martedì, aprile 03, 2012
Ancora a fine marzo erano 74.802 gli sfollati interni in Libia: lo ha riferito l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Acnur) al termine di una ricerca condotta in diverse zone del paese.

Misna - Gli sfollati vivono in generale in campi allestiti nelle grandi città oppure sono ospiti di strutture gestite da organizzazioni non governative. La concentrazione più alta si ha a Tripoli con oltre 14.000 persone, quindi Bengasi e Sirte. Particolare attenzione è stata dedicata a individuare i movimenti dei cittadini originari di Tawergha. Cittadina a pochi chilometri da Misurata, Tawergha fu conquistata ad agosto dagli uomini del Consiglio nazionale di transizione. Come aveva riferito alcuni mesi fa l’organizzazione non governativa statunitense Human Rights Watch, la città, che prima della guerra contava 30.000 abitanti circa – in gran parte di pelle scura per motivi legati alla sua storia e al fatto di essere stata in passato un centro collegato alla tratta degli schiavi – è stata abbandonata, molti abitanti uccisi, una parte saccheggiata e distrutta per il presunto sostegno dato a Muammar Gheddafi. Gli abitanti sono ora costretti a vivere in diversi campi profughi.

L’Acnur ha anche sottolineato la delicata situazione in cui trovano centinaia di migranti originari da paesi dell’Africa sub-sahariana. Una parte di questi a marzo ha tentato la traversata del Mediterraneo in direzione dell’Italia, ha detto ancora l’organismo dell’Onu. Almeno cinque imbarcazioni con 300 persone a bordo, molti somali, si sono messe in navigazione verso nord: tre sono state soccorse dalle autorità italiane, una da Malta e una dalla Tunisia.

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