mercoledì, giugno 05, 2013
“Il carattere storico di questa Assemblea risiede nel fatto che comincia un dibattito che prima non poteva essere realizzato…pone fine a un tabù durato diversi decenni” ha detto il segretario generale dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa), José Miguel Insulza, aprendo ad Antiguia Guatemala il 43° ciclo di sessioni, ospitato in una piantagione di caffè dell’epoca coloniale.

Misna - La questione delle droghe resta “una delle sfide più gravi” per le democrazie in America – ha sottolineato il diplomatico cileno – per cui sono più che mai necessarie nuove strategie che offrano “maggiore efficienza e migliori risultati” a fronte di politiche basate sulla repressione della produzione e della distribuzione. “Oggi legittimiamo questo dibattito in modo trasparente, con la convinzione che può aprire la strada ad azioni per ridurre il tasso di criminalità e violenza checolpiscono molti dei nostri paesi” ha dichiarato il presidente ospite dell’evento, Otto Pérez, strenuo sostenitore della ricerca di alternative nella lotta agli stupefacenti. L’Assemblea, che si concluderà domani, verterà anche sulla riforma della Corte interamericana dei diritti umani (Cidh) che Caracas e i suoi alleati politici accusano di essere asservita agli interessi della Casa Bianca, e temi di attualità del continente, inclusa la crisi politica in Venezuela.

Il dibattito sulle droghe si celebra proprio nel paese che lo scorso anno ha aperto la discussione sulla necessità di disegnare politiche più mirate ed efficaci. Si basa su un rapporto dell’Osa che ha accolto alcune proposte di Pérez e suggerisce di affrontare il problema da una prospettiva in cui la salute prevalga di fronte alla sicurezza, privilegiando prevenzione e trattamento, oltre a tracciare alcuni possibili scenari: quello della depenalizzazione, sebbene non ci sia un consenso, guadagna terreno negli Stati Uniti (Colorado e Washington), ma anche in Uruguay, Argentina e Brasile. Secondo l’Osa il 45% dei consumatori di cocaina, la metà dei consumatori di eroina e oppiacei e un quarto dei consumatori di marijuana vivono in America, il secondo continente più violento del pianeta dopo l’Africa. Solo la cocaina muove un giro d’affari che l’Onu stima in 85 miliardi di dollari, 35 dei quali negli Stati Uniti.

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