Sono circa tre milioni i siriani che si trovano a dover fare i conti con l’insufficienza di scorte alimentari, l’impossibilità di mantenere gli animali di allevamento e di coltivare la terra.
Radio Vaticana - A sottolinearlo è un Rapporto congiunto dell’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), del Programma alimentare mondiale (Pam) e del governo siriano. Muhannad Hadi, rappresentante in Siria del Pam, descrive così la situazione: “Se le implicazioni economiche di questa situazione sono gravi (calcolate in circa 1,8 miliardi di dollari), ancora più pressanti sono le conseguenze sul fronte umanitario. Gli effetti di queste perdite – prosegue – colpiscono per primi e in maniera più perniciosa le categorie più povere del Paese. La maggior parte delle famiglie vulnerabili, incontrate durante la missione condotta sul campo, ha visto calare i propri redditi e aumentare contemporaneamente le spese”. Un vero e proprio dramma umanitario, come riporta la Misna, con i prezzi in continuo aumento e la conseguente e sempre crescente difficoltà di reperire i generi di prima necessità, come il pane, ma anche il gas da cucina e il carburante: il tutto coincide con la crescita della disoccupazione e la conseguente impossibilità per molti di affrontare i costi di un affitto o di altre spese necessarie per il mantenimento. Contemporaneamente - come riporta il Jordan Times - ci sono migliaia di persone in fuga dal Paese: soltanto alla frontiera con la Giordania il flusso è di circa 1.500 nuovi rifugiati al giorno.
Radio Vaticana - A sottolinearlo è un Rapporto congiunto dell’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), del Programma alimentare mondiale (Pam) e del governo siriano. Muhannad Hadi, rappresentante in Siria del Pam, descrive così la situazione: “Se le implicazioni economiche di questa situazione sono gravi (calcolate in circa 1,8 miliardi di dollari), ancora più pressanti sono le conseguenze sul fronte umanitario. Gli effetti di queste perdite – prosegue – colpiscono per primi e in maniera più perniciosa le categorie più povere del Paese. La maggior parte delle famiglie vulnerabili, incontrate durante la missione condotta sul campo, ha visto calare i propri redditi e aumentare contemporaneamente le spese”. Un vero e proprio dramma umanitario, come riporta la Misna, con i prezzi in continuo aumento e la conseguente e sempre crescente difficoltà di reperire i generi di prima necessità, come il pane, ma anche il gas da cucina e il carburante: il tutto coincide con la crescita della disoccupazione e la conseguente impossibilità per molti di affrontare i costi di un affitto o di altre spese necessarie per il mantenimento. Contemporaneamente - come riporta il Jordan Times - ci sono migliaia di persone in fuga dal Paese: soltanto alla frontiera con la Giordania il flusso è di circa 1.500 nuovi rifugiati al giorno.
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