mercoledì, giugno 05, 2013
A confermarlo una ricerca che, analizzando 250 mila QI, ha scoperto che la causa non è biologica, ma educativa.

di Giulia Bernini

Solitamente i primogeniti sono più brillanti e intelligenti rispetto ai fratelli minori. A confermarlo è una ricerca che, analizzando 250 mila QI, ha scoperto che la causa non è biologica, ma educativa. Lo ha confermato Peter Kirtensen (tra l'altro secondogenito), ricercatore dell'Università di Oslo, dimostrando che non si tratta di una semplice opinione, ma di un dato di fatto. Kirtensen, dopo aver effettuato test d'intelligenza su un campione di 250 mila maschi tra i 18 e i 20 anni, ha dimostrato e verificato che “il valore del QI diminuisce con il diminuire dell'ordine di nascita”. Secondo le ricerche i primogeniti hanno in media un grado d'intelligenza superiore di 2,3 punti rispetto al fratello minore. Nelle famiglie più numerose la differenza di QI aumenta fino a raggiungere i 2,9 punti. Questo dato - sostiene il ricercatore - è dovuto al fatto che i genitori privilegiano, dal punto di vista educativo, i figli nati prima, dedicando loro maggior investimento di tempo, cure e attenzioni. A fare la differenza sarebbe dunque “l'essere educati da primogeniti”.

Nella scienza però, come in tutte le altre cose, ci sono le eccezioni che confermano la regola. E' il caso di Georgia, che già a due anni ha suscitato l'attenzione del “Mensa”, associazione che riunisce le persone con un alto QI. Georgia è una bambina inglese, ultima di 5 figli, che possiede un quoziente intellettivo di 152, pari a quello del fisico Stephen Hawking. La piccola sapeva già contare e distinguere le sfumature di colore all'età di 2 anni. A quel tempo stava addirittura imparando una seconda lingua.


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