Il governo francese applicherà un prelievo dello 0,2 per cento su alcune manovre speculative. Previste entrate per centinaia di milioni di euro. Un primo inizio di espansione della Tobin Tax?
Città Nuova - Avrebbe forse meritato un pò più di spazio sui media la decisione del governo francese di applicare una tassa dello 0,2 per cento alle transazioni finanziarie. François Hollande ha raddoppiato quanto proposto a suo tempo dal suo predecessore, Nicolas Sarkozy, che aveva prospettato una tassa dello 0,1 per cento. Si prevede che per il resto dell'anno la nuova misura fiscale farà arrivare circa 400 milioni di euro nelle casse erariali mentre, nel 2013, le entrate saranno pari ad un miliardo e mezzo di euro.
Il governo di Hollande destinerà queste somme a progetti sociali e di sviluppo. Interessante la reazione di Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, che ha invitato anche gli altri Paesi europei ad applicare questa stessa misura onde evitare che una decisione solitaria, come qualla applicata da Parigi, abbia per effetto un trasferimento da un Paese a un altro delle transazioni tassate. Una posizione ben diversa dal rifiuto tout court del Regno Unito di prendere in considerazione l'applicazione di una tassa del genere, nei confronti della quale il primo ministro David Cameron si è dichiarato assolutamente contrario.
Almeno i Paesi della zona euro dovrebbero invece prenderla in considerazione seriamente, anche per trovare il modo di finanziare politiche di sviluppo e per produrre nuovi posti di lavoro, dopo i recenti e desolanti annunci relativi all'aumento della disoccupazione. Sebbene si tratti di una decisione che una parte dell'opinione pubblica e numerose organizzazioni della società civile aspettavano da tempo - fin troppo liscia l'hanno passata gli speculatori finanziari durante questa lunga ed estenuante crisi -, i fautori della Tobin Tax (o misure simili) sono stati parzialmente delusi dal governo di Hollande, visto che le principali trasazioni speculative non rientrano tra quelle tassate e nemmeno tutte quelle relative ai titoli quotati in borsa. La detrazione sarà applicata a firme che abbiano la loro sede in territorio francese e si stima che queste saranno poco piú di un centinaio.
Intanto, però, si è aperta una strada e si inizia a percorrerla. Il governo francese si adopererà per diffondere la tassa anche tra gli altri soci europei. Una misura che in futuro potrebbe essere senza dubbio perfezionata.
di Alberto Barlocci
Fonte: Ciudad Nueva Argentina
Città Nuova - Avrebbe forse meritato un pò più di spazio sui media la decisione del governo francese di applicare una tassa dello 0,2 per cento alle transazioni finanziarie. François Hollande ha raddoppiato quanto proposto a suo tempo dal suo predecessore, Nicolas Sarkozy, che aveva prospettato una tassa dello 0,1 per cento. Si prevede che per il resto dell'anno la nuova misura fiscale farà arrivare circa 400 milioni di euro nelle casse erariali mentre, nel 2013, le entrate saranno pari ad un miliardo e mezzo di euro.
Il governo di Hollande destinerà queste somme a progetti sociali e di sviluppo. Interessante la reazione di Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, che ha invitato anche gli altri Paesi europei ad applicare questa stessa misura onde evitare che una decisione solitaria, come qualla applicata da Parigi, abbia per effetto un trasferimento da un Paese a un altro delle transazioni tassate. Una posizione ben diversa dal rifiuto tout court del Regno Unito di prendere in considerazione l'applicazione di una tassa del genere, nei confronti della quale il primo ministro David Cameron si è dichiarato assolutamente contrario.
Almeno i Paesi della zona euro dovrebbero invece prenderla in considerazione seriamente, anche per trovare il modo di finanziare politiche di sviluppo e per produrre nuovi posti di lavoro, dopo i recenti e desolanti annunci relativi all'aumento della disoccupazione. Sebbene si tratti di una decisione che una parte dell'opinione pubblica e numerose organizzazioni della società civile aspettavano da tempo - fin troppo liscia l'hanno passata gli speculatori finanziari durante questa lunga ed estenuante crisi -, i fautori della Tobin Tax (o misure simili) sono stati parzialmente delusi dal governo di Hollande, visto che le principali trasazioni speculative non rientrano tra quelle tassate e nemmeno tutte quelle relative ai titoli quotati in borsa. La detrazione sarà applicata a firme che abbiano la loro sede in territorio francese e si stima che queste saranno poco piú di un centinaio.
Intanto, però, si è aperta una strada e si inizia a percorrerla. Il governo francese si adopererà per diffondere la tassa anche tra gli altri soci europei. Una misura che in futuro potrebbe essere senza dubbio perfezionata.
di Alberto Barlocci
Fonte: Ciudad Nueva Argentina
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