martedì, giugno 04, 2013
”Le idee nascono sempre dall’osservazione delle emergenze del territorio in cui ci si trova”, questo è il principio che guida Don Marco.

di Christian Orsini

Varese – Don Marco Casale ha 45 anni ed è il responsabile della Caritas di Varese, dal 2009 si impegna in quella che lui chiama “imprenditoria sociale” ovvero un'impegno costante nel cercare soluzioni e risposte alle domande tangibili della sua comunità. Fu il vescovo di Pavia a mettere in moto questa “macchina” quando a suo tempo chiese ai sacerdoti della sua diocesi un impegno maggiore, mirato a trovare 5/6 mila posti di lavoro attraverso gruppi di servizio e volontariato. Lo scopo era anche quello di liberalizzare le imprese sociali equiparandole alle onlus, sbloccando di conseguenza il decreto 155 del 2006 .

Per Don Marco riuscire nell'impresa è stato possibile solo grazie all'ascolto che ha dato alle famiglie di Tradate. Nel 2009 un evidente problema era la difficoltà di molti genitori che per questioni di lavoro non riuscivano a gestire i bambini dopo la scuola. A concretizzazione del detto: “Ogni domanda genera un'offerta” Don Marco, insieme a 10 educatori, fa nascere il progetto “Oltre la scuola”. Ogni pomeriggio, da allora, un gruppo di tutori va a prendere a scuola i ragazzi, pranza con loro e li segue durante le attività pomeridiane: due ore di studio e, dopo una merenda, il gioco libero. Gli educatori seguono i ragazzi fino alle 18, orario in cui i genitori finiscono di lavorare e possono prendersene cura. L'idea piace e Don Marco decide di aprire una cooperativa staccata dalla parrocchia, la chiama San Luigi (come l'Oratorio di Tradate) e con la quale riesce a dare lavoro 20 dipendenti, alcuni con un contratto a tempo indeterminato. I bambini iscritti attualmente sono più di 150 ed arrivano anche dai paesi vicini.

Il lavoro del sacerdote imprenditore non si ferma qui, nel 2010 Don Marco viene spostato a Varese dove mette in gioco la stessa tecnica che ha già prodotto dei risultati: l'ascolto.
Anche a Varese la crisi ha 'stroncato' molti uomini e padri di famiglia. La disoccupazione è vertiginosamente aumentata e c'è stato anche un aumento delle separazioni. Ciò ha comportato che molti giovani hanno perso l'appoggio e la serenità della famiglia. “Senza casa e senza lavoro ti senti perso ed escluso, un peso per la società” dice Don Marco, “c'era il rischio per loro dell’emarginazione sociale” aggiunge. Una soluzione andava trovata al più presto, così nel 2012 nasce il progetto “Casa San Carlo” (grazie al finanziamento della Fondazione Cariplo e alla partecipazione della Caritas locale) il cui funzionamento è molto semplice: si prende una casa disabitata di proprietà della parrocchia le cui stanze saranno affittate con una retta mensile di 250 euro. In sei mesi viene data a chi non aveva nulla la possibilità di ripartire, perché, dice Don Marco: “ Se ti sostengono nel momento di difficoltà torni presto ad essere una risorsa sociale”. Il progetto dà buoni frutti. “Tutte le persone che sono passate da qui hanno trovato una nuova sistemazione. Spesso li aiutiamo anche a trovare una nuova occupazione, usando i contatti che abbiamo sul territorio”.

Le previsioni per il progetto “Casa San Carlo” sono ottime, Don Marco intende tenerlo attivo almeno fino al 2014, ma nel frattempo ha già previsto altri investimenti, come un panificio a Bizzozero (Varese) che non aspetta altro di essere ristrutturato e dare lavoro a tre degli ospiti della Casa San Carlo. I presupposti sono molti e Don Marco ha già dato prova della sua capacità come imprenditore.


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