempirà la Piazza e i suoi dintorni. L’ultimo atto della Veglia sarà la benedizione eucaristica impartita da Papa Francesco.
Radio Vaticana - Il grido disarmato per la pace e le parole sommesse di milioni di anime in preghiera per ridurre al silenzio il ruggito dei cannoni e alla ragione gli strateghi della guerra. È per questo che Papa Francesco ha mobilitato la Chiesa, suscitando un’adesione planetaria anche da parte di chi nella Chiesa non si riconosce. Il grido sarà quello del Papa dell’ultimo Angelus, ripetuto in apertura della Veglia: “Scoppi la pace; mai più la guerra! Mai più la guerra!”. Le preghiere scaturiranno invece dalle parole sacre con cui da secoli e millenni l’uomo chiede a Dio di vivere in pace. Come i versi del canto iniziale, l’antichissimo Veni Creator, che alla quinta strofa entra già nel cuore del momento: “Difendici dal nemico, reca in dono la pace, la tua guida invincibile ci preservi dal male”. Poi, l’intronizzazione dell’icona di Maria Salus populi Romani e le parole del Rosario, cinquanta invocazioni per affidare coralmente le sorti contingenti del pianeta alla Regina della pace. Per l’occasione, Papa Francesco ha voluto che ogni Mistero della gioia del Rosario sia preceduto da parole tratte da Santa Teresa di Lisieux.
Dopo il Rosario, gli occhi del mondo della fede e le telecamere internazionali saranno tutti per Papa Francesco, che offrirà la sua riflessione, quindi al centro della scena sarà l’Ostia consacrata, esposta per l’adorazione eucaristica, mentre l’alternarsi di letture bibliche e preghiere di pace dei Papi del Novecento fino ai giorni nostri guiderà la riflessione interiore trasformandola fin da subito, con la celebre Profezia di Isaia, in un nuovo messaggio ai potenti della terra: “Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri”, “una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra”. Al termine di ognuno dei cinque tempi dell’adorazione guidata, sulle note dell’organo cinque coppie di persone – in rappresentanza di Siria, Egitto, Terra Santa, Stati Uniti e Russia – faranno l’offerta dell’incenso. Il penultimo momento della Veglia sarà caratterizzato dall’Ufficio delle letture – tre brani di Geremia, San Leone Magno e l’Evangelista Giovanni – poi ogni voce tacerà e per circa mezz’ora, fin verso le 22.40, solo la musica riempirà la Piazza e i suoi dintorni. L’ultimo atto della Veglia sarà la benedizione eucaristica impartita da Papa Francesco.
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