giovedì, gennaio 24, 2013
Il coordinatore nazionale di Pax Christi, Nandino Capovilla, con grande sapienza evangelica riconosce, interpretando le recenti parole del Santo Padre, che la pace è soprattutto dono di Dio

di Carlo Mafera

La pace è un tema ricorrente nella pubblicistica cattolica perché si tratta di un’esigenza profondamente radicata nell’inconscio collettivo del popolo di Dio. Il desiderio da parte di persone singole e di gruppi di pregare per la pace si fa sempre più presente nella nostra epoca e nel nostro mondo, dove allignano numerosi focolai di guerra e tantissime situazioni di conflittualità tra popoli o addirittura all’interno della stessa nazione. Le forme di preghiere per la pace sono numerose e tutte di ottima fattura, ma quelle che provengono da chi si è impegnato in prima persona per questo valore incommensurabile hanno una qualità ancora maggiore. Il vescovo di Molfetta don Tonino Bello è uno di quelli che è sempre stato in prima linea per il raggiungimento di questo obiettivo. Era infatti il responsabile del movimento Pax Christi, associazione impegnata proprio nel settore della pace. E il suo successore Nando Capovilla ha raccolto in questo prezioso libro le migliori preghiere e i migliori scritti sul tema che don Tonino ha creato ormai vent’anni fa e che sono state già pubblicate dalle edizioni Paoline. Gli operatori di questa celebre casa editrice cattolica conoscono bene le esigenze del loro pubblico e nello stesso tempo conoscono anche l’effetto benefico della ripubblicazione di scritti di particolare valore teologico e spirituale (repetita juvant dicevano gli antichi romani).

La parola di Dio è simile al Big Bang. Una volta espressa viene impressa, parafrasando Aristotele. Permane nel tempo la sua efficacia ma ha bisogno, attraverso l’opera dello Spirito Santo protagonista proprio nel tempo della Chiesa, di scrittori santi come il beato don Tonino Bello e di case editrici che, attraverso l’opera di curatori antologici come Nando Capovilla, ribadiscano e ripetano l’Unica Parola che è quella di Dio, trasmessa e tradotta con parole sempre nuove, adatte alla sensibilità del tempo da autori particolarmente ispirati e poi successivamente da persone che sappiano scegliere i brani più significativi dell’autore di riferimento. Don Nandino Capovilla ha scelto bene i brani già pubblicati dalle Paoline e con grande sapienza evangelica riconosce, interpretando le recenti parole del Santo Padre, che la pace è soprattutto dono di Dio, dono che dobbiamo chiedere nella preghiera a Lui. E infatti ci sembra significativo estrapolare un pezzetto del discorso di Benedetto XVI nella giornata dedicata alla pace (1° gennaio): “La beatitudine consiste, piuttosto, nell’adempimento di una promessa rivolta a tutti coloro che si lasciano guidare dalle esigenze della verità, della giustizia e dell’amore. Coloro che si affidano a Dio e alle sue promesse appaiono spesso agli occhi del mondo ingenui o lontani dalla realtà. Ebbene, Gesù dichiara ad essi che non solo nell’altra vita, ma già in questa scopriranno di essere figli di Dio, e che da sempre e per sempre Dio è del tutto solidale con loro. Comprenderanno che non sono soli, perché Egli è dalla parte di coloro che s’impegnano per la verità, la giustizia e l’amore. Gesù, rivelazione dell’amore del Padre, non esita ad offrirsi nel sacrificio di se stesso. Quando si accoglie Gesù Cristo, Uomo-Dio, si vive l’esperienza gioiosa di un dono immenso: la condivisione della vita stessa di Dio, cioè la vita della grazia, pegno di un’esistenza pienamente beata. Gesù Cristo, in particolare, ci dona la pace vera che nasce dall’incontro fiducioso dell’uomo con Dio”.

E, allo stesso modo, in una delle pagine del libro “Dio scommette su di Noi - Pregare con don Tonino Bello”, Capovilla cita un passo tratto da “Scritti mariani” dove viene espresso il medesimo concetto. Egli così commenta: “A Maria, vergine del mattino, don Tonino chiede l’aiuto necessario per scommettere con Dio. Dalla relazione con Lui ognuno può cogliere il bene disseminato ovunque e può additare le gemme che spuntano sui rami a chi non spera più”. Tale commento precede una preghiera il cui incipit è questo: “Santa Maria, vergine del mattino, donaci la gioia di intuire, pur fra le tante foschie dell’aurora, le speranze del giorno nuovo. Ispiraci parole di coraggio. Non farci tremare la voce quando a dispetto di tante cattiverie e di tanti peccati che invecchiano il mondo osiamo annunciare che verranno tempi migliori”. L’eco di queste preghiere risuona ancor oggi per merito di questa antologia: il profondo lirismo di don Tonino Bello non è andato perduto e verrà riutilizzato dai tanti gruppi di preghiera “affamati” di testi meravigliosi come questi.

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