martedì, gennaio 22, 2013
Il giovane di 29 anni è figlio del boss dei casalesi Francesco "Sandokan" in carcere dal 1998

Liberainformazione - Lo tenevano d'occhio da tempo. Invisibili e attenti. Il fiato sul collo e un controllo serrato e continuo ma con discrezione. I carabinieri di Casal di Principe lo avevano puntato perché nonostante avesse la fedina penale pulita si muoveva con una certa disinvoltura in particolari ambienti e accompagnato sempre da pregiudicati di peso. Anche ieri notte le “cattive compagnie” non lo hanno lasciato solo un attimo in un pub di Aversa (Caserta). Chiacchiere fitte fitte dietro un separè lontani da occhi indiscreti. Gli inquirenti - ipotizzano – che stesse presidiando una sorta di summit, un conciliabolo per organizzare strategie e decidere assetti di potere sul territorio.

Le accuse. Carminotto 'o Staffone” è accusato di tentata estorsione nei confronti di un imprenditore di Aversa a cui poco prima di Natale gli aveva richiesto il “pizzo” per 10mila euro. L'inchiesta è scattata anche grazie ad alcune parziali e timide ammissioni di altre vittime di estorsione : si tratta per lo più di commercianti e imprenditori. Il provvedimento di fermo è stato emesso dai pm Antonello Ardituro, Giovanni Conzo e Cesare Sirignano della Direzione distrettuale antimafia di Napoli. L'arresto di Carmine Schiavone come ha ribadito il tenente Michele Centola, comandante della compagnia dei carabinieri di Casal di Principe, “è un durissimo colpo che speriamo sia il colpo finale e convinca coloro che pagano il pizzo e subiscono le estorsioni a denunciare”. Sembra che Carmine Schiavone stesse gestendo il vuoto di potere dovuto ai tanti arresti avvenuti in “Terra di Lavoro”. Insomma forse senza merito aveva ereditato il comando della cosca di papà dopo gli arresti dei suoi fratelli: Emanuele, Ivanhoe e Nicola Schiavone. Quest'ultimo, in particolare, è ritenuto il degno erede del padre Sandokan tanto è vero che è accusato del triplice omicidio Papa-Minutolo-Buonanno avvenuto nel maggio di tre anni fa. “Carminotto 'o Staffone” è stato rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Dopo l’arresto di Antonio Iovine, di Michele Zagaria e dei fratelli, aveva esteso la sua zona di influenza. Le note investigative delle forze dell'ordine lo indicano come pericoloso e spregiudicato. Nel giugno scorso come nulla fosse “Carminotto 'o Staffone” era entrato alla chetichella nell’aula del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per fotografare la corte che processava il fratello. Perchè quel click scattato da un cellulare? La presenza del figlio di Sandokan finì in una relazione di servizio dei carabinieri. Faccione da bambinone, capelli e barba lunga, occhiali da vista, fisico massiccio insomma un piccolo Kabir Bedi per far contento il mitico padre e capo della camorra. All'uscita dalla caserma dei carabinieri Carminotto 'o Staffone” non ha mostrato segni di nervosismo anzi ha salutato cordialmente i fotografi con dei baci e dei gesti.

Confische ai boss. E sempre oggi - un'altra buona notizia - al clan dei Casalesi sono stati sequestri beni per due milioni di euro da parte della Direzione Investigativa Antimafia di Roma. Nel mirino la famiglia D’Alterio, contigua, secondo gli inquirenti, al clan. Il provvedimento è stato adottato dal Tribunale di Latina: i sigilli sono stati disposti per beninei comuni del basso Lazio e precisamente a Fondi, Sperlonga, Formia, Sezze e Latina. Si tratta di società di trasporto, fabbricati, terreni, veicoli e rapporti finanziari. Il Tribunale ha disposto una misura di prevenzione personale nei confronti di Giuseppe D’Alterio (nato nel 1956), Luigi D’Alterio (nato nel 1979), Melissa D’Alterio (nata ne l1981) e Armando D’Alterio (nato nel 1983), padre e figli, nel 2010 arrestati a seguito dell’indagine Sud Pontino. Secondo l’accusa Giuseppe D’Alterio, detto O’Marocchino, pluripregiudicato, ha rappresentato per lungo tempo un punto di riferimento nel M.O.F. (Mercato Ortofrutticolo di Fondi) per il “clan dei Casalesi” per via dei suoi stretti legami con pregiudicati campani operanti sul posto.

di Arnaldo Capezzuto


Sono presenti 0 commenti

Inserisci un commento

Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.



___________________________________________________________________________________________
Testata giornalistica iscritta al n. 5/11 del Registro della Stampa del Tribunale di Pisa
Proprietario ed Editore: Fabio Gioffrè
Sede della Direzione: via Socci 15, Pisa