giovedì, dicembre 27, 2012
Continuano le fiabe natalizie di Silvio Foini

Lungo la strada del tempo che si snoda da qui all’Eternità, un vecchio curvo e stanco camminava a fatica sotto il peso di un grande sacco che portava sulle spalle. Ogni tanto si fermava per riprendere fiato, poi, sempre più affaticato, riprendeva il cammino. Un bambino che pascolava un piccolo gregge di pecore gli si fece incontro e lo salutò con un bel sorriso. “Sembra il nonno”, pensò. In effetti anche suo nonno quando camminava doveva fermarsi ogni tanto: “Sai, caro nipotino – diceva – sono stanco e il peso degli anni si fa sentire”. Il bambino chiese al vecchio: “Sei un nonno anche tu?”. “Certamente! Sono il nonno dell’anno di due anni fa e il papà di mio figlio che verrà fra poche ore. Me ne sto andando per lasciargli il posto”. Il bambino annuì.

“Cosa porti in quel grande sacco che hai sulle spalle? Mi pare sia molto pesante! Non potevi farti aiutare da un asino?”. Il buon vecchio sorrise e fece una carezza sul capo al bambino, quindi rispose: “Vedi piccolo, in questo sacco ho riposto tutti gli avvenimenti accaduti in questi dodici mesi. Cose belle e anche cose brutte. Buone azioni e anche quelle cattive che hanno combinato gli uomini. Quelle buone le lascerò nel giardino del Signore che le premierà mentre le cattive azioni le getterò nel prato delle ortiche dove marciranno”. Il bimbo spalancò la bocca: “Ci sono dentro anche le mie? Quelle cattive intendo”. “Ma no! – rispose il vecchio con un bel sorriso – Tu non ne hai compiute, sei un bravo bambino, ti ho spesso tenuto d’occhio, sai? Riceverai la giusta ricompensa: mio figlio ti regalerà la gioia di vivere e tanta salute. Io lo so già!”. “Meno male! – rispose il bambino felice - Allora cercherò di compiere sempre buone azioni... ma se una volta ne combinerò qualcuna non proprio buona cosa accadrà?”. “Per una volta ci passeremo sopra e faremo finta di niente... ma una sola, mi raccomando. Tutti possono sbagliare”.

Mentre stavano parlando videro avanzare un bambino piccolissimo che procedeva a fatica sulle corte gambette. “Chi sarà?”, domandò al vecchio. “Ah sì, quello è mio figlio che sta arrivando! E’ l’anno nuovo... quanta strada dovrà fare e quante dovrà vederne prima di diventare come me. Non lo invidio per niente”. “Me lo presenti per favore?”. “Sicuro. Lascia che si avvicini”. Il piccolo anno nuovo li raggiunse e si fermò a salutare il vecchio padre. “Ci ho impiegato dodici mesi per arrivare qui, ma ora tu riposerai. Tocca a me continuare la strada del tempo. Giusto papà?”. “Sì, grazie. Ti aspettavo. Ora andrò a riposarmi nel letto dei vecchi calendari... Ma aspetta, ti voglio presentare un caro amico con cui farai la strada insieme”. Il buon vecchio presentò i due bambini e poi li salutò. Ormai suo figlio era arrivato e lui doveva andare.

L’anno nuovo mosse i primi incerti passi sulla strada del tempo assieme al bambino ed alle sue pecorelle e, chiacchierando, fecero molti progetti per il futuro. “Stasera vieni a casa mia piccolino - propose il pastorello - così ti faremo una bella festa. Vuoi?”. L’anno nuovo fu felice di quell’invito e così nacque la Festa del Primo dell’Anno, che seguita tutt’ora, per augurare al mondo intero la Pace e la Serenità. Cari bambini, auguri per un Felice Anno a voi e alle vostre care famiglie!

Sono presenti 5 commenti

Anonimo ha detto...

quanta dolcezza in questa fiaba! Mi sembra DI TORNARE BAMBINA. Mi piacerebbe conoscerti. Devi essere un uomo affasciinante e dolce. Buon anno, e continua a scrivere
Duilia

Federica ha detto...

Bella fiaba! E' giusto che l'uomo sia amico del tempo, e non suo nemico. BUON 2013!

Anonimo ha detto...

Cara Duilia se lo vuoi conoscere so che a marzo terrà una presentazione del romanzo che ha appena pubblicato a Varese. Informati poi sulla data. Non lo so. Oppure domanda al suo editore che é Reverdito.
Anna Paola.

Anonimo ha detto...

Nelle tue favole sempre piene di tenerezza , di bontà e d'amore, c'è sempre un insegnamento e un po' di te, questo mi basta per immaginare come sei, senza desiderare di conoscerti , preferisco non rompere l'incanto che mi avvolge leggendo i tuoi scritti.

Anonimo ha detto...

Le fiabe sono finite? Che gran vuoto.
Scrivine ancora qualcuna, dai che sei grande! Ci manchi.
Leda da Trento

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