giovedì, marzo 21, 2013
L’ultima nata della famiglia Mini ci regala una linea da coupè ma con due posti dietro finalmente comodi 

di Davide Bianchino

Mini ci aveva già abituato a tante varianti della sua piccola vettura. Dopo la “classica” a 2 porte (che in casa amano chiamare “Hatchback”) è stata la volta della Clubman, una mini-station davvero originale con tanto di piccola porticina laterale apribile ma solo sul lato destro della vettura, quello cioè del marciapiede: una piccola comodità per i passeggeri posteriori. E poi l’immancabile Cabrio, la sfortunata (nelle vendite) Coupè, la Roadster, fino ad arrivare alla Countryman, prima Mini della storia ad avere quattro porte ma anche quattro ruote motrici.

Ora la famiglia dell’inglesina più famosa del mondo si amplia con la Paceman, una coupè a due porte ma con quattro comodi posti. Esteticamente simile alla Countyman ne eredita il muso e la scocca, quest’ultima di dimensioni maggiori rispetto alle altre Mini. Ma guai a definirla una versione a due porte della Countryman! In casa Bmw ci tengono molto a far notare che la Paceman è una versione ben definita e diversa da tutte le altre Mini. Considerata quindi come una coupè a tutti gli effetti, la nuova vettura si presenta con una linea molto elegante ma anche dinamica. I richiami con il brand Mini ci sono tutti e si ritrovano anche nell’abitacolo.

Il cruscotto presenta al centro l’immancabile contagiri di dimensioni mastodontiche, tanto originale quanto poco pratico nell’uso quotidiano. Molto belli i sedili, soprattutto nella versione in pelle, che qui si presentano come quattro singole poltrone adatte ad accogliere altrettanti passeggeri. Finalmente quelli posteriori non saranno costretti a particolari contorsionismi a differenza di quanto accade con le Mini più piccole. Ma anche il bagagliaio è una piacevole sorpresa: non sarà adatto alle esigenze di una famiglia in vacanza al completo ma le sue dimensioni non sono affatto disprezzabili. Sia per la categoria delle coupè ma anche considerando la lunghezza complessiva della vettura (411cm).

I motori sono ripresi dal resto della produzione Mini ad esclusione dei meno performanti: ecco quindi il 1.6 benzina aspirato (122cv) e turbo (184cv), ma anche i turbodiesel 1.6 (111cv) e 2.0 (143cv). Curiosa la scelta di dotare la versione con cambio automatico di un motore diesel 2.0 ma con potenza ridotta a 111cv. Immancabili anche qui la sportiva John Cooper Works (211cv) e le versioni a quattro ruote motrici. I prezzi partono da 24.500 euro fino ad arrivare ad un massimo di 37.150 euro. Ma lasciandosi prendere la mano dalla lunghissima lista degli optional si può arrivare anche a molto di più. Interessante notare che la Paceman, a seconda delle versioni, costa tra le 1.000 e le 2.000 euro in più rispetto alla Countryman a quattroporte.

Chi ha guidato una Mini almeno una volta nella vita sa che le sensazioni trasmesse da questa vettura sono uniche. L’effetto go-kart che riesce ad infondere al pilota non ha eguali nel panorama automobilistico. Ecco perché i più affezionati al marchio si mostrarono subito diffidenti davanti alle linee quasi da Suv della Countryman. Dubbi subito dissipati non appena provata la vettura. Ma anche la nuova Paceman mantiene le promesse della Casa: la guida appagante in perfetto stile Mini è più che garantita.



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