martedì, gennaio 22, 2013
Dopo aver giurato in privato alla Casa Bianca, il presidente ha giurato ieri davanti al Congresso. Riforma fiscale, scolastica e sanitaria i temi caldi del discorso 

 di Chiara Bartoli

La promessa che Barack Obama fa durante il suo giuramento pubblico di fronte al Congresso è quella di "proteggere e difendere" la Costituzione americana. E per far questo, accompagnato dalla moglie e dalle figlie, ha adoperato due Bibbie: una appartenuta a Martin Luther King e l'altra ad Abraham Lincoln. "Avere l'opportunità di giurare sulle Bibbie di questi due uomini che ammiro così profondamente è perfetto perché le loro azioni, i movimenti che questi rappresentano sono la sola ragione che ha reso possibile questa inaugurazione" chiarisce Obama in un video pubblicato su Youtube. Ad assistere al giuramento tenutosi ieri alle 11.20 (17.20 in Italia) 800mila persone, tra cui molte star. "Ogni volta che ci riuniamo per introdurre un presidente, siamo testimoni della forza duratura della nostra Costituzione. Affermiamo la promessa della nostra democrazia" inizia così Obama il suo secondo discorso di insediamento, e aggiunge: "Ricordiamo  che ciò che tiene insieme questa nazione non è il colore della nostra  pelle o i dogmi della nostra fede o l'origine dei nostri nomi. Ciò  che ci rende eccezionali - ciò che ci rende americani - è la nostra  fedeltà a un'idea che tutti gli uomini sono creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni  diritti inalienabili, tra cui la Vita, la Libertà e il  perseguimento della Felicità". Il presidente continua citando i patrioti del 1776 che "non hanno combattuto per sostituire la tirannia di un re con i privilegi di pochi o lo stato di una folla" ma "ci hanno dato una Repubblica".

Obama si augura che si possano trovare "risposte nuove alle nuove sfide", nonostante il popolo americano sia sempre stato caratterizzato da iniziativa d'impresa, una forte insistenza sul duro lavoro e la responsabilità personale. Oggi, forse, tutto questo non basta più per un'America che cambia in un mondo che è anch'esso in continua trasformazione. E' quindi necessaria una forte azione collettiva, affinché gli Stati Uniti riscoprano tutte le loro potenzialità. Proprio per questo lo scopo della nazione deve continuare ad essere quello di premiare "l'impegno e la determinazione di ogni singolo americano". Non vanno però dimenticati i più deboli, gli ultimi e gli emarginati. Per questo Barack Obama si augura che la prosperità del suo Paese si basi sulle "spalle larghe di una classe media emergente". Perchè ciò avvenga sono necessarie alcune riforme, tra le quali quella fiscale, sanitaria e scolastica.

Da non sottovalutare, secondo il presidente, la minaccia legata al cambiamento climatico. Al riguardo la strada è tutta in salita: "Il cammino verso le fonti di energia sostenibili sarà lungo e talvolta difficile", ma Obama ricorda che "l'America non può non partecipare a questa transizione". "Noi difenderemo la nostra gente e sosterremo i nostri valori con la forza delle armi e dello Stato di diritto. Ma mostreremo  il coraggio di cercare di risolvere le nostre differenze con le altre  nazioni pacificamente - non perché siamo ingenui circa i pericoli che  abbiamo di fronte, ma perché l'impegno può allontanare in maniera più duratura  il sospetto e la paura" afferma così Obama, che affronta anche il tema della guerra. Una guerra che, in quanto "eredi di chi ha vinto la pace", deve essere scongiurata, perchè la sicurezza e la pace duratura "non necessitano di una guerra perpetua".

Nel suo discorso Barack Obama fa riferimento anche ai gay, che devono essere "trattati come tutti gli altri in base alla legge", e non si dimentica degli immigrati. Quello che resta da fare, conclude il presidente, è agire sapendo "che il nostro lavoro sarà imperfetto" e "la vittoria di oggi solo parziale". Nel discorso manca stranamente un esplicito riferimento alla strage di Newtown e all'intenzione, più volte manifestata dal presidente, di procedere ad una migliore regolamentazione sul possesso delle armi.

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